24/07/21

!!! Meno arroganza... in fondo siamo figli di uno... sputo */**/..../****************

Cari amici "circolari", scrivo questo articolo violando clamorosamente i "diritti riservati" e le promesse fatte al team dell'EHT. Vi chiedo di tenervi tutto per voi e GUAI a inserire qualche, seppur breve, accenno nei social. Stiamo parlando di una visione completamente diversa del Cosmo, delle sue origini e della sua evoluzione. Non è cosa da poco e non può ancora essere data al "volgo". Come già detto nell'articolo su Centaurus A, l'EHT non ha voluto dire di più, anche dietro mia pressione. Se sapesse che sto divulgando, ci sarebbero conseguenze disastrose. Ovviamente io (o noi) scrivo firmandomi con uno pseudonimo di tale difficoltà che risulta impossibile, anche ai computer più intelligenti, risalire al vero (veri) nome (nomi) dello scrivente (o scriventi che siano).

Perché tante riserve a  divulgare visioni innovative di cotanta portata? In fondo, quasi tutti i giorni si inventano formazioni e meccanismi, frutto di pura fantasia, riguardo alla materia ed energia oscura, agli universi paralleli, alle teorie sulle stringhe, siano di scarpe oppure no e, allora, perché tanta segretezza? Beh... tutto sta nell'atavica paura dell'uomo verso certi animali e degli incubi a loro collegati. Se si prospettasse che proprio a loro si deve l'Universo in cui viviamo, lo shock sarebbe terribile, anche peggio del sapere che una certa attricetta VIP ha cambiato compagno!

Prenderò la faccenda partendo da lontano, facendomi aiutare dalla sublime poesia di quel genio che è stato Fabrizio De André. In particolare, da una sua meravigliosa canzone, poco conosciuta anche per le brevi, sintetiche e non facili parole che nascondono concetti estremamente profondi e molto attuali. Sto parlando di "Ho visto Nina volare". La frase ricorrente è fantastica e ricorda antiche tradizioni di campagna:

Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera

il significato è abbastanza chiaro: i genitori (ma non solo) devono far conoscere ai figli bambini il meglio della vita, devono separare la cera, amorfa e confusa, dal miele, essenza stessa della perfezione e dei valori morali più alti. Purtroppo, tutto va bene finché vedi

Nina volare
tra le corde dell'altalena

Ma poi, arriverà qualcuno o qualcosa che la prenderà

come fa il vento alla schiena

Tanto lavoro e tanta fatica per niente? Forse sì, ma è necessario continuare a sperare e a cercare di dare un giusto futuro morale ai propri figli, fino a che la vita li travolgerà...

mastica e sputa
prima che venga neve

Mamma mia quanto è attuale oggi, in cui i genitori passano il tempo dietro ai propri smartphone che gli dicono come pensare e come agire, mentre i figli sono soli, in balia dei social, dove nessuno "mastica e sputa" ma dove ogni cosa vien digerita, sasso o mela che sia.

Fabrizio mi perdoni (ma sono sicuro che l'avrebbe fatto e basta la celebre canzone su Carlo Martello a darcene la sicurezza) se mi sono appoggiato ai suoi versi per iniziare il mio  viaggio cosmico.

Innanzitutto, ci tengo a dire che questa nuova ipotesi (?) cosmologica nasce da una stretta interazione tra varie scienze (forse per la prima volta): la biochimica, la geologia e l'astrofisica relativistica.

Partiamo dal Big Bang. Sappiamo cos'è? Assolutamente no, dato che è una singolarità fisica. Le recenti ipotesi parlano di uno "scoppio" energetico, apparso nel vuoto-non vuoto quantistico, obbediente al principio di indeterminazione di Heisenberg. Sappiamo che non è uno scoppio in senso stretto, ma la creazione dello spazio e del tempo. In ogni modo è un qualcosa che ha masticato ciò che vi era a disposizione e ha sputato ciò in cui era stato modificato, chiamiamola pure energia. In realtà, potrebbe essere qualsiasi cosa, dato che l'importante è che questa cosa abbia creato lo spaziotempo e lo abbia imbottito di materia che oggi chiamiamo particelle elementari.

Ed ecco la prima rivoluzione che viene dalla biochimica: queste particelle fanno già parte degli studi relativi alla biochimica. Infatti, come ha evidenziato per primo Guido attraverso l'assaggio rudimentale con i nostri sensi limitati e poi con le analisi di laboratorio, ogni materiale che esiste nell'Universo è già di per sé intriso di materiale "vivente". In altre parole, lo "sputo" iniziale era uno sputo che possiamo in modo molto semplicistico dire "animale". Dietro a queste rozze parole, ci sono formule con equazioni differenziali di estrema complessità  che solo i computer quantistici   organizzati in rete neurale e sfruttando una estremizzazione dell'algoritmo RFT (Recursive Fast Transform)1 sono riusciti a risolvere, ma noi ci limiteremo ai concetti base.

