12/10/13

Un pianeta distrutto può raccontare la sua vita **

Si sta facendo di tutto per riuscire a scoprire un esopianeta con tutte le giuste caratteristiche per essere considerato un gemello della Terra. Si cerca tra le stelle con tutti i metodi più sofisticati e moderni. Forse, però, la risposta più interessante ce la fornisce un pianeta che non c’è più. Per non parlare dei "miei" asteroidi...

Stelle di tipo solare e nane rosse sono le candidate più ovvie per la ricerca di pianeti di tipo terrestre. Non possiamo certo confutare questa logica scelta. Tuttavia, informazioni ancora più decisive potrebbero arrivare dalle nane bianche.

“Ma come?”, direte voi, “Esse rappresentano una fase posteriore a quella di una stella in grado di sostenere la vita; potrebbero mostrare  il segno di un disastro planetario che, però, ha lasciato ben poco di ciò che era stato eventualmente costruito”. Avreste ragione. Tuttavia, fatemi fare una breve riflessione apparentemente anacronistica. E’ così importante scoprire una pianeta ancora vivo a una distanza di molti anni luce? Probabilmente i segnali della vita sarebbero mischiati a quelli delle nuvole atmosferiche in un mix non facilmente comprensibile (almeno per l’attuale tecnologia). Un pianeta che esiste oggi (o meglio che esisteva qualche decennio o secolo fa) ci dà forse delle concrete possibilità di scambio diretto di informazioni? No, sono ancora discorsi da fantascienza. Ciò che interessa veramente (in questo momento della storia della ricerca scientifica) è capire se esistono o sono esistiti pianeti simili alla Terra. Poco importa a che stadio evolutivo sono giunti adesso.

Non prendete questa riflessione come un dato di fatto. E’ una provocazione o poco di più. Penso, però, che serva per introdurre i dati osservativi ottenuti recentemente proprio su una stella “morta”, che ha sicuramente distrutto quasi tutto ciò che di grande e di "solido"aveva creato. La nana bianca in questione si chiama GD61 e si trova a 170 anni luce da noi.

Il “vecchio” Hubble e il Keck delle Hawaii hanno individuato una nuvola di detriti attorno a lei, che mostrano un eccesso di ossigeno. Un dato questo che indica come dovessero far parte, una volta, di un corpo roccioso ben più grande, composto per il 26% di acqua. Non chiedetemi come hanno fatto a risalire a queste abbondanze, ma vi posso assicurare che i metodi di analisi e di simulazione numerica permettono, ormai, queste deduzioni. Un risultato molto sorprendente se pensiamo che solo lo 0.023% della Terra è composta d’acqua.

Non è la prima volta che è stata trovata acqua nei pianeti. E' già successo nei pianeti giganti gassosi, ma è la prima volta che si è trovata intrappolata in corpi rocciosi o -meglio-  nei loro frammenti.

Conosciamo questo tipo di blocchi di roccia nel nostro Sistema Solare? Direi proprio di sì, anche se il Sole è ancora vivo e vegeto. Sto parlando della fascia degli asteroidi (un pianeta mai nato a causa della vicinanza di Giove, ma che simula benissimo la distruzione di un qualcosa di potenzialmente molto più grande). Si è scoperto, abbastanza recentemente, che il più grande dei piccoli pianeti (Cerere) contiene grandi quantità di ghiaccio sepolto sotto la crosta superficiale. Oggetti come Cerere  hanno impattato la Terra nelle prime fasi del Sistema Solare e hanno sicuramente contribuito a regalare l’acqua al nostro pianeta, insieme alle sorelle comete.

Il parallelo con quanto si è visto attorno alla nana bianca è abbastanza facile. I ricercatori hanno stabilito che il segnale “acquoso” proviene da un anello di detriti attorno alla stella che porterebbe a un oggetto originale di almeno 90 km (potenzialmente anche molto più grande), orbitante un tempo attorno alla stella quando era nel pieno vigore dei suoi anni.  Probabilmente il suo diametro poteva essere di qualche centinaio di chilometri, dato che ciò che vediamo oggi attorno alla stella è solo una parte dei detriti che la stanno circondando.

