07/10/15

La Luna? Un magnifico e preciso termometro terrestre **

Questo articolo è stato inserito nella sezione dell'archivio dedicata al clima e al riscaldamento globale, nella quale troverete una selezione di articoli sull'argomento e le motivazioni della nostra impostazione critica a riguardo.

 

E se guardando la Luna riuscissimo a capire molto di più del clima terrestre di quanto si ottiene con i modelli raffazzonati che ci investono quotidianamente e mirano solo al catastrofismo, utile a imporre qualsiasi decisione politica? Più esattamente, sono di estremo interesse le eclissi totali di Luna e il… colore del prezioso satellite.

Abbiamo appena parlato di isoprene, composto organico in grado di produrre aerosol atmosferico direttamente dagli strati superficiali marini e, come conseguenza, di aumentare la formazione nuvolosa e causare una diminuzione di temperatura. Un processo che le foglie e molti altri organismi viventi sanno usare da moltissimo tempo.

Generalmente, quando si parla di aerosol si pensa all’inquinamento umano, ma si sa benissimo che le sorgenti più importanti sono i vulcani, vere e proprie valvole di scarico di polvere e cenere, in grado di fare abbassare drasticamente  la temperatura, indipendentemente dalla CO2 che producono.

Ricordiamoci del famoso “anno senza estate” legato all’eruzione del Tambora nel 1815. Basta poco ai vulcani per ribaltare qualsiasi tendenza climatica, naturale o artificiale  che sia.

Come rendersi conto di questo aumento di aerosol e di copertura nuvolosa globale senza utilizzare rivelatori locali, spesso in disaccordo tra loro, se non addirittura guidati da ciò che viene imposto dall’alto (si tengono solo i dati che sono utili allo scopo…)? Beh… basta osservare le eclissi di Luna, come quella avvenuta da poco, e valutare il colore che mostra il nostro satellite.

L'eclissi totale di Luna del 2015. Fonte. Sky and Telescope
L'eclissi totale di Luna del 2015. Fonte. Sky and Telescope

I media hanno riportato parzialmente la notizia, ammettendo che la Luna è apparsa più “scura” di quanto ci si aspettasse. Un segno piccolo, ma indicativo, di un raffreddamento globale in atto. Probabilmente solo momentaneo, ma ricordando l’isoprene le cose potrebbero assumere ben altra rilevanza.

Richard Keen dell’Università del Colorado (un VERO scienziato del clima) spiega molto semplicemente che l’eclissi di Luna è un libro aperto sulla trasparenza dell’atmosfera terrestre. Essa indica chiaramente la quantità di aerosol che è immesso in atmosfera. Normalmente, questo fenomeno dipende dalla cenere vulcanica, ma qualsiasi altro processo è altrettanto utile allo scopo. Se l’aerosol aumenta, cala la trasparenza e la Luna assume un colore rosso scuro. Se l’atmosfera è particolarmente pulita la Luna assume un colore arancio brillante. Maggiore o minore trasparenza vuol dire maggiore o minore temperatura.

Nel 2008 si era dimostrato che una decina d’anni di aria “pulita” (controllata attraverso le eclissi) aveva prodotto un  riscaldamento di circa 0.2 °C. L’eclisse del settembre 2015, invece, è risultata di circa 0.4 mag più scura del previsto. Facendo i calcoli ciò vuol dire una diminuzione di temperatura pari a 0.04 °C. Una sciocchezza o poco più, ma estremamente indicativa su come la Luna possa funzionare da termometro oggettivo e globale.

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In realtà, tutto torna considerando l’eruzione vulcanica del Calbuco in Cile di sei mesi prima. Una piccola eruzione, ma sufficiente a farsi sentire a livello atmosferico. D’altra parte, polvere atmosferica vuole dire maggiore riflessione della luce solare e conseguente diminuzione della temperatura. Niente a che vedere con l’eruzione del Pinatubo del 1991, che produsse (udite, udite) una diminuzione di circa 0.6 °C, tre volte maggiore del riscaldamento globale (che tanto terrorizza) legato ai dieci anni precedenti il 2008.

Keen dice anche una cosa molto interessante (spesso trascurata): “La piccola diminuzione di temperatura sarà facilmente recuperata e superata dagli effetti periodici del Nino che sta formandosi nel Pacifico”, con tutte le sue conseguenze ancora ben poco conosciute. Ecco un altro fenomeno che influenza pesantemente il clima globale e che viene sempre tenuto in conto molto relativo e parziale.

Keen ha studiato le variazioni del colore lunare e, quindi, della trasparenza atmosferica per molti anni ed ha collegato le varie eruzioni vulcaniche stabilendo confronti e previsioni. Sarà interessante vedere come e se l’isoprene di fabbricazione marina possa essere rivelato anche attraverso il colore del nostro prezioso satellite.

Rimane indiscutibile un fatto: il clima terrestre è legato a un’infinità di processi e fenomeni che sono solo parzialmente conosciuti o –addirittura- del tutto sconosciuti. A titolo di esempio allego una tavola-figura di Keen in cui si valutano i vari contributi dei vulcani e dell’immissione di CO:

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Particolarmente interessanti sono i parametri conclusivi. L’aumento di temperatura nel periodo 1974-2015 è stato di 0.25 °C. La sola trasparenza atmosferica, particolarmente elevata negli anni dopo il 1995, ha contribuito per 0.12 °C.  La CO2 da sola, su un periodo di 36 anni, è responsabile di soli 0.08 °C (il doppio di una minuscola eruzione come quella del 2015).  Il che implica che la temperatura salirà di 0.33 °C entro il 2100. Ma dove sono i famosi 3.5 °C? Ne parla solo la TV e la politica riunita a Parigi per spendere i nostri soldi senza, ovviamente, concludere un bel niente.

Se poi, mettiamo in conto l’attività solare, qualche bel vulcano e il nuovo ruolo dell’isoprene, temo (o meglio spero ardentemente) che i valori negativi superino di gran lunga quelli positivi (in termini di temperatura). Meno male che Il Nino ci darà un po’ di calore…

Mi sto accorgendo di fare pura fantascienza, dato che questi dati di un’Università specialista in climatologia, che non viene annoverata tra gli “scettici” (da eliminare in tutti i modi, anche fisicamente…), non vengono minimamente presi in considerazione dai tuttologi con o senza farfallino, dalle discussioni politiche, dagli scenari sempre più catastrofici (che però si rimandano di dieci anni in dieci anni) forniti dalle istituzioni ufficiali.

Scusate e considerate quanto ho detto uno “stupido” romanzetto d’appendice e godiamoci il riscaldamento globale che, però, ha dato luogo alla migliore vendemmia degli ultimi decenni (anche in Inghilterra!)… Non tutto è poi negativo… Cin cin a tutti e “Viva il vino ch’è… sincero”, come ci ricorda Mascagni!

1 commento

  1. Gianni Bolzonella

    Io credo che l'inquinamento vero,pericoloso ,sia quello locale,concentrato,anche quello di esseri umani.Il troppo stroppia sempre.

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