26/03/17

I Racconti di Ciccio e Astericcio (10): VIAGGIO NEL "PIANETA INFORMAZIONE" (1° parte)

Finalmente un nuovo viaggio nello spazio per i nostri piccoli e sempre più avventurosi amici! Questa volta, tuttavia, non si limiteranno a qualche giro intorno alla Terra, bensì affronteranno lo spazio profondo, con tutti i suoi pericoli, tutte le sue opportunità, ma, soprattutto, tutte le informazioni che ci dà!

 

Personaggi e interpreti principali:

Ciccio: un riccio terrestre di grande esperienza

Astericcio: un riccio proveniente da un pianeta troppo perfetto

Scherzy: un abitante del pianeta Papalla in vacanza sulla Terra

Mimì, Tigotta e Bianchina: tre gattine molto vivaci e riflessive

Papamicio: uno scienziato burbero dal cuore tenero, proprietario del giardino che ospita i piccoli amici

Daniccia e Barbariccio: le narratrici

 

Al tramonto, nel giardino di Papamicio

Bianchina: Trallalà… miaramao mao… hei! Cosa fai qui tutto solo, Astericcio?

Astericcio: Ho passato tutta la giornata a mettere in ordine la tana e a procurarmi provviste per quando farà freddo, sono stanco morto e mi sto godendo un meritato riposo. E non c’è modo migliore per farlo che poggiare gli aculei su questo muschio per sentire quanto è morbido, respirare lentamente e profondamente per apprezzarne il profumo e puntare lo sguardo verso questo cielo.

Bianchina: Cielo?! Sì, è bello, ma non ti annoi a guardare solo il cielo?

Astericcio: SOLO il cielo? Ma hai idea di quante informazioni ci può dare!? Dopo tutte le avventure che abbiamo vissuto e i grandi personaggi con cui abbiamo parlato, dovresti saperlo che il cielo può trasmetterci una miriade di informazioni interessantissime! Sta a noi recepirle e interpretarle nel modo corretto.

Ciccio: Giusto, Asty, ben detto! Questo l’ho capito anch’io… ma la cosa che ho capito meglio è stata l’assenza di peso in caduta libera! Non c’è niente da fare, non esiste spiegazione, per quanto ben fatta, che sia più efficace dell’esperienza diretta. Uao, che sensazione… mi tremano ancora gli aculei dall’emozione se ci ripenso!

Bianchina: Ti capisco, Ciccio! Io se non tocco con zampina, non mi diverto! Per questo non capisco come faccia Astericcio a divertirsi guardando fisso il cielo per così tanto tempo, senza neanche poterlo toccare!

Astericcio: Non è vero che non tocco il cielo! Se vedo questi meravigliosi colori è merito dei giochi tra fotoni ed elettroni che arrivano fino a me, quindi loro toccano me e io tocco loro!

Bianchina: Ehhh? Ma di cosa stai parlando? Io non vedo niente che ti tocca, ma sei impazzito?

Astericcio: Uff… santa pazienzina… se invece di sprecare tempo a litigare con Tigotta, ne impiegassi un pochino per delle sane e divertenti letture, forse capiresti di cosa sto parlando!

Bianchina: Piuttosto, invece di poltrire guardando stelle e pianeti da lontano, perché non mi aiuti a convincere Scherzy a portarci con la sua astronave a fare una bella passeggiata nello spazio? E’ stata così emozionante quella che abbiamo fatto mesi fa! Ricordi?

Astericcio: E come potrei dimenticare la più bella aurora che abbia mai visto in vita mia? Scherzy fu molto gentile a metterci a disposizione la sua astronave, ma non credo che sia giusto approfittarne.

Ciccio: Ma dai, Asty, cosa ci costa chiedere? Al massimo ci dirà di no… ma ne dubito! Scherzy è sempre molto gentile!!!

Scherzy: Sbaglio oppure ho sentito pronunciare il mio nome? Perché state parlando di me?

Bianchina: Miaoooo!! Certo che stavamo parlando di te, carissimo amico! Sentivamo la tua mancanza e ci stavamo chiedendo dove fossi per venire a chiamarti…

Scherzy: Mmmmm… dai, Bianchina, non sono nato ieri, sputa il rospo!

Bianchina: E va beeeeeene… sarò sincera e non ci girerò tanto intorno: ho tanta voglia di tornare a fare una passeggiata nello spazio con la tua astronave! Ti prego, ti prego!! Miao smaramao, miao smiao!! Daiiiiiii!!! Non dirmi di no, ti prego Scherzone mio!!! Chiedimi qualunque cosa in cambio e lo farò!!

Scherzy: Ok!

Bianchina: Ok?!?! Così, senza neanche farti pregare un po’?

Scherzy: A dire il vero, è già qualche giorno che ci sto pensando anch’io e avevo intenzione di proporvelo… comunque sappi che prendo per buona la tua offerta, mi devi un favore, alla prima occasione te lo ricorderò!

Bianchina: Boccaccia mia… e va bene, me la sono cercata, comunque sono talmente contenta di partire in astronave che non m’importa di nient’altro! Sarò felice di farti un favore, prima o poi!

Scherzy: Forza ragazzi, chiamate Mimì, Tigotta e Papamicio e partiamo!!

Papamicio: Cosa? Partire per dove? Di cosa state parlando? Io sono stanco… è quasi notte fonda e voglio andare a dormire!

Ciccio: Torniamo nello spazio a fare una passeggiata con l‘astronave di Scherzy! Dai Papamicio, vieni anche tu!

Papamicio: Oh no, per carità! Sono troppo vecchio per queste cose, mi stancherei moltissimo! No, no, non se ne parla neanche, ho bisogno del mio letto per dormire, non riuscirei mai a farlo fluttuando nell’astronave in assenza di peso!

Astericcio: Che peccato… ci mancherai tanto… sniff, sniff…

Papamicio: Tranquillo, Asty, sono certo che vi divertirete tanto e, al vostro ritorno, mi racconterete ogni più piccolo particolare! Ci conto! E non dimenticate di avvertirmi quando sarete all’altezza di Giove, così avrò il tempo di preparare un’ottima grigliata di carne e pesce per festeggiare il vostro ritorno!

