05/02/16

Basta poco per cambiare un’esplosione **

Questo articolo è stato inserito nella RACCOLTA dedicata agli studi più recenti sulle supernove Ia, che stanno facendo vacillare la certezza sulla loro luminosità standard, sulla quale poggiano le misurazioni circa l'espansione dell'Universo.

 

Uno delle classi più importanti di supernove è quella detta di tipo Ia. Sono proprio loro che “dovrebbero” rappresentare le candele cosmiche in grado di farci misurare le distanze delle galassie anche abbastanza remote. Essendo fenomeni altamente luminosi si riescono a vedere anche in strutture molto lontane. I risvolti sulla supposta accelerazione dell’espansione dell’Universo sono ben noti a tutti. Così come sono anche ben noti i problemi che sono sorti recentemente, relativi al fatto che le supernove di tipo Ia sembrano diversificarsi in classi diverse, mettendo in crisi la costanza della loro luminosità assoluta. Un nuovo studio punta, adesso, il dito su una fase poco studiata della preparazione di una supernova di tipo Ia, una fase che potrebbe complicare e modificare significativamente il risultato finale. Una fase che avviene quasi di nascosto, all’interno di un’enorme coltre che nasconde ciò che sta succedendo al suo interno. Tempi duri per le supernove di tipo Ia…

Come spesso capita in Natura, i momenti più significativi dell’evoluzione sembrano volersi nascondere o avvenire molto rapidamente. Lo fanno le stelle quando nascono insieme al loro disco proto planetario, lo fanno gli astri ormai stanchi che collassano verso i vari tipi di materia degenere, lo fa una supernova, lo fa un buco nero che lancia i suoi getti ultra energetici verso lo spazio, lo fa un asteroide quando colpisce la Terra, ecc., ecc.

Ricordiamo, anche se non ce ne sarebbe bisogno, che le supernove di tipo Ia si verificano nei sistemi binari stretti, dove una nana bianca si “ingrassa” succhiando materia dalla compagna, che si è trasformata in gigante, fino a esplodere.

Tuttavia, l’origine di un tale sistema è ancora più articolato. All’inizio, vi sono due stelle di massa leggermente diversa e, di conseguenza, una delle due ha fatto più in fretta a diventare gigante rossa. La secondaria inizia a mangiare la materia della primaria, ma gran parte del gas si disperde attorno al sistema fino a creare un enorme inviluppo che racchiude entrambe le stelle. Una fase, questa, di durata relativamente breve, in  quanto in tali condizioni le orbite dei due oggetti si avvicinano e per la conservazione dell’energia una parte viene trasferita al gas che circonda la coppia costringendolo ad andarsene verso lo spazio, dove si mischia con il mezzo interstellare. La coppia rimane in qualche modo “nuda”, ma nel frattempo la gigante si è trasformata in nana bianca e inizia la fase di “ingrassamento” di quest’ultima, a spese della compagna, che porta alla supernova.

L’intera sequenza è ben rappresentata nella figura sottostante presa da Wikipedia.

Fonte: Wikipedia
Fonte: Wikipedia

La fase che interessa è proprio quella del comune inviluppo. Il gruppo di ricerca ha cercato di analizzare ciò che succede durante questo periodo di vita strettamente in comune e si è reso conto che esso può influenzare tutta la vita successiva della coppia, fino alle modalità dell’esplosione. Teniamo presente che l’evoluzione dell’inviluppo e della traiettoria della coppia è dell’ordine di poche decine di orbite: un nulla, ma altamente decisivo.

Il problema è tutto tranne che semplice. Basti ricordare che  il nucleo della gigante, che sarà poi la nana bianca che esploderà, rappresenta solo una minima parte (da un millesimo a un decimillesimo) dell’intero inviluppo gassoso.

Un’immagine ottenuta durante la simulazione dell’inviluppo. Al centro dell’immensa nube gassosa si identificano il nucleo della gigante rossa e la compagna in orbita molto stretta. Il tutto avviene in tempi comparabili con quello relativo a un numero abbastanza ridotto di orbite. Tra non molto il decadimento orbitale causerà l’espulsione dell’inviluppo. Credit: Ohlmann /HITS
Un’immagine ottenuta durante la simulazione dell’inviluppo. Al centro dell’immensa nube gassosa si identificano il nucleo della gigante rossa e la compagna in orbita molto stretta. Il tutto avviene in tempi comparabili con quello relativo a un numero abbastanza ridotto di orbite. Tra non molto il decadimento orbitale causerà l’espulsione dell’inviluppo. Credit: Ohlmann /HITS

Ne consegue che la descrizione dell’evento è pesantemente sensibile all’idrodinamica dell’intero sistema, alle scale temporali e spaziali. In pratica si è solo all’inizio di un processo ben più importante e decisivo di quanto si pensasse precedentemente. Senza affrontare con la dovuta curiosità questa fase così breve, ma così delicata, è un po’ come se cercassimo di spiegare una certa reazione violenta nella vita di un uomo, tralasciando le sue esperienze traumatiche precedenti.

Insomma, lo schema piuttosto semplice e lineare delle supernove di tipo Ia si complica sempre più… e (secondo me) lo spazio accelera sempre meno… Ma questa è un’altra storia…

Articolo originale QUI

Volete seguire l’evoluzione della ricerca riguardante questo tipo di supernove?
Allora non potete perdervi gli articoli precedenti, a partire da questo

 

8 commenti

  1. marco

    grazie.
    è incredibile che pochi giorni prima di questo articolo stavo cercando novità sulla questione delle sottoclassi delle Ia...
    molto tempestivo!!! :)

  2. Daniela

    Se sei interessato alle supernove Ia, Marco, ti consiglio di leggere anche questi articoli:

                    

  3. grazie Dany... tu sei molto più di un'assistente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :-P  :-P

  4. Daniela

    Prego! Cerco solo di "restituire" un centesimo di quello che ci dai tu   :wink:

  5. Questi papallicoli vogliono sempre avere l'ultima parola!  :mrgreen:

  6. marco

    daniela, grazie!!! me ne era sfuggito solo uno, l'ultimo.
    siete tra le mie fonti più interessanti e affidabili...:)

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