Torniamo al BB (lo chiamiamo così dato che sostituisce il classico Big Bang e dato che le due consonanti vengono proprio a fagiolo...). Questo sputo, facente già parte del mondo della biochimica, è uscito acquistando subito una velocità pazzesca (la velocità ha cominciato ad avere senso dato che erano nati spazio e tempo), causando una crescita inflazionaria che ha poi continuato ad espandersi in modo più controllato. Sono nati gli atomi e possiamo anche continuare a chiamarli di idrogeno, elio, litio (una convenzione molto utile), ma i quark e le sottoparticelle che sicuramente li hanno formati erano, in parole banalizzate, le più piccole componenti dello sputo primordiale. Uno sputo sicuramente isotropo e omogeneo, date le caratteristiche del qualcosa (il BB o la BB, non Brigitte Bardot, però...) che lo ha emesso.

C'è chi ha voluto chiamarla radiazione, materia, energia, ma la sua essenza è ormai abbastanza chiara. Il rumore cosmico di fondo è il primo esempio visibile dello sputo primordiale, al pari dello stesso gesto fatto contro una parete. Cosa hanno fatto le stelle? Qualcosa di molto semplice, hanno lentamente ricostruito le caratteristiche iniziali globali dello sputo primordiale. Anche l'entropia acquista un valore nuovo e molto più "tattile": la ricerca di un ritorno alle origini.

In ogni composto chimico e, quindi, a maggior ragione, nelle rocce (tra le costruzioni più durature e stabili dell'Universo) è sempre stata presente la caratteristica fondamentale dello sputo cosmico. Ed ecco che la geologia fa la sua imperiosa comparsa. Come già sapete ogni roccia ha un suo sapore (se non ci credete, andate in Val Gargassa ad assaggiare la barbarinite!). In particolare, ogni composto chimico lo ha... ma dal sapore alla vera composizione il passo è breve, per chi "mastica" veramente la geologia. E così oggi sappiamo che in ogni, per quanto piccolo, grumo di materia, è impressa la caratteristica fondamentale dello sputo primordiale. E ciò si trova dappertutto non solo nelle rocce del nostro Sistema Solare, ma anche nello stesso pianeta Papalla (non lo abbiamo verificato di persona, ma Papalscherzone lo ha giurato sulle teste di Enzo e di Guido, quindi non possiamo non fidarci!). E le stelle e il loro plasma incandescente? Sarebbe la stessa cosa... provare per credere, anche se il nostro gusto sarebbe messo a dura prova da temperature dell'ordine di migliaia, milioni e miliardi di gradi.

In altre parole, ogni oggetto celeste, nella scala spaziotemporale che lo distingue, ha cercato di ricostruire nel suo piccolo o grande ciò che aveva compiuto il BB iniziale. Anzi, proprio il (la) BB primordiale. La nostra Terra "mastica e sputa" materia incandescente attraverso i vulcani. Europa ed Encelado (ma non solo) sputano vapori intrisi della stessa biochimica. Sicuramente anche le stelle e, perché no?, anche i giganti del Cosmo, i buchi neri.

Ed eccoci alla nuova scoperta di EHT. Cosa rappresenta veramente il getto di Centaurus A? Ciò che esce direttamente da una delle ricostruzioni più fedeli e gigantesche del BB primordiale. Non sobbalzate, non sobbalzate sulla sedia... l'orizzonte degli eventi continua ed esistere ma si collega solo a una parte dei nostri sensi. Avete mai provato a " leccarlo"? Beh... sentireste gusti di tutti i generi. Ci vorrebbero formule gustative complicatissime per dimostrare che lo "sputo" può uscire attraverso meccanismi che non ledono il quasi ridicolo (ormai) campo gravitazionale e tutto ciò che ne segue attraverso l'obsoleta, ma sempre valida come descrizione rudimentale, relatività generale.

Prima di aprire, finalmente, lo scrigno del nostro tesoro, pensiamo ai più spaventosi miti del passato, ai draghi, ai serpenti di mare e... ebbene sì, alla ormai celebre BisciaBova (BB).

Tutto è nato dalla BisciaBova e ogni corpo celeste e ogni loro zona geologica hanno da sempre cercato di riscostruire un modello della BB originaria. Ognuno con la sua scala. Come nelle rocce nere di Rossiglione si cela una BisciaBova di poche decine di metri di lunghezza, cominciamo a pensare alle dimensione della BB che risiede all'interno di Encelado, di Europa e della nostra Terra. Poi, con grande calma passiamo alle stelle (la BB del Sole sarebbe già un'idea troppo mostruosa per essere solo accennata) e, con grande coraggio, a quella di un buco nero galattico... miliardi di volte la massa del Sole. Talmente vicino al modello originario che ormai mostra anche le sue caratteristiche morfologiche, come la biforcazione della sua lingua, meglio dire del suo getto, fa già capire.