Poco dopo…

Scherzy: Siete tutti ai vostri posti, ragazzi? Le cinture di sicurezza sono ben allacciate?

Tutti: Sììììììììì !!!!!

Scherzy: Allora accendo i motori e che abbia inizio il count-down! 100-99-98……. 3-2-1 VIA!

WROOOOOMMMMM

astronave

Mimì: Mammamicia mia, che bellezza, stiamo volando da pochi minuti e già vediamo la Terra così lontana.

Scherzy: Eh sì, la volta scorsa ci siamo limitati ad entrare in orbita intorno alla Terra per poter ammirare un’aurora, ora invece voglio farvi conoscere lo spazio profondo, quindi ho acceso i motori iperionici. Dove vi piacerebbe andare?

Tigotta: Voglio assolutamente visitare la costellazione del Leone: è il mio segno zodiacale!

Bianchina: Allora andiamo anche a visitare anche quella del Toro, che è il mio, se no sono gelosa!

Scherzy: Perdindirindina, cosa devono udire le mie povere papalorecchie! Ma davvero credete a queste stupidaggini?

Tigotta: Ma non sono stupidaggini… mi riconosco perfettamente nelle caratteristiche del segno del Leone… non ho forse grande volontà e determinazione unite a tanta gentilezza?

Bianchina: E io, da buon Toro, non sono forse testarda, possessiva e paziente?

Ciccio: Ehm, ehm… vogliamo parlare della gentilezza di Tigotta e della pazienza di Bianchina? Meglio lasciar perdere…

Scherzy: Su, micette mie, siate serie! Chiunque abbia un po’ di sale in zucca sa perfettamente che quelle sono solo baggianate che servono a far vendere pubblicità alle riviste e ai siti che le pubblicano perché ci sono milioni di creduloni a questo mondo! Potrei raccontarvi molti esempi storicamente documentati di previsioni astrologiche clamorosamente sbagliate. E non ditemi che ce ne sono anche tante indovinate perché è ovvio che, a forza di tentare, qualcosa s’indovina per forza!

Ciccio: Ma cosa sono queste costellazioni?

Scherzy: Sono gruppi di stelle che, secondo la fantasia degli umani, formerebbero figure di esseri mitologici, di animali o di cose. Ma la figura che formano quelle stelle non corrisponde a niente di reale, si tratta solo di una visione prospettica che cambia al cambiare della distanza e della posizione da cui si osservano quelle stelle.

Ciccio: Visione prospettica??  Pendinciriccio, ora che non c’è Papamicio a parlare difficile, ti ci metti tu? Cosa cribbio significa “visione prospettica”?

Scherzy: Sì, Ciccino, hai ragione, scusami! Ti farò un semplice esempio, così capirai al volo. Hai mai sentito parlare di Orione? E’ una delle costellazioni più conosciute perché ha una forma inconfondibile, le stelle che la compongono sono molto brillanti, occupa una grande porzione di cielo ed è visibile da quasi ogni luogo della Terra.

Ciccio: Certo che la conosco! Ma non sapevo che fosse una costellazione…

Scherzy: Bene, Ciccio… ora guarda fuori da quell’oblò: riesci a riconoscere Orione?

Ciccio: No, non la vedo. Forse non stiamo guardando nella giusta direzione…

Scherzy: E invece la stai guardando! Ma, poiché abbiamo già percorso una distanza notevole, quel gruppo di stelle che dalla Terra assume la forma che tutti ben conosciamo, da qui è irriconoscibile perché assume una forma totalmente diversa. Ecco, guardate bene, il “nostro” Orione è quello lì!

Orione

Ciccio: No, no… senti Scherzy, non riuscirai a farmi credere che quella roba lì è Orione, questa volta non m’inganni!

Scherzy: E quando mai ti ho ingannato, sei impazzito del tutto?

Ciccio: Beh… non me lo ricordo, ma questa volta sono certo che mi stai prendendo in giro, perdincibacco!

Scherzy: Uffi… sei sempre il solito! Ora ti farò un esempio semplice per farti capire come mai Orione sembra scomparsa. Forza ragazze pelose, venite qui, presto!

Mice: Noi???

Scherzy: Certo! E chi se no? Quante ragazze pelose vedete nei dintorni?? Santa pazienzina!! Allora tu Mimì mettiti qui, tu Bianchina qua e tu Tigotta là. Tu, invece, Ciccetto mio, vieni qui accanto a me, osserva le mice e fa’ loro una foto.

Costellazioni1

Ciccio: Bene, fatto! Ma cosa c’entr….

Scherzy: Sta’ un po’ zitto, seguimi, e alla fine capirai! Forse! Ora avvicinati all’oblò e fa’ un’altra foto al gruppo.

Costellazioni2

Ciccio: Fatto! E ora?

Scherzy: Ora osserva le due foto: ti sembra che le mice siano nella stessa posizione?

Ciccio: No, decisamente no…

Costellazioni3

Scherzy: Però hai visto con i tuoi stessi occhi che loro sono rimaste immobili e l’unico a muoversi sei stato tu, giusto?

Ciccio: Giusto… quindi…?

Scherzy: Dimmelo tu, furbone: quali conclusioni possiamo trarre da questo banale esperimento?

Ciccio: Mmmmm, dunque… quando ero lì le ho viste così e quando ero là le ho viste cosà… non ci vuole un genio per capire che la posizione di una rispetto all’altra, viste dall’esterno, cambia a seconda di come si sposta chi le osserva.

Scherzy: Giusto, ma non è tutto! Se facciamo avvicinare le mice, la differenza nella visione della costellazione sarà minima o anche nulla. Rifacciamo l’esperimento facendo stare le micine più vicine tra loro. Forza piccole, avvicinatevi tutte al centro della sala comando. Visto Ciccio?

Ciccio: Mah… diciamo di sì… ma sì, ma sì, certo che ho capito! Ho capito che hai ragione tu, come sempre!