Capiamoci bene. Ciò che si è ricostruito non arriva alle dimensioni di un vero pianeta, ma a qualcosa che in un modo o nell'altro deve ricondurre a un pianeta roccioso.

il pianeta distrutto da una nana bianca
Visione artistica di un piccolo pianeta roccioso ricco d’acqua distrutto dalla gravità di una nana Bianca come GD 61. Oggetti simili hanno trasportato acqua sulla Terra e rappresentano i mattoni fondamentali per la costruzione di pianeti rocciosi ben più imponenti. Fonte: Mark A. Garlick, space-art.co.uk, University of Warwick e University of Cambridge.

GD 61 era una stella un po’ più grande del Sole e possedeva certamente un sistema planetario. Circa 200 milioni di anni fa GD61 si trasformò definitivamente in nana bianca, ma una parte del suo sistema planetario sopravvisse. Il piccolo pianeta ricco d’acqua (di cui abbiamo ancora un segno inconfondibile) fu sballottato e spostato dalla sua orbita, sia per la perdita di massa della stella centrale, sia per il disturbo gravitazionale di almeno un gigante gassoso (non ancora scoperto). Avvicinandosi troppo alla stella, le sue forze mareali lo disintegrarono trasformandolo in un disco di detriti, che, però, conservano ancora un segno ben riconoscibile della loro composizione chimica. Qualcosa di molto simile a quanto è successo attorno a Saturno con la nascita degli anelli,  detriti di un satellite nemmeno troppo grande.

In conclusione, sono stati scoperti detriti di un ex mini-pianeta, il quale doveva essere roccioso e doveva contenere molta acqua, proprio quello che si sta cercando in giro per la nostra galassia.  Ciò che, però, importa veramente  non è tanto che il materiale “recuperato” attorno a GD61 sia  appartenuto a un oggetto non più grande di Cerere o anche molto meno, ma che, al di fuori di ogni dubbio, quella stella era capace di formare i mattoni fondamentali per arrivare a pianeti rocciosi ben più grandi.

Tutti i meccanismi formativi dei planetesimi concordano su questa soluzione. In poche parole, un sistema planetario non può creare oggetti grandi come gli asteroidi senza arrivare ANCHE alla formazioni di oggetti rocciosi almeno di dimensioni terrestri. Una specie di processo inarrestabile. Magari, in certe condizioni particolari (come da noi nella fascia asteroidale), il processo è stato interrotto per cause esterne, ma da qualche parte del sistema planetario esso deve essere arrivato fino in fondo. Ecco perchè il piccolo oggetto riscostruito attorno alla nana bianca può portarci, con grande sicurezza, all'esistenza di pianeti rocciosi, indipendentemente dall'origine del piccolo corpo, i cui pezzi sono stati identificati dalle osservazioni.  Magari sono anche stati distrutti i pianeti più grandi, ma questo poco importa per il vero succo del discorso. Se la stella li ha distrutti oggi, una volta c'erano e contenevano dell'acqua!

Non confondiamoci, quindi. I possibili pianeti di tipo terrestre che sono esistiti (o esistono ancora) non sono collegati direttamente  con i detriti osservati. Questi ultimi, con il loro contenuto d'acqua, ci dicono, però, che quella stella era  capace di creare pianeti come la Terra. E questo è un risultato veramente nuovo e fondamentale, probabilmente più importante della scoperta di pianeti rocciosi trovati  in zone abitabili, ma che non hanno mostrato (per adessso almeno) segni di acqua.

E non è nemmeno impossibile pensare che attorno alla nana bianca si possa formare nuovamente un pianeta roccioso. E avrebbe anche l'acqua. Che vita avrebbe davanti? Non facile, ma ricordiamoci che una nana bianca impiega molto tempo per raffreddarsi…

Ricordiamo che finora sono stati trovati dodicI dischi di detriti attorno a nane bianche. Quello di GD61 è però l’unico ad aver mostrato evidenti tracce d’acqua.