Il passo successivo sarà scoprire quelle degli ammassi galattici che, fortunatamente, ci vengono ancora nascoste attraverso la creazione artificiosa della materia oscura. Ci sono, non si vedono... ma la loro massa parla chiaro.

Un'ultima e, lasciatemelo dire in tutta schiettezza, ghiotta anteprima comunicatami per via telefonica da un esagitato prof. Venustiano Imanio Corbeza de Valon y Canton dell'Accademia Argentino-Asturiana (già citato nel nostro blog). Il caro Venustiano, dopo annosi studi e viscerali accanimenti sulle più ostiche raffigurazioni, qualche giorno addietro, tra commozione e tripudio, mi ha annunciato d'aver finalmente decifrato il misterioso petroglifo arcaico di Aberlemno, opera dell'altrettanto misterioso popolo dei Pitti.

La stele di Aberlemno, opera dei Pitti.

Riassumo quanto interpretato da Venustiano e inciso sulla stele. All'apice si trova l'inconfondibile sagoma della bisciabova, la posizione al sommo ne qualifica il valore di "entità originaria", ciò da cui tutto discende. Immediatamente al di sotto la linea trasversale appena accennata e fiancheggiata da multiple raffigurazioni di minuscole biscebova rappresenta l'inflazione e l'espansione iniziale, in cui la quintessenza della bisciabova si replica e permea l'universo primordiale. Ancora sotto l'arguzia del prof. Imanio Corbeza ha riconosciuto la  raffigurazione di un buco nero, con tanto di singolarità (il puntolino), l'orizzonte degli eventi (cerchio interno) e l'ergosfera (cerchio esterno). Dal buco nero viene emesso un BIFORCUTO getto, diretto verso il basso. L'immagine è riprodotta una seconda volta, ribaltata specularmente ad indicare la CIRCOLARITA' degli eventi: il buco nero (la bisciabova) inghiotte ma riemette. Infine, in basso, è rappresentata la Terra (cerchio interno) con l'atmosfera (cerchio esterno) e la bisciabova planetaria che fuoriesce verso il basso. 

Ma, spinto dall'entusiasmo, il collega mi ha anticipato in esclusiva il risultato della sua interpretazione dell'iscrizione sul frammento della "macchina di Antikythera", l'enigmatico reperto rinvenuto sui fondali di Creta nel 1902 presso il relitto di un'imbarcazione romana e risalente al periodo 250-100 a. C. Quanto resta dell'oggetto (82 frammenti in rame, tra cui ingranaggi minuscoli - ben 5 in un settore di appena 7 millimetri) è stato finora considerato parte di un ingegnosissimo meccanismo (presumibilmente manufatto in Siracusa) utilizzato per predire eclissi e fasi lunari. Venustiano ritiene invece non fosse destinato a predire semplicemente eclissi solari bensì a predire i momenti in cui i getti della bisciabova lunare venivano ejettati verso il Peloponneso e verso la fascia mediterranea immediatamente ad est e ad ovest. In tali condizioni i getti, infatti, non contrastati dall'irraggiamento solare, potevano giungere a lambire la superficie terrestre con effetti disastrosi che portarono, sostiene Venustiano sulla scorta delle note affermazioni platoniche, alla scomparsa di Atlantide e alla improvvisa distruzione della civiltà cretese. Per inciso, in epoca più tarda anche i Maya incorsero nella medesima sorte, nonostante le loro conoscenze astronomiche, a causa di un banale ma funesto errore di calcolo.

I reperti che costituiscono i resti della macchina di Antikythera. Si nota il frammento (secondo da sinistra in alto) recante l'iscrizione che definisce, sebbene in forma enigmatica, la funzione del manufatto.

Per onestà intellettuale debbo dire che le interpretazioni dell'amico Venustiano sono arrivate senza che nulla di quanto qui riportato gli fosse stato ventilato e che, al pari, ero del tutto all'oscuro dei suoi risultati quando ho scritto tutta la prima parte di questo articolo. 

Parimenti, ringraziamo il grande studioso dell'antica Grecia Alexandro Parolapidis dell'università di Asteio, che, tempo fa, aveva rinvenuto un manufatto nell'isola di Chio, risalente ad almeno tre millenni avanti Cristo, in cui l'uovo cosmico era avvolto nelle spire del serpente cosmico originale, ipotizzato da moltissime altre culture e civiltà. Purtroppo il manufatto è andato distrutto, ma abbiamo il piacere di mostravi la rappresentazione dell'Uovo Orfico di Jacob Bryant (1774), perfettamente rispondente a quanto riportato dal Prof. Parolapidis.