Scherzy: Certo, Ciccio, questa è la dimostrazione che le costellazioni non sono una realtà fisica, ma sono solo visioni prospettiche di gruppi di stelle disposte a casaccio nello sconfinato vuoto cosmico! Venite tutti qui, per togliervi ogni dubbio, guardate questa animazione sul computer di bordo

Costellazioni animate
Qualunque sia la posizione delle cinque stelle lungo la linea che congiunge ognuna di esse alla sua immagine sulla sfera celeste, il risultato è sempre lo stesso: si continua a vedere una costellazione quadrata con una stella al centro

 

costellazione non animata
Quando si trovano in A, gli astronauti vedono la costellazione quadrata con la stella al centro ma, quando si spostano in A’, quella costellazione non è più riconoscibile ed è molto meno attraente.

Astericcio: Assurdo! Come possono così tante persone pensare che una cosa del genere abbia una qualche influenza sul carattere degli esseri viventi e, addirittura, sul loro destino? Ma mi FACCINO il piacere!!

Tigotta: Ma, insomma, che male c’è a leggere gli oroscopi e a sognare che dicano il vero quando ti annunciano fortuna o la nascita di un nuovo amore?

Scherzy: Non c’è niente di male, finché lo fai come se fosse un gioco. Il problema è che prospera un gran giro d’affari intorno a questi oroscopi e ne beneficiano individui privi di scrupoli a cui non importa niente di fare soldi sfruttando in modo ignobile il desiderio ingenuo di molti di conoscere ciò che il destino riserva loro.

Bianchina: Ma allora ci danno un’informazione sbagliata! E lo fanno apposta, manipolando i dati che hanno a disposizione come fa comodo a loro! Smaramiao!

Scherzy: Purtroppo sì, gioia mia, è proprio come hai detto tu: viene acquisita un’informazione che le stelle ci inviano grazie alla loro luce e ai fotoni che la trasportano, e viene data ad essa un’interpretazione distorta. Ma il peggio è che viene fatto in mala fede per scopi che niente hanno di nobile, tutt’altro!

Astericcio: Ma come è nata questa idea degli umani sull’influenza delle stelle sul loro carattere e sul loro destino?

Scherzy: Questa idea di cui parli si chiama astrologia e nasce con l’uomo e con il suo istintivo desiderio di alzare gli occhi al cielo con tanta meraviglia ma anche timore. Fu naturale, col tempo, accorgersi che a determinati fenomeni celesti erano associate determinate conseguenze sulla Terra. Emblematico il caso degli antichi egizi che prevedevano le piene del fiume Nilo, vitali per la fertilità dei loro campi, in base al sorgere poco prima dell’alba della stella Sirio.

Astericcio: Ma come fai a sapere tutte queste cose, Scherzone? Bevi caffè e conoscenza a colazione la mattina??

Scherzy: In un certo senso… diciamo che le mie colazioni con Papamicio sono sempre insaporite da qualcosa in più oltre a caffè, latte e biscotti!

Astericcio: Eh sì, si vede! Scusa se ti ho interrotto, cosa stavi dicendo di Sirio e degli antichi egizi?

Scherzy: Semplicemente che quando vedevano sorgere Sirio, la stella più luminosa visibile dalla Terra, poco prima dell’alba, si organizzavano per affrontare la piena del Nilo che sarebbe arrivata di lì a poco. Ovviamente ciò accadeva semplicemente perché quella posizione di Sirio si verifica intorno al solstizio estivo, a fine giugno, quando, per ragioni che hanno solo a che vedere con il clima terrestre, stava per iniziare il periodo delle piogge alle sorgenti del Nilo e la conseguente esondazione nei terreni egiziani. Sirio non c’entra niente! E questo è solo uno dei tanti esempi che potrei raccontarvi sul legame tra fenomeni celesti ed eventi terreni, che radicò nell’uomo la convinzione di un’influenza del cielo sulla vita quotidiana.

Astericcio: Ma allora si capisce come mai questa convinzione è stata estesa a tanti altri aspetti, oltre a quelli legati ai ritmi dell’agricoltura!

Ciccio: Ma certo, è ovvio! Però riuscire a credere che qualche stella lontana lontana possa influire sul fatto che io sia allegro o triste oppure che trovi l’amore o lo perda, mi sembra davvero esagerato!

Tigotta: Mah! Siete proprio terribili… mi divertivo tanto a leggere l’oroscopo con Bianchina tutte le mattine per farmi due risate… ora me lo avete distrutto!

Scherzy: Continua pure a farlo, ci mancherebbe! E continua a farci due risate, ma limitati a questo, guai ad impostare le proprie scelte su simili stupidaggini!

Bianchina: Ok, ok… informazione ricevuta ed elaborata!

Scherzy: Ottimo, Bianchina, non hai idea della grande verità che hai appena pronunciato: spesso le informazioni che riceviamo sono inutili se non le elaboriamo. A volte possono essere sufficienti i nostri sensi, altre volte sarà necessario qualche strumento tecnologico più potente di essi, ma quello che è sempre indispensabile è un cervello che interpreti quei dati, qualunque sia la loro provenienza.

Bianchina: Interessante quello che stai dicendo… miao miao… ci fai qualche esempio per capire meglio questo concetto?

Scherzy: Ottima idea, piccola, così inganniamo il tempo del viaggio facendo qualcosa di utile! Dunque… abbiamo appena visto, grazie alle immagini di Orione, che si scioglie come neve al Sole quando si viaggia nello spazio, che le stelle non sono tutte alla stessa distanza della Terra. Secondo voi, amici miei, come si fa a calcolare, da Terra, la distanza di ognuna di loro?

Tigotta: Io un’idea ce l’ho! Visto che saranno tutte più o meno grandi come il nostro Sole, si potrà stimare la distanza in base alla luminosità: la più vicina sarà la più luminosa e la meno luminosa sarà la più lontana. Mi sembra ovvio, no?

Mimì: Ma cosa dici? Una volta ho sentito Papamicio che parlava di una stella tanto grande che un aereo degli umani impiegherebbe quasi mille anni a farne il giro! E un’altra volta ci ha raccontato la storia di quella nana bianca, che all’inizio era come il nostro Sole e poi è diventata piccola quasi come la Terra…

Tigotta: Ops… questa parte me la sono persa, forse stavo rincorrendo qualche succulento topolino!

Mimì: O forse eri impegnata con quel casanova di Micione… se vi prendo, vi faccio passare la voglia!

