16/05/20

Più di trecento nuovi telescopi in un colpo solo **

Questo articolo è inserito nella pagina d'archivio dedicata all'effetto lente gravitazionale

 

No, non è un boom dell'industria spaziale e nemmeno una scelta dell'homo sapiens mirata a capire sempre meglio l'Universo (lui al massimo spedisce i satelliti commerciali a illuminare e a disturbare le osservazioni). E' un regalo dell'Universo stesso per darci una piccola spinta in più...

Parliamoci chiaro: i nostri telescopi, anche i più potenti, hanno certi limiti e non sarebbero ancora riusciti ad analizzare gli oggetti più primitivi, magari quelli ancora immersi nella nebbia della fase oscura. Immaginiamoci al centro di una sfera con un certo raggio temporale che limita le nostre conoscenze, basate essenzialmente sull'ottica, anche considerando tutte le lunghezze d'onda che riusciamo a recepire e ad analizzare. Un limite sul quale bisognerebbe  costruire nuovi telescopi, in modo da guardare ancora indietro nel tempo. Malgrado i prodigi della tecnologia, non siamo ancora capaci di far viaggiare nello spaziotempo manufatti umani e ci dovremmo accontentare di ciò che si riesce a vedere dalla terra o -al limite- dallo Spazio come fa il vecchio Hubble e farà il giovane e pimpante Webb.

Tuttavia, così non è... grazie soprattutto ad Einstein che ci ha fatto capire che i telescopi sono già stati costruiti dallo stesso Universo. Basta solo andare a cercarli e a utilizzarli.

Avete già capito che stiamo parlando dell'effetto lente, quello che non solo ci permette di vedere ciò che dovrebbe essere nascosto, ma gli dà maggiore luce, proprio come una gigantesca lente. Sì, è vero, l'immagine è una specie di piccolo-grande quiz, dato che si può presentare come un cerchietto o come tanti archetti di cerchio o come quattro immagini separate e distorte. Beh... è meglio non avere sempre la pappa pronta e poi... c'è la relatività di Einstein che ci permette di risolvere il puzzle e riformare la forma e le caratteristiche originali.

Questi enormi telescopi sono, ovviamente, grandi e piccole galassie più vicine di ciò che vogliamo studiare, ma -soprattutto- ammassi galattici che con la loro massa decine e decine di miliardi di volte quella del Sole ci permettono di vedere l'infanzia del Cosmo. Massa della lente, distanza tra oggetto e lente e tanti altri fattori danno origine a immagini che sembrano veramente nascere dal nulla.

Al momento si conoscono poche centinaia di questi telescopi. Il loro guaio è che non possono essere mossi e ci possono far vedere sempre e soltanto la stessa "cosa". Osservazioni a macchie di leopardo, sperando che un'antica galassia appena nata dia fuoco alle polveri originando una supernova e che la sua luce venga ingigantita e trasportata fini a noi (tipo quella, per esempio, di cui è stato osservato il momento iniziale dell'esplosione proprio grazie all'effetto lente QUI). E' inutile tentare di muovere masse così grandi e poi dovremmo viaggiare nel tempo... no, molto meglio, "costruire" o -meglio in questo caso- scoprire nuovi telescopi, dato che non ci mandano certo le loro coordinate: un po' di fatica dobbiamo farla... e che diavolo!

E così attraverso la pazienza e i telescopi terrestre si è studiato il cielo in lungo e in largo cercando segnali di possibili effetti lente. Possibili da una lato, ma che se anche fossero stati reali, troppo deboli per essere studiati adeguatamente. Ed ecco allora arrivare il grande Vecchio, Hubble. Basta dare a lui le coordinate del possibile telescopio e lui, dallo Spazio, riesce subito -e con certezza assoluta- a dare la conferma. Non solo, però,  ma anche ad analizzare il suo regalo! D'altra parte non si poteva certo pretendere che Hubble passasse il suo tempo a cercare punto per punto un possibile telescopio. Ha avuto tanto altro da fare finora, in attesa del suo giovane collega, ormai in fase di arrivo.

Una serie di confronti tra ciò che è stato visto da terra (e che ha fatto supporre una lente cosmica (a colori) e quello che ha visto Hubble (in bianco e nero). Fonte: Dark Energy Camera Legacy Survey, Hubble Space Telescope)

E così, in un colpo solo, si sono scoperti e subito utilizzati più di 300 nuovi telescopi, ma il loro numero è destinato a salire. Un po' alla volta si sta creando una vera e propria rete di telescopi naturali in grado di portaci più vicini nel tempo e nello spazio. E quando arriverà il Webb si troverà una tavola praticamente imbandita. E sai che mangiata di Universo primitivo ci faremo e senza il fastidio degli insostituibili e indispensabili cellulari che ci permettono di insultare mezzo mondo seduti anonimamente in poltrona.

Il bello è che gli strumenti che hanno scoperto l'invisibile (o quasi) sono stati concepiti per riuscire a "osservare" la materia oscura... Beh... per fortuna a qualcosa servono!

Articolo originale QUI  (leggetelo o guardatelo perché contiene moltissime immagini...)

1 commento

  1. Mario Fiori

    Le meraviglie dell'Universo che pian piano si svelano a noi attraverso l'Universo stesso.Cerchiamo di continuare a meritarci certi regali della Natura. Hubble ha fatto e sta facendo un lavoro superbo.

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