27/02/19

Ma che figura ! (retorica) - 2

Apriamo la seconda bustina di figurine. Che fortuna, neanche un doppione!

(Se vi siete persi la prima bustina, potete aprirla QUI prima di proseguire)

Ecco qui... l'allitterazione, lasciatemi un secondo per incollarla. Poi ne abbiamo altre tre, e c'è anche, come bonus, un sonetto che ci spiega come mai siano così poco in circolazione...

Lo zeugma la sineddoche ed il chiasmo

si trovarono un giorno a Parabiago.

Bevvero qualche whiskey al bar “Erasmo”,

finché ciascun di loro non fu pago.

Li fermaron i vigili e, destino,

fecero lor gonfiare il palloncino.

Ecco perché non se ne sa più niente,

da quando gli levaron la patente.

Bene, bene, dopo le esamineremo in dettaglio, ma prima parliamo di quella a cui avevamo accennato in chiusura della prima puntata.

ALLITTERAZIONE

Si diceva … Dana, dono d'una duna , ma valgono ugualmente tutte le varianti equivalenti: Dono d'una duna Dana, Dana oppure D'una duna dono, Dana etc. etc.  In ogni caso siamo in presenza di una reiterazione di lettere e suoni nella sequenza di parole che forma la frase.

In latino “allitterare” significa precisamente allineare le lettere. E' una cosa che hanno fatto Petrarca, Foscolo, Pascoli, D'Annunzio, Ungaretti e vari altri poeti e scrittori. L'espediente non è limitato al linguaggio umano: il cane fa bau bau, l'uccellino cip cip , il grillo cri cri, la rana cra cra.

Non è che inventiamo tutto noi, eh?

Comunque, l'allitterazione consente di creare particolari effetti che vanno dal comico al drammatico, se la si sa far scattare al momento giusto nell'eloquio dei personaggi di un racconto, o semplicemente , in poesia , permette di generare suggestivi intrecci sonori.

Da non confondersi con l'anadiplosi (raddoppiamento) che riprende uno o più elementi terminali di un discorso e li ripropone in apertura del successivo. Un esempio “infernale” di anadiplosi...

… ma passavam la selva tuttavia

La selva, dico, di spiriti spessi

Capito di chi si tratta? Bravi ! Ora proseguiamo con lo...

ZEUGMA

Non so perché, ma a me lo zeugma ricorda una affezione pruriginosa della epidermide...”fin da piccolo, quando passava per i campi, si ricopriva di innumerevoli pustole rosso-viola, braccia, gambe, perfino il viso, a causa della sua allergia all'artemisia. Il medico condotto lo aveva diagnosticato come zeugma colinergico.”  Insomma, una cosa così.

Invece lo zeugma è semplicemente un legame di due parole ad una terza (generalmente un verbo) che andrebbe d'accordo con una sola delle due. Sembra complicato, vero? Eppure lo stesso autore  che (non) abbiamo appena citato ce lo mostra con grande naturalezza in questo verso:

"..Parlare e lagrimar vedrai insieme.."

Il contesto è il medesimo dei versi precedenti, e come vedete, non si tratta di  un ambiente particolarmente allegro. Ma la cosa che più sorprende è che, soggiogati dall'afflato poetico che emana dal verso, quasi non ci si accorge del particolare che, mentre il “lagrimar” è cosa visibile, il “parlare” afferisce alla sfera uditiva. Logicamente si dovrebbe dire: “Udrai parlare e lagrimar vedrai”che  è pur sempre un onesto endecasillabo, ma... quella parolina “insiemerende una sensazione ben diversa. Mica per niente lo chiamano “Divino Poeta”.

Lo zeugma sbuca fuori facilmente anche nel linguaggio comune, in frasi come “Andai per la mia strada e lei per la sua”. Niente di male, si capisce che si sono separati, ma la frase avrebbe dovuto essere “io andai per la mia strada e lei andò per la sua”. Nell'altro modo, un computer capirebbe che “io andai per la mia strada e lei andai per la sua”, che non è certo frase ben strutturata.

E non grattatevi la testa, se no lo zeugma non vi guarisce più.

SINEDDOCHE

Ci sono anche tra le figure retoriche, come tra gli uomini, individui che amano la precisione e altri che sono approssimativi. La sineddoche è tra questi ultimi. Non sta tanto a vedere per il sottile, vi fa dire “calzava scarpe di vitello” invece di “calzava scarpe in pelle di vitello”, creando qualche perplessità tra i più ingenui che immaginano vi siate infilati le scarpe normalmente usate dal giovane bovide, cosa tecnicamente possibile se avete la stessa misura e calzata.