Scherzy: Ma non dovevamo parlare di stelle, perdindirindina?! Dunque, proviamo a proseguire con il nostro discorso… Mimì ha ragione, le stelle hanno dimensioni molto diverse, ma non prendete in giro Tigotta per la sua idea, visto che coincide con quello che hanno pensato fior di scienziati fino alla fine del XIX secolo!

Tigotta: Prrrrrr!!!!!

Scherzy: Fino a quel momento, a causa della mancanza di un’adeguata tecnologia per osservare le stelle, era naturale pensare che ognuno di quei puntini che brillavano in cielo fosse uguale al nostro Sole.

Bianchina: Quindi si può dire che l’informazione che ricevevano questi scienziati, con gli strumenti a loro disposizione, era solo sufficiente a stabilire che una stella era più luminosa di un’altra, nient’altro?

Scherzy: Esatto! Fino a quando la tecnologia ha consentito di misurare la parallasse delle stelle più vicine alla Terra…

Ciccio: Ma sì, certo, la parallasse! Abbiamo addirittura parlato con Aristarco di Samo che la teorizzò nel III secolo a.C., ma che non riuscì a calcolarla perché non aveva gli strumenti adatti, ricordate?

Bianchina: Ma certo… non potrei mai dimenticare la tristezza che aveva negli occhi per non essere riuscito, grazie al calcolo della parallasse, a demolire la teoria aristotelica che voleva la Terra immobile al centro dell’Universo.

Scherzy: Grandissima mente quella di Aristarco… peccato per lui che ci siano voluti altri duemila anni per riuscire ad avere strumenti adatti alla misurazione di quell’angolo piccolissimo che formano le stelle vicine alla Terra, dovuto proprio al movimento della Terra intorno al Sole!

Astericcio: Presto o tardi che sia, l’importante è che gli umani ci siano arrivati! Ma ci rinfreschi la memoria su questa parallasse, Scherzy, per favore? Abbiamo vissuto tante di quelle esperienze emozionanti negli ultimi tempi, che sto cominciando a fare un po’ di confusione!

Scherzy: Certo, Asty, con piacere! E lo farò con un semplice esempio grazie alle nostre amiche pelose: tu, Bianchina, mettiti qui e tu, Mimì, vai là. Ora, Ciccio, vieni accanto a me, guarda le tue amiche e descrivimi cosa vedi, per favore.

parallasse mice

Ciccio: Vedo Mimì più vicina a me e Bianchina più lontana… cosa c’è di strano?

Scherzy: Santa pazienzina, Ciccino mio bello… descrivi TUTTO ciò che vedi, come se tu stessi guardando un panorama!

Ciccio: Mah, riproviamoci… dunque, vedo Mimì, la porta del bagno, Bianchina e la porta della sala comando. Va bene così?

Scherzy: Va benissimo! Ora vieni da quest’altra parte e descrivimi cosa vedi, esattamente come hai fatto prima.

Ciccio: Vedo la porta del bagno, Bianchina, la porta della sala comando e Mimì.

Scherzy: Perfetto! Quindi prima vedevi Mimì a sinistra del bagno e ora la vedi a destra della sala comando, giusto?

Ciccio: Giusto… e Bianchina ora la vedo a sinistra della sala comando, mentre prima la vedevo a destra del bagno.

Scherzy: Grande Ciccio! Senza rendertene conto, hai appena descritto la parallasse di Mimì e di Bianchina!

Ciccio: Cos’avrei fatto io?! Ma hai bevuto un po’ troppo Barolo, per caso?

Scherzy: Oddio… tenetemi se no lo strangolo… e va beh, ognuno ha i ricci che si merita, forse qualche peccatuccio da espiare ce l’ho anch’io! PERDINDIRINDINA, ASCOLTAMI!! Allora la distanza tra la Bianchina che vedevi a destra del bagno e quella a sinistra della sala comando è la parallasse di Bianchina, idem per la parallasse di Mimì che hai visto una volta a sinistra del bagno e una volta a destra della sala comando!

Astericcio: Ma sì, certo, ora ricordo che la parallasse è lo spostamento apparente di un oggetto rispetto a un riferimento quando lo si osserva da due posizioni diverse!

parallasse2

Scherzy: Esatto, grazie Asty! Infatti a Ciccio è sembrato che si siano spostate Mimì e Bianchina, ma loro non si sono mosse, mentre in realtà si è mosso lui. Notate, inoltre, che la parallasse di Bianchina, lontana da Ciccio, è più piccola di quella di Mimì, che è più vicina a lui.

Ciccio: Ma sì, certo, ora ricordo tutto anch’io! E’esattamente ciò che capita osservando una stella dalla Terra due volte a distanza di sei mesi l’una dall’altra.

Scherzy: Esatto, finalmente ci siamo arrivati! Quindi tu ti sei mosso come la Terra e le mice hanno interpretato due stelline abbastanza vicine per le quali è possibile calcolare, con strumenti tecnologici abbastanza raffinati, questa ellisse che disegnano nella volta celeste, a causa del movimento di rivoluzione della Terra intorno al Sole. Ma badate bene che questo metodo è applicabile solo alle stelle relativamente vicine, a non oltre 100 anni luce di distanza dalla Terra. L’ellisse descritta da quelle più lontane è talmente piccola che nessuno strumento umano sarà mai in grado di rilevarla.

Ciccio: Senti, Scherzy, non ti arrabbiare, ma c’è una cosa che non mi torna…

Scherzy: Sentiamo…

Ciccio: Tu hai parlato di ellisse, ma lo spostamento apparente di Bianchina e Mimì, secondo me, è un tratto rettilineo… cosa non ho capito questa volta? Sigh!

Scherzy: Devi scusarmi, Ciccetto, questa volta è colpa mia se non hai compreso bene, ora mi spiego meglio! La parallasse di una stella vista dalla Terra è un’ellisse perché la Terra descrive un’ellisse nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole. Tu, invece, hai percorso un tratto rettilineo nell’astronave. E’ per questo che per te lo spostamento apparente delle mice è rettilineo. Bravo Ciccio!

Ciccio: Fiuuù! Questa volta è andata bene! Temevo un’altra arrabbiatura…

Scherzy: Ma no, ma no… non mi arrabbio mai con te, al massimo mi irrito leggermente ma mi passa subito!

