03/11/14

Stelle di campagna *

Una delle migliori lenti per scrutare l’Universo più antico (per noi) è senz’altro l’ammasso galattico chiamato Pandora (Abell 2744). Ne abbiamo parlato spesso per descrivere ciò che è stato scoperto e studiato dietro di lui. La sua massa è talmente grande da deflettere la luce di oggetti ancora più lontani che riescono così a uscire allo scoperto, aumentando anche la propria luminosità. Un vero e proprio “zoom” galattico che solo una lente gravitazionale come questa riesce a ottenere e poco importa se le immagini che regala siano sdoppiate e deformate. Einstein ci ha insegnato come ricostruirle adeguatamente.

Tuttavia, Pandora è anche interessante di per sé e non solo come gigantesca apparecchiatura ottica. La luce, che riceviamo oggi, l’ha lasciato circa 4 miliardi di anni fa ed esso ci mostra i segni di una battaglia oltremodo violenta e distruttiva.

Normalmente si dice che quando due galassie si attraversano ben difficilmente anche solo due stelle potrebbero scontrarsi. E questo fatto resta vero, anche se le reciproche azioni gravitazionali  deformano le strutture portando spesso all’unione delle due o a veri e propri distacchi di interi pezzi galattici.

Quello che causa i problemi, perciò, non è il rischio dell’urto tra stelle, ma la forza mareale che agisce su tutta la galassia. Figuriamoci, poi, se una povera galassia si trova immersa in una regione che contiene circa 500 galassie, a distanza molto ravvicinata. La situazione peggiore è quella di trovarsi al centro dell’ammasso, dove tutte le galassie confinanti o no giocano all’unisono. La marea che subisce la malcapitata può letteralmente disintegrarla e scagliare un po’ ovunque le sue stelle.

Stelle orfane che non possono far altro che vagare negli spazi intergalattici con poche speranze di trovare una nuova casa. Non è certo facile vederle una per una, ma tutte assieme dovrebbero creare un  alone luminoso debole ma non del tutto invisibile… almeno per gli occhi di Hubble.

L’ammasso Abel 2744, soprannominato Pandora, mostra la luce delle sue città e degli abitanti di campagna. Il colore blu è stato introdotto artificialmente per evidenziare le zone più luminose dell’ammasso. Si vede bene che la luce non proviene solo dalle galassie vere e proprie, ma anche da zone apparentemente vuote (quelle blu scuro) Fonte: NASA, ESA, M. Montes (IAC), e J. Lotz, M. Mountain, A. Koekemoer, e HFF Team (STScI)
L’ammasso Abel 2744, soprannominato Pandora, mostra la luce delle sue città e degli abitanti di campagna. Il colore blu è stato introdotto artificialmente per evidenziare le zone più luminose dell’ammasso. Si vede bene che la luce non proviene solo dalle galassie vere e proprie, ma anche da zone apparentemente vuote (quelle blu scuro)
Fonte: NASA, ESA, M. Montes (IAC), e J. Lotz, M. Mountain, A. Koekemoer, e HFF Team (STScI)

Analizzando attentamente Pandora, questi aloni si sono rilevati e si è potuto stabilire che derivano dalla disintegrazione completa di almeno sei galassie come la nostra. Per sdrammatizzare la situazione, è come se le stelle che vivevano in città si siano trasferite in campagna, lontano dal caos di una metropoli ultra affollata!

L’esodo è durato per almeno sei miliardi di anni ed è quindi cominciato quando l’Universo non aveva che poco più di tre miliardi di anni. Poco, ma non pochissimo. D’altra parte, per mettere insieme 500 città galattiche c’è voluto il suo tempo. L’alone dovuto alle campagnole (o orfane, come preferite) dovrebbe contribuire non poco alla luce complessiva dell’ammasso. Si è stabilito che la luce di 200 milioni di stelle vagabonde equivale al 10% della luce dell’intero ammasso. Niente male, anche se non è cosa facile da rilevare.

Lo studio della loro luce ha dimostrato che non sono stelle di “primo pelo”, dato che sono piuttosto ricche di carbonio, ossigeno e azoto. Stelle di seconda generazione, arricchite dall’esplosione di stelle precedenti. Questo fatto conferma l’appartenenza di esse a galassie  abbastanza evolute e di tipo a spirale come la nostra.

Ora Hubble ci ha preso gusto e vuole guardare meglio ai confini dell’ammasso e poi trovare le orfanelle anche in altri ammassi. Altro che vuoto intergalattico!