Articolo originale (a pagamento) QUI

15 commenti

  1. cari amici...

    scusatemi, ma ho "dovuto" non tener conto dei vostri suggerimenti (per questa volta, poi mi rimetto in linea). Ho addirittura inserito due nuovi articoli a distanza di un solo giorno. Un motivo c'è... ed è in parte colpa vostra :mrgreen:

    Siete andati troppo avanti ed era necessario che inserissi i miei sproloqui sull'Universo, Dio e la MQ. Inoltre, la scoperta di roccia acquosa attorno a una nana bianca potrebbe sollevare un po' di  confusione. Almeno, così parrebbe dopo aver letto la news data dall'INAF (forse chi l'ha scritta non è un vero esperto di corpi minori e di sistemi planetari o ha considerato come ovvi certi passaggi evolutivi). Ho, quindi, pensato di intervenire subito a fare un po' di chiarezza, rompendo la coda che avevo preparato. Eh sì... gli asteroidi sono proprio dei "raccomandati", per me...

    E poi è sabato e avete più tempo per leggere nel fine settimana... :roll:

     

  2. Andrea I.

    Bellissima riflessione!.....Prima di scrivere la mia voglio peró aspettare di leggere quelle degli altri. Anche perché, tanto per cambiare, sono in negozio e nonostante la voglia di farlo, se mi mettessi a scrivere finirei per partorire una creatura senza capo ne coda :mrgreen: 
    Grazie Enzo, e grazie in anticipo a chi parteciperá alla discussione. Sono sicuro che alla fine saremo tutti piú "ricchi".

  3. Andrea I.

    ops mi sono accorto che ho postato sull'articolo sbagliato.....scusa Enzo.

  4. Il corvo

    Caro enzo questo post e molto interessante ci dice in primis come e morto il pianeta x colpa della stella,di un asteroide,oppure per cause interne al pianeta stesso,ci racconta della sua massa,della sua probabile atmosfera e di cosa era composto ecc ecc.
    Trovare una nuova terra indipendentemente dalla sua lontananza e dalla possibilità di raggiungerla un giorno (altro che marte) per la nostra sopravvivenza, a anche un altro aspetto importante e cioè risponde alle domande se la nsotra esperienza qui sia rara oppure la vita e le terre siano molto probabili nella Galassia e in generale nell'Universo,e una mia idea ma l'universo oltre a essere bello (galassie,stelle,e oggetti strani) deve essere anche utile offrire alla vita delle possibilità
    altrimenti la sua esistenza e inutile.
    Neil Armstrong si emozionò quando tocco quell'utile sasso lunare (le maree ecc ecc) figuriamoci come si emozionerà tra 1,8 miliardi di anni un probabile astronauta quando toccherà il suolo di una nuova terra rappresentando la salvezza della nostra specie nel cosmo!
    Ciao a tutti
     

  5. Valerio Ricciardi

    Postai ieri mattina sul forum "Astronomia.com" un breve articolo tratto dal sito di Tiscali, che temevo fosse un po' distorto (parlava di "pianeta di 90 km :-| se non di più" e temevo che al solito vi fossero errori dimensionali che nel caso dei cronisti spesso superano vari ordini di grandezza, sigh); la cosa che meno mi convinceva era che si faceva capire che fosse la prima volta che si fosse individuata acqua fuori dal Sistema Solare, il che non mi risultava. E considerato quanto sia diffuso l'Idrogeno nell'Universo, e quanto Ossigeno vi sia nelle stelle... no, non andava. :roll:
    Poi l'utente e moderatore "etruscastro" ha linkato il rimando all'articolo pubblicato su Media INAF, che in definitiva era simile come contenuto alla notizia di Tiscali, e le mie perplessità permanevano; :-?
    finalmente quel che ho appena letto sopra mi ha fatto capire meglio e inquadrare in uno schema logico compiuto e coerente la questione, grazie di cuore. :-D

  6. grazie a te Valerio! :wink:

     