Astericcio: Visto, Bianchina, quante informazioni riceviamo dal cielo? E solo grazie alla luce che possiamo vedere con i nostri occhi o con altri occhi tecnologici più potenti dei nostri. Ma è sempre la luce, composta da quei piccoli simpatici e giocherelloni fotoni che ci consegna quell’informazione. A noi il compito di prenderla così com’è, limitandoci ad ammirarla, come stavo facendo io quando ero sdraiato sul prato e tu mi hai interrotto, oppure di elaborarla per trarne tutte le informazioni che può regalarci per arricchire la nostra comprensione del Tutto che ci circonda!

Scherzy: Oppure manipolarla, in mala fede, per ottenere vantaggi personali a danno altrui. Scusate se insisto, ma è proprio questo che fanno gli astrologi, non lo dimenticate mai!

Bianchina: Ok, ok… abbiamo capito! Cara Tigotta, quando torneremo a casa, niente più oroscopi la mattina!

Tigotta: E va bene! Mi toccherà rincorrere qualche altro sciagurato topolino di passaggio!

Mimì: Oppure puoi aiutarmi a trovare il modo di arrivare a quel nido di codibugnoli che Papamicio sta proteggendo con tutte le sue forze, che rabbia! Ho provato in tutti i modi a convincerlo a farmici entrare, ma ha resistito anche al mio sguardo più languido! Ho un piano: tu ti arrampichi sul vecchio capanno della legna e ti lanci nel cespuglio, il nido si romperà e io sarò pronta ad agguantare i piccolini che, ancora troppo piccoli per volare, cadranno per terra! Affare fatto?

Tigotta: Neanche per sogno! Prima di tutto perché rischierei di farmi male e poi non vorrei davvero affrontare le ire di Papamicio… è terribile quando si arrabbia… l’ultima volta che l’ho sentito urlare sono stata nascosta tutto il giorno nella tana dei ricci, smaramiao!

Bianchina: Ma certo, ricordo quell’episodio! Fu quando Ciccio staccò inavvertitamente il climatizzatore nella stanza dei vini, quel giorno in cui faceva un caldo terribile, e Papamicio non riusciva a farlo ripartire… ricordi, Ciccio, che urla? … Ciccio? CICCIO!!!

Ciccio: Oddio, che c’è??? Scusate, ma mi sono distratto a guardare Orione… è vero che la costellazione è irriconoscibile, ma Rigel e Betelgeuse le riconoscerei tra mille altre stelle! La prima mi fa pensare ad un angelo azzurro, la seconda ad una rosa scarlatta.

Scherzy: Sai che, grazie a quei colori, possiamo dedurre molte informazioni su di loro?

Ciccio: Ah sì? Quali?

Scherzy: Delle tue stelle preferite, per esempio, anche senza andare a controllare i dati precisi, posso dirti che l’azzurra Rigel è giovane e sprizza energia da tutti i pori, quindi è anche molto calda; della rossa Betelgeuse, invece, ti dirò che è una vecchietta allegra, ma un po’ stanca, quindi molto meno calda di Rigel e, per questo, emette fotoni meno energetici che le donano quel bel colore molto romantico.

Ciccio: Interessante… quindi una stella azzurra è giovane e calda, mentre una rossa è vecchia e meno calda. E quelle bianche come il nostro Sole?

Scherzy: Mi dispiace deluderti, Ciccetto bello, ma il Sole è verde!

Ciccio: Ahahahahah!!! Buona questa! Guardatelo con che faccia me lo dice, sei un grande attore, Scherzone mio, complimenti!

Scherzy: Te lo dico con la faccia di chi ti dice la verità, maremma papalla!!

Astericcio: Beh, allora spiegaci per bene e sii convincente, perché facciamo tutti fatica a crederti…

Scherzy: Ok, volentieri, ma dovrò fare una premessa prima di arrivare al punto, abbiate quindi un pochino di pazienza. Qualcuno di voi sa come si forma una stella?

Mimì: Io lo so! Papamicio mi ha raccontato che l’Universo costruisce tante stelle per divertirsi come fanno i bambini con le bolle di sapone, solo che al posto di acqua e sapone utilizza grandi nubi di gas. Ha anche dedicato un bellissimo libro all'argomento: Il Gioco della Stellehttp://www.infinitoteatrodelcosmo.it/libri/!

Scherzy: Esatto! Grandi nubi composte da vari elementi, i cui atomi si aggregano per collasso gravitazionale.

Tigotta: Oh, no! Il sig. Gravitazionale ha avuto un collasso??

Scherzy: Tigotta, per favore… collasso gravitazionale significa che piccoli grumi di atomi formatisi casualmente nella nube di gas, ne attraggono altri e, più diventano grandi, più atomi attraggono, diventando sempre più grandi e sempre più densi. Via via che questo processo prosegue, gli atomi si scontrano sempre più tra di loro e producono energia che si oppone al collasso, così la stella può crescere e mantenersi in equilibrio tra la forza di gravità che spinge gli atomi verso il centro e l’energia, che essi stessi creano con il loro movimento, che tende a farli allontanare dal centro stesso.

Bianchina: Sarà dura per la stella vivere così!

Scherzy: Ma no… per una stella è normale vivere così come per Tigotta è normale rincorrere topi…  ma fammi finire, ti prego… ad un certo punto si ha la nascita della stella, e ciò accade quando al centro dell’ammasso in formazione si raggiungono densità e temperature elevatissime, inimmaginabili per noi, tali da fare innescare una reazione che si chiama fusione nucleare, che sprigiona un’energia enorme e serve a contrastare l’effetto della gravità, la quale continua, imperterrita, a voler spingere ogni atomo della stella verso il centro! Quando il braccio di ferro tra fusione nucleare e gravità volge al termine perché la stella ha finito il proprio carburante, la seconda prende il sopravvento e la stella degenera, avviandosi verso la trasformazione finale grazie alla quale farà dono all’Universo di tutti gli atomi che la compongono, affinché possano essere riutilizzati da qualche altra stella che nascerà.

Astericcio: Bello, ma cosa c’entra tutto questo con la storia dei colori?

Scherzy: C’entra perché durante gli scontri tra atomi di cui ho parlato poco fa, vengono emessi i microscopici fotoni, le particelle/onde che trasportano la luce e che, a seconda di quanta energia assorbono nell’urto che li ha generati, viaggiano con diverse lunghezze d’onda e frequenze, quindi noi li vediamo di un colore piuttosto che di un altro!