13 commenti

  1. Mario Fiori

    Insomma Hubble stà scoperchiando il famoso vaso, appunto di...Pandora.

  2. Alvermag

    Tornando seri Enzo, ti dirò che le stelle fuggitive mi hanno sempre affascinato, figuriamoci intere parti di galassie.

    Si è capito se i "pezzi" di galassie scaraventati nello spazio dalle forze mareali sono dotati di velocità propria molto elevata? Si è misurata detta velocità, almeno in qualche caso?

    Nella (recente) storia delle osservazioni astronomiche si è mai osservato un qualche evento catastrofico (tipo supernova) in zone del cosmo prive di galassie?

    Grazie

  3. Michael

    Mario ha un po' anticipato la domanda: il nome "Pandora" è un caso o è stato dato appositamente per questo motivo? ;)

  4. cari Mario e Michael,
    sì, il nome gli è stato dato proprio per i misteri che sta risolvendo...

  5. caro Alvy,
    sono sicuramente molto veloci, ma tutto dipende dalle forze che le hanno strappate dalla loro casa. Ora sono dominate dalla gravità dell'intero ammasso e quindi hanno moti molto complessi... No, le stelle singole non si vedono, ma non è detto che ve ne siano in tutti gli ammassi. Devono proprio iniziare altre ricerche. Sicuramente si troveranno anche supernove (le stelle continuano a evolvere anche isolate...), ma il problema è vederle così lontane...

  6. davide1334

    interessante,quindi anche ad ogni fusione galattica si fanno diciamo....vittime giusto?la
    stessa gravità che fa attirare e magari unire gli ammassi galattici e la stessa forza che
    causando queste maree può anche smembrarne.... ma le stelle che se ne vanno in
    campagna prendono solo il giro più largo nell'ammasso o partono proprio per la
    tangente?

  7. caro Davide,
    il destino delle stelle è vincolato alle modalità di espulsione (direzione, velocità e non solo). In generale stanno comunque all'interno dell'ammasso, dato che la gravità di tutte quelle galassie è enorme. La loro traiettoria è però sicuramente caotica e non prevedibile... Un problema degli n corpi ingigantito nei suoi vari risvolti (non solo masse puntiformi), ma masse estese... Insomma, un bel puzzle...

  8. Mario Fiori

    domanda un po' strana, ma se quelle stelle avesero pianeti , questi sarebbero sballottati con loro immagino, ma non sarà un viaggio fafcile, oppure c'è anche il rischio che si trovino a vagare senza stella visto le forze comunque in gioco?

  9. caro Mario,
    i pianeti orbitano su traiettorie abbastanza strette e formano insiemi abbastanza robusti. Normalmente, dovrebbero seguire le loro stelle a meno di casi particolarmente sfavorevoli. Un bel viaggio tra le galassie... Chissà che strana astronomia...

  10. foscoul

    Fantastico!!! mi domando riuscirà mai l'uomo a capire in che fase si trova l'universo in cui viviamo (io credo in un universo che si espande,fase attuale, e una volta che l'energia gravitazionale abbia la meglio comincierà a contrarsi) e riuscirà a capirlo o a vederlo prima che la nostra specie si estingua????? :roll:

  11. caro Foscoul,
    l'Universo attuale sembra destinato a una espansione continua (più o meno accelerata). In ogni modo sembra proprio difficile la vittoria della gravità e andremo verso la dispersione di tutta la materia... Le osservazioni permettono di valutare sempre meglio le variazioni delle distanze cosmologiche e la contrazione è sempre meno probabile. Beh... la nostra specie, per tanto che possa vivere, non credo proprio che faccia passi in avanti significativi basati sulle osservazioni... Qui si parla di miliardi e miliardi di anni ed è ben difficile che la nostra razza possa esistere ancora (Sole o non Sole...).

  12. AlexanderG

    Stavo pensando alle possibili 6 galassie disintegrate... questo vuol dire che ci sono 6 buchi neri galattici vaganti (sarebbe come liberare una tigre a New York), oppure si sono probabilmente già fusi con altri "fratelli"? :?:

  13. caro Alex,
    non è facile saperlo... Se hanno cibo attorno si farebbero vedere, ma se sono a dieta restano nascosti nello spazio meno denso. Ovviamente, durante la distruzione potrebbero anche essersi accoppiati con qualcuna delle "distruttrici". Insomma, tutto e il contrario di tutto... :wink:

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