02/04/21

Attenzione alla testa *

Impatti asteroidali e meteore. Due facce della stessa medaglia... ma esistono anche le vie di mezzo.

Quando si parla di impatti asteroidali (o cometari) si toccano solitamente i due estremi di uno stesso fenomeno che sembra ripetersi costantemente nel tempo: quelli spettacolari che producono meraviglia e ammirazione e quelli distruttivi, terrificanti e ben poco auspicabili. Tuttavia, come in tutte le cose, esistono le vie di mezzo e spesso sono le meno conosciute.

Pensiamo prima alle meteore, ossia all'effetto che si ha quando un piccolo pezzo di roccia o ghiaccio impatta contro la nostra atmosfera. Esso dà luogo a una splendida visione, più o meno duratura, che va dalla tenue traccia di una meteora al bolide capace di rivaleggiare,  in quanto a luminosità, con la Luna piena. Normalmente, tutto si risolve negli strati alti dell'atmosfera, ma, a volte, se il proiettile cosmico è di dimensioni leggermente superiori o se la composizione è di tipo metallico, può capitare che una parte dell'oggetto arrivi fino a terra. Dato che, praticamente, mai nessuno, a parte leggende o storie mai veramente confermate, ha mai dovuto interagire fisicamente con questi residui della costruzione planetaria, la caduta di un meteorite è cosa non solo accattivante, ma scientificamente molto importante per gli studi del materiale più antico del nostro sistema planetario. In ogni modo, o per diletto o per scienza, un meteorite è oggetto che causa stupore e gioia.

Quando invece l'asteroide o la cometa che ci piove sulla testa ha delle dimensioni che superano il chilometro la faccenda cambia completamente  e si aprono subito scenari da fine del mondo, di terrore puro. Tuttavia, questi scenari, che attirano particolarmente i media, sono statisticamente molto rari, dell'ordine di uno ogni milione di anni per quelli che vedono coinvolti oggetti al limite del chilometro di diametro.  E' ben difficile che possano realmente interessare la politica e, tantomeno, la preparazioni di eventuali contromisure. Si dice che, comunque, è stato fatto il massimo, ossia si sono scoperti e catalogati praticamente tutti (tranne che quelli posti su orbite  inattese o per le comete a lungo periodo) i proiettili a rischio. Non che conoscerli significhi molto, dato che per potere intervenire bisognerebbe agire molti anni prima dell'evento, quando la probabilità è ancora ben lontana dallo smuovere la politica decisionale.

Tuttavia, tra una meteora e un oggetto di un chilometro c'è tanto spazio a disposizione. E, poi, teniamo conto che un oggetto di poco inferiore a un chilometro farebbe "soltanto" danni locali e interesserebbe, perciò, solo aree limitate del mondo. E se qualcosa capitasse SICURAMENTE a te, perché mai IO dovrei aver voglia di spendere soldi per aiutarti?

E così le campagne osservative per gli oggetti superiori ai 100 metri vanno avanti a rilento, sia per l'enorme numero di oggetti attesi, sia perché costerebbero somme che perfino la scienza giudicherebbe inopportune. Eppure dei segni chiari ci sono stati... basti pensare all'evento della Tunguska, che, malgrado abbia portato alla distruzione completa di un oggetto non superiore ai 50 metri, avrebbe causato uno sterminio di massa se fosse avvenuto sopra una metropoli moderna. Se la città fosse stata Roma, ad esempio, avremmo avuto danni terribili su buona parte del Lazio. Un caso, ancora più recente (2013), è quello di Celjabinsk, in Russia, quando un oggetto molto piccolo (appena 15/17 metri di diametro), ha causato danni considerevoli a causa dell'onda d'urto susseguente all'esplosione finale (1500 feriti, 7200 edifici seriamente lesionati).

Ma, allora, esistono eventi intermedi? Sicuramente sì e la loro frequenza non è facile da stabilire dato che si conosce ancora poco del numero effettivo dei proiettili vaganti che sfiorano il nostro pianeta. Comunque sia, cominciano a diventare "interessanti" per i risvolti che avrebbe anche su tempi pari a poche generazioni. Molti di loro sono sicuramente avvenuti negli oceani o nei terreni desertici e solo la fortuna ci è venuta incontro. Già solo l'energia liberata nell'evento della Tunguska sarebbe stato dell'ordine di molte centinaia di volte quella della bomba nucleare di Hiroshima. Sono andati distrutti circa 80 milioni di alberi e ci vuole poco a immaginare di sostituire gli alberi con persone, residenti in una delle nostre megalopoli.

Ma qual è la probabilità di un evento del genere? Non è facile rispondere, proprio perché non è possibile saper stimare con buona accuratezza la popolazione di questo tipo di asteroidi e poi perché si riescono a catalogare solo quelli particolarmente evidenti. Inoltre, una volta capitato, se dell'oggetto originale non resta niente di particolarmente visibile/o se i piccoli eventuali residui sono piovuti in zone spopolate o in fondo agli oceani, ne deriva una enorme sottostima.