Mimì: Colore? Energia? Onde? Ma cosa significa? Quando uso le matite colorate non vedo nessuna onda!

Scherzy: Lascia perdere le matite, Mimì, ti farò un disegno per farti capire meglio! Il nostro caro amico Newton, sempre lui… colui che ci ha spiegato la legge di gravitazione universale, capì che facendo attraversare un raggio di luce bianca attraverso un prisma di vetro, questa si scompone in tutti i colori dell’arcobaleno e ad ogni lunghezza d’onda (e, quindi, ad ogni frequenza) corrisponde un colore diverso. Guarda, ti faccio un disegno:

prisma con onde

Mimì: Ahhh… ho capito… i fotoni delle stelle vecchie vanno più lenti e sono rossi, quelle delle stelle più giovani vanno più veloci e sono blu!

Scherzy: Non proprio… i fotoni vanno sempre alla stessa velocità nel vuoto, ovvero a quella della luce pari a circa 300.000 chilometri al secondo. Ciò che cambia, e che determina il colore, è come oscilla l’onda: le stelle giovani e pimpanti emettono fotoni ad alta frequenza, quelle vecchie e stanche li emettono a bassa frequenza. Ebbene, il grafico della luce solare, dovete credermi sulla parola, mostra che la maggior parte dei suoi fotoni hanno la frequenza che corrisponde al verde.

Bianchina: Ma, quindi, quando noi guardiamo il Sole, i nostri occhi ci danno un’informazione sbagliata!

Scherzy: In questo caso sì, infatti il Sole emette anche molti fotoni nel blu e nel rosso, quindi i nostri occhi non riescono a distinguere i vari colori e li mischiano, facendolo apparire bianco!

Astericcio: Quindi questo è un caso in cui non possiamo fidarci dell’esperienza diretta, ma è necessario avere degli strumenti idonei per poter acquisire un’informazione corretta!

Scherzy: Esatto, Asty, hai centrato il problema! L’abbinamento tra ragionamento e tecnologia è sempre vincente quando usato nel modo giusto e non per manipolare informazioni per scopi che niente hanno di scientifico, come l’astrologia, per esempio! Scusate se ribadisco il concetto, ma è proprio insopportabile pensare a quanta gente si fa abbindolare da quella robaccia!

Tigotta: Ma sì, dai, non girare il coltello nella piaga, ti prego… abbiamo capito!

Astericcio: Sapete cosa vi dico, amici miei? Che tutto questo è molto interessante, ma avrei proprio voglia di fare una corsa su un prato e sgranchirmi le zampette, invece di continuare a parlare di informazioni che provengono dalla stelle. Facciamo una sosta, Scherzy?

Scherzy: Ok, quel pianeta laggiù sembra proprio fare al caso nostro, guardate com’è verde, deve essere pieno di prati su cui distendersi o giocare! Anche il computer di bordo mi conferma che ha le caratteristiche giuste per noi: è roccioso, ha un’atmosfera respirabile… andiamo!!

 

Poco dopo l’appianetaggio…

Astericcio: Finalmente un po’ d’aria pulita nei polmoni, avevo davvero bisogno di scendere da quell’arnese di latta con così poco spazio a disposizione!

Ciccio: A chi lo dici! Ti va di giocare a palla, amico?

Astericcio: Ma certo, sono un lanciatore nato!

Ciccio: E come ricevo bene io, non lo fa nessuno! Dai, facciamo del lanci sempre più veloci, mentre corriamo: vince chi fa cadere la palla meno volte dell’altro!

Bianchina: Forza Ciccio, corri!

Mimì: Dai Asty, attenzione a quella palla, accidenti!

Tigotta: Chissà se anche su questo pianeta ci saranno dei topolini o qualcosa di simile da rincorrere…

foto di gruppo

Scherzy: Sette a cinque per Ciccio, lo dichiaro vincitore, complimenti!

Astericcio: Voglio la rivincita!

Scherzy: Aspetta un attimo, Asty! Questo vostro gioco mi ha fatto pensare all’effetto Doppler, che ci consente di capire se una stella ci viene incontro o se si allontana da noi! Se avete voglia di giocare in modo leggermente diverso, vi spiego come funziona!

Ciccio: Ma come si fa a usare un semplice gioco con la palla per spiegare una cosa così difficile?

Scherzy: Sarà semplicissimo, fidati Ciccino, utilizzerò l’esempio che ha usato Papamicio per spiegarlo a me e io l’ho capito al volo.

Ciccio: Allora, se l’hai capito tu, ho qualche speranza anch’io… sentiamo, cosa dobbiamo fare noi due?

Scherzy: Tu devi solo stare fermo e lanciare queste cinque palline ad Astericcio, una ogni secondo. e Astericcio dovrà  misurare quanto tempo passa ogni volta che ne riceve una. Ti do io i tempi. Pronti, via! 1…2…3…4…5 stop!

Astericcio: Le palline sono arrivate ad intervalli di un secondo, proprio come le ha lanciate Ciccio, era prevedibile!

Scherzy: Ovvio! Ma non è finita qui. Ora Ciccio continua a lanciarle come prima e Asty si allontana da lui. Pronti, via! 1…2…3…4…5 stop!

Astericcio: Ora le ho ricevute ogni secondo e mezzo

Scherzy: Ancora un ultima prova, per favore. Questa volta tu, Asty, dovrai avvicinarti a Ciccio mentre lui lancia. Pronti, via! 1…2…3…4…5 stop!

Astericcio: E ora le ho ricevute ogni tre quarti di secondo.

Ciccio: Tutto qui? Quale grande insegnamento dovremmo trarre da questo fantasmagorico gioco?

Scherzy: Evita quel tono ironico se no ti spedisco sulla Terra con un calcione nel… ok, voglio mantenere la calma, farò finta di non aver sentito… dunque, il numero di palline ricevute da Asty nei cinque secondi è la loro frequenza, quindi…?

Astericcio: Quindi… quando mi sono allontanato ne ho ricevute solo tre in cinque secondi, allora la frequenza è diminuita. Mentre quando mi avvicinavo avrei anche potuto riceverne una sesta se Ciccio me l’avesse lanciata, direi che la frequenza è aumentata.

