27/08/23

Deflessione della luce per... tutti **

Il presente articolo è inserito in Effetto lente gravitazionale

 

Gli esami di ammissione alla facoltà di Fisica dell'Università di Oxford sono spesso estremamente interessanti e peculiari. Mi ricordano quelli che si tengono alla Normale di Pisa, dove più che il calcolo bruto si stimola a trovare un metodo creativo e fuori dagli schemi che permetta una soluzione decisamente più rapida. In poche parole: tutto ciò che si potrebbe ottenere seguendo le regole canoniche comporterebbe un tempo troppo lungo per la soluzione. Per riuscire a completare l'esercizio nei limiti temporali ammessi è necessaria una soluzione alternativa.

Ho trovato un esercizio proposto ad Oxford che dà una chiara idea di ciò che to dicendo. E' come l'uovo di Colombo, ma -come sempre- bisogna arrivarci...

Problema sulla deflessione della luce secondo la relatività di Einstein:

Consideriamo la semplice figura che segue, dove la luce di una stella viene "piegata" dalla massa M.

Non è difficile immaginare da cosa possa dipendere l'angolo θ. Sicuramente dalla massa M, dalla distanza R e dalla velocità della luce c. 

Tutto ciò va sicuramente moltiplicato per la costante G e per una qualche costante numerica k che possiamo anche lasciare indeterminata. Insomma, qualcosa del genere:

θ = k G MαRβcγ                  .... (1)

Si chiede di determinare i tre esponenti α, β e γ.

N.B.: Chi vuole provare da solo si può fermare qui ...

 

 

Bene... si potrebbe pensare di  applicare la Relatività Generale per determinare la formula richiesta. Sì, sì, ma non ci sarebbe tempo e le difficoltà sarebbero enormi.

Pensiamoci bene... In fondo, non ci viene chiesta la formula esatta, ma solo con quali esponenti si presentano le grandezze fondamentali. Inoltre, anche se non esplicitato è ovvio che l'angolo θ deve essere espresso in radianti.

E proprio qui sta il colpo di "genio": Se θ è espresso in radianti vuol dire che non ha dimensioni. Se non ha dimensioni la parte  sinistra della formula (1), non deve avere dimensioni nemmeno la parte destra. Vediamo, allora, di esprimere con le rispettive dimensioni le grandezze di destra e poi agire di conseguenza.

k non ha dimensioni per le ipotesi di partenza. Passiamo a G.

Se non le ricordiamo a memoria ci vuol poco a calcolarle dalla legge di gravitazione universale:

F = - G Mm/r2

ma = - G Mm/r2

G =- r2 a/M

Passiamo alle dimensioni:

[G] = [L]2[L][T]-2[M]-1

Dove L si riferisce alle dimensioni, T al tempo e M alla massa

Inseriamo G nella (1) scrivendo anche le dimensioni di ciò che la completa

[θ] = [L]2 [L] [T]-2 [M]-1 [M]α [L]β [L]γ [T]

Gli ultimi due termini non sono altro che le dimensioni di una velocità elevata a γ

Non ci resta che raggruppare le dimensioni delle varie grandezze

[θ] = [L](3+β+γ ) [T](-2-γ) [M](-1 + α) 

A questo punto ricordiamoci che θ non ha dimensioni, per cui anche la parte destra non deve avere dimensioni. Perché questo capiti bisogna imporre che ogni esponente delle grandezze di destra diventi ZERO.

Ne segue un semplice sistema di tre equazioni in tre incognite (α, β e γ), proprio quelle che cerchiamo!

3 + β + γ = 0

- 2 - γ = 0

- 1 + α = 0

Da cui

γ = - 2

α = 1

 β =  - 3 -  γ = -1

La formula (1) diventa:

θ = k G M R-1c-2  

θ = k G M/(R c2)

Confrontiamola con la formula che deriva dalla relatività generale e vediamo che sono in perfetto accordo!

θ = 4GM/(c2R)

Pochi minuti per un esercizio che avrebbe spaventato chiunque...

 

QUI il racconto di come è stata osservata la lente gravitazionale più famosa della storia della Scienza, ovvero la prima prova sperimentale della Relatività Generale

3 commenti

  1. Alberto Salvagno

    Sicuramente molto geniale, ma mi stai dicendo che per essere ammesso alla Normale, avrei dovuto saper risolvere senza nessun suggerimento un tale quesito. Mi viene da ridere se penso a quanto ero sprovveduto e ignorante quando sono uscito dal mio liceo scientifico. Meno male che a Padova hanno accettato la mia iscrizione a Chimica senza nessuna verifica preliminare

  2. caro Albertone,

    detto tra di noi... quelli della normale non sono proprio normali... Bravissimi in fisica, ma a volte a basso contenuto di umanità (almeno quelli che ho conosciuto bene). Sono spinti fin da subito alla competizione, sapendo che solo i migliori vanno avanti. Sono un po' come i gladiatori: amici prima dell'incontro, ma poi... niente pietà :roll:

  3. Maurizio Pavan

    29/3/2024

    Caro  Vincenzo

    Quanto vale k? .

    Altrimenti la relatività generale c'entra poco.

    Georg von Soldner nel 1801 aveva ottenuto un valore di k=2,immaginando una particella massiva che sfiorasse la superficie del  Sole con orbita iperbolica e velocità della luce c  applicando la legge di Newton.

    Ho letto l'articolo di von Soldner, diciamo che la fa lunga, ma arriva al risultato, per la deflessione con

    TETA=0",87264  (arcsec) mentre Einstein ottiene la prima volta nel 1911 (NON tenendo conto della curvatura dello spazio) lo stesso valore di von Soldner.

    Nel 1915 Einstein ottiene il valore giusto nel 1915    con TETA=1",75 (arcsec).

    Grazie.

    Maurizio Pavan  (insegnante in pensione di matematica e fisica nei Licei)

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