Ricordiamoci sempre che, malgrado le potenzialità distruttive dell'evento di Tunguska, esso vedeva coinvolto un oggetto di soli 50 metri. Ben diversa sarebbe stata la catastrofe, benché "locale", se si fosse trattato di centinaia di metri... ma anche questo tipo di evento è ben lontano dal poter essere classificato con una discreta probabilità statistica. Decine di migliaia, migliaia e, perché no, anche solo centinaia di anni. Secoli fa il mondo conosciuto era decisamente più piccolo di quello di adesso e ben più limitate erano le tecniche di avvistamento (praticamente solo gli occhi...).

A questo punto, dopo una premessa di cui abbiamo parlato più volte, eccoci alla news...

Un gruppo di ricerca ha trovato i segni inequivocabili dell'origine extraterrestre, per l'abbondanza di certi elementi, che presentano tutti i segni tipici di una pioggia su larga scala e di un impatto violento con gli strati atmosferici più bassi.

Piccole sferette di condensazione sicuramente aliene ritrovate nell'area studiata. Fonte: Scott Peterson

La data? 430 000 anni fa. Non così lontana nel tempo e di energia decisamente superiore a quella di Tunguska. Si tratta, probabilmente, di un classico esempio al limite tra la formazione di un cratere da impatto e la distruzione atmosferica. Un evento sicuramente devastante se solo si verificasse oggi in una zona abitata.

Simulazione del quasi-impatto di 430 000 anni fa. Fonte: Mark A. Garlick

Riporto, tradotte, le testuali parole di uno dei ricercatori: "Per comprendere appieno la ricorrenza degli impatti asteroidali, sarebbe altamente necessario che studi futuri siano indirizzati verso la scoperta di eventi simili su differenti tipi di suolo, non ultimo il basamento oceanico. Limitarsi alla sola Antartide vorrebbe dire riferirsi solo al 9% della superficie terrestre emersa. Ovviamente, eventi accaduti in Antartide non avrebbero mai avuto conseguenze drammatiche; lo stesso, però, non si potrebbe dire se la regione coinvolta fosse stata densamente popolata. Si dovrebbe parlare di milioni e milioni di morti e distruzioni catastrofiche anche a distanza di centinaia di chilometri dall'epicentro".

Belle parole... ma pensiamo davvero che possano mai venire finanziati studi, sicuramente molto costosi, solo per trovare piccoli frammenti di roccia aliena? Non ho certo bisogno di rispondere.

Articolo originale QUI

 

NEWS del 10/4/2021 - La ricerca scientifica in Antartide non smette di stupirci: stimata l'enorme quantità di polvere interplanetaria che cade ogni anno sulla Terra!

QUI parliamo di asteroidi avvistati poco prima (o poco dopo) il passaggio ravvicinato col nostro pianeta, nell'ultimo decennio.

6 commenti

  1. Mario Fiori

    Caro enzo come al solito è il denaro che fa a padrone assoluto, da "dio", da tutto. Poi a cose accadute , se ne possiamo riparlare, ci rendiamo conto e ci rammarichiamo su cosa potevamo fare alla luce delle attuali conoscenze e quante ulteriori conoscenze potevamo avere. unpo' come i costi e il denaro che abbiamo assurdamente risparmiato sulla Sanità andando però ad ingrassare i portafogli di alcuni privati.

    L'essere umano non si convince e vuole solo il tintinnio del denaro pensando pure di portarselo dietro all'altro mondo.

  2. Mario Fiori

    Una buona Pasqua a tutti, Enzo, famiglia e tutti i componenti del circolo. 

  3. Giorgio

    Caro Enzo,

    anche a Pasqua ci "obblighi" a riflessioni interessanti dalle quali emerge una richiesta di approfondimento:

    Esistono calcoli o simulazioni che indichino zone terrestri come candidate "più probabili" a tali eventi ?

    Approfitto per augurare a te e a tutti gli amici del circolo BUONA PASQUA

  4. Buona Pasqua a tutti voi!!!

    No, caro Giorgio... ogni punto ha le stesse probabilità di venire colpito.

  5. Supermagoalex

    Buona Pasqua e Pasquetta a tutti!

    Ho appena finito di vedere un "bel" film catstrofico: Greenland, e stavo per fare la stessa domanda ad Enzo. Poi pensando a tutti i corpi celesti geologicamente non attivi, vediamo che la loro superficie è ricoperta uniformemente di crateri, e dunque lo stesso dovrebbe valere per la Terra. Non esistono quindi zone "privilegiate", anche se nel film che ho appena visto gli americani hanno ben pensato di far cadere il meteorite più grosso sopra l'Europa occidentale... così hanno avuto il tempo di rifugiarsi nei bunker che avevano costruito (grazie al GW??) in Greenland :lol:

     

  6. Un grosso abbraccio, caro SMA!!! e stiamo attenti alla testa (e a quello che c'è dentro, soprattutto) ... :-P

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