Scherzy: Ottimo, Asty, meno male ci sei tu! Riguardando il disegno del prisma che scompone la luce, è facile notare che, se le palline fossero dei piccoli fotoni partiti dalla stella Ciccina verso il pianeta Astericcioso, questi, ovvero l’immagine della stella, sarebbero rossi in caso di allontanamento e blu in caso di avvicinamento tra i due corpi celesti.

Astericcio: Ok, quindi mi stai dicendo che se osservo una stella, posso capire se mi si sta avvicinando o allontanando a seconda che si colori di blu o di rosso?

Scherzy: Esatto! E questa informazione è estremamente importante per riconoscere sistemi stellari doppi perché, se vedo una stella che alterna il blu al rosso e lo fa seguendo un ritmo temporale preciso, significa che sta orbitando intorno ad una compagna e posso anche calcolare il suo periodo di rivoluzione! E applicando la stessa tecnica allo studio delle galassie, possiamo individuare quelle del nostro gruppo locale, alle quali ci stiamo avvicinando, e quelle distanti che, invece, si stanno allontanando dalla nostra per effetto dell’espansione dell’Universo!

Mimì: Smaramao, che scorpacciata di informazioni sulle stelle abbiamo fatto! Ora, però mi è venuta fame di cibo per lo stomaco, non mi basta più quello per la mente. Dove andiamo a cercare qualcosa da mangiare?

Bianchina: Mirimiao! Ho fame anch’io, chissà se troveremo qualcosa di buono in questo luogo sperduto o se dovremo accontentarci delle scatolette che abbiamo in astronave!

Scherzy: Proviamo a cercare qualche buon frutto in questo boschetto, venite con me!

MauriccioMAURICCIO: No, no, per carità! Se andate in quella direzione, rischiate di incontrare quei fanatici dei Memorioni! Sarebbero capaci di inchiodarvi ore a parlare di quante foglie ha ogni singolo albero di questo boschetto! Potreste morire di fame prima che abbiano finito…

Tutti: CIAO! CHI SEI?

Mauriccio: Mi chiamo Mauriccio e abito dall’altra parte del torrente. Chi siete voi, piuttosto, specialmente tu, tutto testa e voi tre con le orecchie triangolari e la coda lunga… non ho mai visto niente del genere. Voi altri due, invece, avete un aspetto più familiare!

Scherzy: E’ un piacere conoscerti, Mauriccio. Noi arriviamo da molto lontano e, se ci dai ospitalità, ti raccontiamo tutto!

Mauriccio: Ok, mi ispirate simpatia, affare fatto! Seguitemi!

 

Daniccia: Chi è questo Mauriccio?! E' amico tuo, per caso??

Barbariccio: No davvero! Conosco molti ricci, ma tutti terrestri, nessuno extra-terrestre.

Daniccia: Maremma papalla! E ora? Ci butta all'aria tutti i piani... volevamo riportarli subito a casa dopo la scampagnata sul pianeta alieno, a parlare con Papamicio di tutte le informazioni che provengono dalle stelle e, invece, niente! Ci tocca rimanere qui, in questa landa sperduta nell'infinito teatro del cosmo solo perché questi sciagurati vogliono conoscere uno strano riccio con le antenne verdi! Ma ti pare possibile??

Barbariccio: Rassegnati Daniccia, c'è poco da fare, ormai sono andati con lui, ho provato a fermarli, ma non ho fatto in tempo.

Daniccia: E chissà chi saranno questi Memorioni che ricordano tutto...

Barbariccio: Non ne ho la più pallida idea, ma, a questo punto, anch'io sono curiosa di conoscerli. Dai, seguiamoli di nascosto, ho la sensazione che ne vedremo delle belle!

Daniccia: Va' avanti tu! Se proprio non posso farne a meno, ti seguirò!

 

L'avventura nel Pianeta Informazione prosegue QUI

Tutti i racconti di Ciccio e Astericcio sono disponibili nella rubrica ad essi dedicata

13 commenti

  1. Mario Fiori

    Come sempre fantastico, come riuscire a spiegare l'Universo  con il sorriso e il divertimento.

    Papamicio non ti sentire vecchio, o almeno non di mente e volontà, vai anche tu in giro con tutti loro, in fondo, pur  reputandoti a volte un po' noioso, non possano fare a meno di te e ti sono molto vicini. Dai non dormire troppo, sgranchisci le ossa e vai :wink:

  2. Barbariccio & Daniccia

    Grazie mille, Mariolino, il tuo apprezzamento è più importante di quanto pensi, non fosse altro che è grazie ad una tua battuta che tutto questo ha avuto inizio, quasi un anno fa, ricordi? :wink:

    Su Papamicio hai perfettamente ragione, i nostri amici non potrebbero mai fare a meno di lui e, in un modo o nell'altro, è sempre presente! Se questa volta l'abbiamo lasciato a casa è solo per far parlare meno lui e più loro... lo conosci... è un po' logorroico... :roll: quella della stanchezza è solo una scusa che noi narratrici gli abbiamo "imposto", però però... se non è vera, è verosimile... vista l'ora, anche in questo momento probabilmente sta dormendo come un angioletto!

    :-D

     

  3. Maria Pia

    Racconto stupendo ragazze... e io che come sempre arrivo in ritardo ahah...

    Davvero interessante, tante informazioni diverse tutte rese semplicissime e divertenti! Il sole verde mi ha fatto ricordare una cosa... qualche tempo fa quando c'è stato l'eclissi, ho cercato di farci una foto... sia con la telecamera del cellulare che con una camera fotografica, il sole veniva verde... c'entrerà forse qualcosa con questa faccenda o è solo un effetto dei filtri delle telecamere??

    Comunque nel leggere mi è venuto anche un altro dubbio... chissà che quel bel pianeta abitabile non sia proxima b  :wink: sia come sia, non vedo l'ora di conoscere meglio questo nuovo personaggio!! A presto :-D

  4. Barbariccio e Daniccia

    Ciao Maria e benarrivata  da Astericcio & co.! Non sei tanto in ritardo...  :wink:

    Sul Sole verde nelle foto, sicuramente nonno Enzo saprà risponderti meglio di noi, ma non ci sembra così strano che i filtri della fotocamera blocchino alcune lunghezze d'onda, isolando così quella corrispondente al verde, che è la prevalente... aspettiamo la "sentenza" sperando di non aver detto una stupidaggine (in tal caso ci giustificheremo dicendo che ce l'ha suggerita Ciccio!).