  7. davide1334

    eh interessante articolo enzo,se non altro per ipotizzare un processo diciamo "inverso" a quello comunemente descritto della zona abitabile,possibilità di crearsi la vita,eccetera, visto che viene data per scontata la fase di sequenza principale della stella...cioè chi può dire che non si possa creare o ri-creare vita anche nel "secondo tempo" della partita?gli elementi sarebbero comunque tutti lì,magari rimescolati,ma presenti...senz'altro sarebbe più difficile...boh?ma forse neanche tanto,in definitiva non abbiamo elementi che possiamo comparare con la prova della vita che appartiene comunque solo,per quanto ne sappiamo ora,alla nostra terra....certo vi sarebbero "regole" inverse come quella citata nell'altro articolo:
    "il movimento della zona abitabile avviene nella direzione che punta verso l’esterno del sistema stellare"
    questa regola sarebe invertita,e la zona abitabile del- sistema stellare nana bianca- punterebbe progressivamente verso l'interno,"rincorrendo" il raffreddamento della stella,che però potrebbe avere un margine di tempo equivalente alla sua sequenza principale,se non maggiore

  8. AlexanderG

    Caro Enzo,
        sono ancora indietro di circa 5 o 6 settimane con i tuoi articoli, ma piano piano sto recuperando :D
    Perdonami quindi se le domande che sto per farti le hai già trattate.
    Riguardo alla zona abitabile di una nana bianca, vista la sua vicinanza alla stella, potrebbero esserci dei problemi con il suo campo magnetico?  Mi sembra di ricordare che fosse abbastanza potente.
    Altra domanda: cosa succede alla nana bianca quando si spegne definitivamente?  Diventa un oggetto (non buco) nero comunque spaventosamente massiccio?
    Se sì, quanti ce ne potrebbero essere, in proporzione, nella nostra galassia?

    Grazie come sempre :)
      Alex. 

  9. caro Alex,
    sicuramente il campo magnetico sarebbe da considerare e anche i suoi effetti (caso per caso). Sì, la nana bianca si spegne lentamente mantenendo una massa che NON può essere superiore, però, a 1.4 masse solari (se no sarebbe esplosa come supernova...). Sicuramente moltissime... solo nei dintorni del Sole (entro 20 anni luce) ve ne sono almeno 7. D'altra parte è la fine di circa il 95% delle stelle di una galassia (da circa 8 volte più grandi del Sole fino alle nane rosse più grandi... le più piccole sono ancora in vita...). Possiamo stimarne almeno 10 miliardi nella Via Lattea... E sai quante negli ammassi globulari....

  10. AlexanderG

    Enzo,
        grazie mille per le tue risposte.
    Per l'ultima (numero di nane bianche), intendevo quelle "morte" (spente)... se sono tante, mi chiedo se possano essere un pericolo per il nostro sistema planetario.

    Un affettuoso saluto,
        Alex. 

  11. caro Alex,
    non è facile dire quando una nana bianca è SPENTA... Si spegnerà lentamente, in modo molto lento e quindi non è possibile rispondere. Cosa intendi per spenta? Se deve raggiungere lo zero assoluto penso che dovresti aspettare molto, molto a lungo... Sono sicuro di poterti dare la risposta di oggi: nessuna! :mrgreen:  

  12. AlexanderG

    No certo, non intendo zero assoluto, diciamo abbastanza fredda da non riuscire più a scaldare un pianeta vicino e non essere più facilmente rilevabile dagli attuali strumenti.
    Insomma, ci si preoccupa tanto di asteroidi e comete... ma dobbiamo anche preoccuparci di eventuali nane bianche non più così "bianche"? ;)

  13. no, caro Alex, nessuna paura di incontri con nane bianche vaganti nello spazio. Molto più probabile un asteroide... Per tante che ce ne siano, molto più probabile sarebbe anche un incontro con una nana bruna... (se ne stimano 40 miliardi). Ma lo spazio è molto poco abitato... nessun timore di questo genere...

  14. AlexanderG

    OK chiarissimo 8)

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