La sineddoche chiama “felino” il gatto, (uno dei possibili felini), si esalta dicendo che l'Italia ha battuto la Germania (per dire che ha vinto un incontro di calcio), fa dire ad un celebre statista romano “non con l'oro ma col ferro si salva la patria” dove ferro non era certo inteso come pezzo di ferro.

Eh sì, la sineddoche prende una cosa e ne estende il significato comprendendo tutto l'insieme a cui appartiene. Usa il nome della parte per designare il tutto. Se qualcuno vi dice che siete una testa fina, vuole farvi un complimento, non dire che il resto del corpo lo avete distrattamente perduto chissà dove. Insomma, questa sineddoche non va presa troppo alla lettera. Guardate cosa scrive un famoso romanziere milanese che avete studiato a scuola (non facciamo nomi):

"Era un girare, un rimescolarsi di gran cappe, d’alte penne, di durlindane pendenti, un moversi librato di gorgiere inamidate e crespe, uno strascico intralciato di rabescate zimarre…"

E che è? Tutti questi capi di vestiario, e le armi da taglio, turbinavano nelle sale da sole ? (sale da sole ...allitterazione?)

No, erano addosso a persone che non sono minimamente prese in considerazione perché sono ovviamente sottintese. Le parti citate del loro abbigliamento e del loro armamento hanno preso il sopravvento nella descrizione del narratore ed occupano la scena.

CHIASMO

Il nome di questa figura retorica deriva dalla lettera greca “chi” che graficamente ha queste sembianze: χ

Osservatela bene: rappresenta l'incrocio di due linee: quella dritta taglia quella curva e viceversa.

Il chi-asmo è una costruzione che ha struttura speculare, ove si alternano , si intrecciano, coppie di parole che si riferiscono a due soggetti distinti, seguendo uno schema di questo genere :

A , B , B1 , A1

Meglio fare un esempio, preso dall'Ariosto:

"Le donne(A),i cavallier(B),l'arme(B1),gli amori(A1)..."

Vi suona familiare eh? Vedete bene che le donne sono associate agli amori, così come i cavalieri alle armi, quindi si realizza proprio quello schema A B B1 A1 che “incrocia” le associazioni.

Un altro esempio? Eccovene uno Leopardiano:

Nessun de' tuoi? L'armi, qua l'armi: io solo
Combatterò, procomberò sol io.

A parte quello splendido frammento “l'armi qua l'armi” su cui non ci dilunghiamo, lasciandovi il piacere di capire che bestia è, ci interessa quella parte in neretto che costituisce precisamente un chiasmo; giusto?

Sul termine procomberò, molto usato da chi ha paura di cadere quando arriva in fondo ad una scala mobile, non mi soffermo. Del resto Leopardi non ha mai dato segnali di ottimismo, Si sa. (allitterazione)

Ciao neh? Alla prossima bustina.

Oreste Pautasso

pautasso

Le figurine retoriche continuano QUI

Questo articolo è stato inserito nella sezione d'archivio "Arte e letteratura"

4 commenti

  1. PapalScherzone

    Di' la verità, Oreste... a chi l'hai fatto scrivere il sonetto sul destino di zeugma, sineddoche e chiasmo?!? Alessandro Maurizioni  o Giacomo Maupardi??? :mrgreen:

    Scherz(y) a parte, riuscire strappare un sorriso parlando di figure retoriche è un'impresa non da poco. E bravo Oreste!!!

  2. Oreste Pautasso

    Per dire la verità ho incaricato Arley, che a sua volta si è fatto aiutare da Davidson, quel suo amico cinghiale fanatico di meridiane. Il sonetto l'hanno scritto loro, a quattro zampe.

    Doveroso quindi girare il gradito apprezzamento agli autori

  3. PapalScherzone

    Beh... allora lo hanno scritto a OTTO zampe!

    Sarai un gran letterato, Oreste caro, ma con la matematica siamo messi maluccio, eh?!? Perché non prendi ripetizioni dall'ing. Bernardi?

    :-P

  4. Oreste Pautasso

    Spiego meglio...le zampe che scrivono o suonano il piano,  sono sempre le zampe anteriori ( corrispondenti a braccia dotate di mani negli umani).

    Le zampe posteriori (corrispondenti alle gambe dotate di piedi negli umani) non sono di alcun aiuto  per scrivere. Prova ne è che esiste la locuzione " scrivere con i piedi" per dire "scrivere in modo scorretto e sconclusionato".

    Un caso a parte è costituito dalle scimmie, in cui l'opponibilità dell'alluce rende i piedi simili alle mani.

    I nostri amici Arley e Davidson, usando ciascuno le proprie zampe anteriori, hanno a disposizione complessivamente 4 arti scriventi.

    E non possiamo certo dire che usino gli altri 4, riservati solo alla locomozione.

    Anche quello squinternato dell'ingegnere non può che essere d'accordo.

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