    Anche noi non vediamo l'ora di conoscere meglio quello strano riccio con le antenne verdi, per ora abbiamo solo qualche vaga idea sulla seconda parte  del racconto da mettere a fuoco, sicuramente lui ci guiderà!

    A presto!

    :-D

     

     

  5. Paolo

    Ciao Maria Pia, in attesa che Enzo risponda in maniera più compiuta, ci possono essere diversi motivi per cui nelle tue foto il disco del Sole appariva verde...

    Tieni conto che davanti ai pixel (fotodiodi) di un sensore a colori è posizionata una serie di microfiltri, centrati sulle frequenze del verde, del blu e del rosso..

    I nostri amici fotoni, prima di raggiungere il sensore, si possono fermare o meno a giocare con gli atomi che compongono questi microfiltri... tutto dipende da quanta energia possiedono o per dirla in altro modo dalla loro frequenza...

    Ad esempio, se il filtro è centrato sul verde, buona parte dei fotoni corrispondenti agli altri colori si fermano a giocare e solo quelli che hanno una frequenza d'onda vicina al verde, raggiungono il sensore.

    Questa griglia di microfilitri, però, ha un maggior numero di filtri centrati sul verde,  ogni 4 microfiltri: 2 sono verdi, uno blu e uno rosso.

    Quindi, complessivamente, raggiungono il sensore un numero maggiore di fotoni riconducibili al verde.

    L'immagine a colori è il frutto di come vengono miscelate queste informazioni cromatiche.

    Alcune camere consentono di bilanciare i colori, usando come riferimento il bianco (somma di tutti i colori), con un comando che si chiama bilanciamento del bianco, in molte altre questa operazione la esegue il software interno della camera, per cui il Sole verde potrebbe dipendere da un errato bilanciamento del bianco in quelle condizioni di luminosità...

    Potrebbe pure darsi che hai usato un filtro per schermare il Sole...

    Comunque, al di là del motivo specifico, tutto è un gioco tra fotoni ed elettroni... e tra fotoni e cellule, atomi, elettroni che compongono la nostra retina... :roll: 

    E come le cose possano apparire in un modo piuttosto che un altro, lo stanno egregiamente mostrando i nostri amici con Ciccio e Astericcio.

    Paolo

  6. cara Maria Pia,

    scusa se non ho risposto prima, ma stamattina ero indaffarato a costruire una casetta per le cinciallegre... :roll:  :-P

    Il lavoro è venuto bene, utilizzando cassette per il vino, un bel seghetto e tante viti.

    Comunque, ti hanno risposto più che bene. E' sicuramente un problema del filtro utilizzato: bisognerebbe sapere da cosa era costituito. Senza filtro, i nostri occhi non riescono a vedere il verde del Sole essendoci troppo contributo dai colori  che lo fiancheggiano. La luce del Sole ha un picco nel verde, ma molto smussato per cui i ricettori visivi non riescono a metterlo in evidenza. Dovremmo avere degli occhi specializzati a vedere solo quella lunghezza d'onda oppure una luce molto più "piccata" nel verde e poco negli altri colori.

    bacioni

  7. PapalScherzone

    Quello che Enzone non ti ha detto, cara Maria Pia, è che, se non fosse stato per il provvidenziale suggerimento di Barbariccio, quella casetta sarebbe rimasta senza mangiatoia, così stamani ha rimediato... povere cinciallegre, digiune le avrebbe lasciate :roll: ... o, forse, pensava di nutrirle con Scienza e Conoscenza?! 8-O :lol:

  8. cara Maria Pia,

    dimmi tu se in Circolo così serio e profondo doveva stazionare un papalliano come Scherzy!!! E aveva detto che si sarebbe fermato sulla Terra solo per pochi mesi... e invece non ci lascia più. Secondo me, anche se non vuole dirlo, si trova benissimo dentro al nostro cerchio... :wink: :roll: :mrgreen:

  9. PapalScherzone

    :mrgreen: :-P  :mrgreen:

  10. Maria Pia

    Ciao ragazzi! Innanzitutto vi ringrazio, siete davvero stati troppo gentili ad avere la pazienza di spiegarmi tutto! Sì in effetti ho saltato un piccolo particolare, davanti alla telecamera ho messo una lastra radiografica che è ciò che uso per guardare le eclissi... magari avrei dovuto ricordare di menzionarlo :oops: il punto è che mi era sembrato strano perché anche con la lastra davanti agli occhi io vedevo il sole di colore normale, non verde, quindi probabilmente entrambi i filtri insieme hanno reso l'immagine verde...

    Che carine le cinciallegre, meno male che hai finito la casetta :-P e io credo che qualcuno come Scherzy ci voglia proprio :wink:

  11. Paolo

    Cara Maria Pia, un piccolo consiglio, stai attenta a guardare direttamente il Sole usando come schermo solo una lastra radiografica.

    I nostri amici fotoni possono anche produrre dei danni alla retina quando sono troppo energetici e una lastra radiografica non è uno schermo sicuro capace di filtrare tutti  i fotoni più energetici (ultravioletti).

    Esistono degli schermi economici sicuri come i fogli in Mylar, oppure gli occhiali da saldatore, se per te sono troppo cari, su Papalla facciamo una colletta e te li regaliamo... ma non rischiare la tua retina...

    Paolo

  12. PapalScherzone

    Grazie piccola grande Maria... tu sì che mi capisci!! Quasi quasi prendo la cittadinanza terricola!

    :mrgreen: :-D

  13. Maria Pia

    Caro Paolo, grazie mille del consiglio... in effetti gli occhiali da saldatore li abbiamo provati, erano vecchi ma hanno funzionato, e se non ricordo male con quelli lo vedevo verde anch'io il sole! Però sì è vero, infatti oltre alle lastre ho messo gli occhiali... è che non avendo altro, non volevo perdermi l'eclissi! Comunque ne terrò conto la prossima volta, grazie mille.

    Grande Scherzy :mrgreen:

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