Fonte: Jacob Bryant

Un serpente che si avvolge attorno all'uovo come in fase ascensionale, un indice direttamente collegato al fatto che nulla può frenare o fermare il potere della vita. Senza dimenticare la figura dell'unità iscritta nello "zero" che era un tempo il simbolo della divinità, dell'Universo e dell'uomo, un microcosmo che racchiude il macrocosmo (in altre parole, la Tetraktys pitagorica). Come non leggere in tutto ciò lo sviluppo del linguaggio matematico (forse il linguaggio proprio dell'universo) e una descrizione arcaica della meccanica quantistica? 

L'uovo cosmico pitagorico nella raffigurazione di Heinrich Nollius nella Rebis Theoria Philosophiae Hermeticae (1617)

Per non parlare, poi, dell'Uroboro (dal greco οὐροβόρος, dove οὐρά, urà, sta per “coda” e βορός, boròs, sta per “mordace”), ovvero quel simbolo ancestrale presente nella cultura di molti popoli antichi che, raffigurando un serpente che si morde la coda chiudendosi in cerchio, costituisce la metafora espressiva di una riproduzione ciclica, come la morte e la rinascita, la fine del mondo e la creazione, quindi un nuovo inizio che avviene tempestivamente dopo ogni fine. Possiamo non vedere nel serpens qui caudam devorat il simbolo di un Universo che eternamente si rinnova in una sequenza infinita di Big Bang e Big Crunch (o Big Chill)? Quando la Scienza avrà finito di scalare la montagna della Conoscenza, troverà sulla vetta le credenze degli antichi popoli che avevano già capito tutto...

Alcune testimonianze della diffusa presenza dell'Uroboro nell'arte dei popoli antichi

Ma torniamo all'astrofisica attuale e, in particolare, al "getto biforcuto " che EHT ci ha mostrato nella sua vera forma: una forma biforcuta che si è cercato di simulare, al momento, con la visione prospettica. No, la forma è propria biforcuta e questo dovrebbe cominciare a farci pensare a cosa sia realmente il (sempre meglio la) BB. Una consapevolezza che non può, però, essere data in pasto agli uomini così potentemente sviluppati tecnologicamente, ma ancora impreparati e timorosi come infanti al cospetto dei profondi misteri della Natura.

In alto a sinistra: immagine del getto ripresa dall'EHT. In basso a destra: rappresentazione artistica di ciò che lo genera (ovviamente, le dimensioni della bisciabova sono enormemente ingrandite, dato che deve comunque stare dentro all'orizzonte degli eventi). Non vorremmo essere nei panni degli astrofisici che dovranno dare al mondo la notizia, quando tale realtà sarà dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio...

Vi è poi un altro meccanismo fisico che non può che riportarci su questa strategia evolutiva: parlo delle binarie strette e della esplosione in supernove di tipo Ia. Una delle due stelle diventa nana bianca (un livello importantissimo per le BisceBova in esse contenute, dipendente dalla carenza di cibo) e inizia a succhiare e masticare la stessa compagna fino allo sputo finale. Nel loro piccolo stelle come il Sole sputacchiano in modo meno violento anche quando sono sole...

E che dire delle stelle nascenti che quando sono giunte a un certo livello di accrescimento di materia sputano i ben noti getti, finora associati al nome fantasioso di Herbig-Haro? Un chiaro segnale che hanno acquistato le giuste dimensioni e rifiutano ulteriore cibo.

A sinistra: l'oggetto Herbig-Haro HH1177 osservato nella Grande Nube di Magellano (con rappresentazione artistica di ciò che lo provoca e di cui futuri potenti telescopi dimostreranno l'esistenza), a destra un ingrandimento di HH222 che mette in evidenza la viscosità dello sputo bisciaboviano.

Per non parlare della corrente biforcuta del plasma della magnetosfera terrestre, di cui - forse e se me lo permetteranno (la versione ufficiale è un'altra e non è semplice contrapporle una visione alternativa)- parlerò tra non molto?

Insomma, cari ragazzi, tutto l'Universo è popolato di BisceBova, dalle più piccole alle più grandi. Il suo futuro è una nuova immensa e unica BisciaBova che ricomincerà, forse, tutto da capo. L'Universo non è altro che la materia espulsa dalla BisciaBova primordiale (che probabilmente ha espulso, ossia sputato, tutta se stessa) e che, piano piano, attraverso gradini sempre più grandi, si ricostruisce lentamente.

Facciamocene una ragione ma, mi raccomando!, non divulgate questa notizia e questa teoria. L'EHT farebbe riaprire la prigione di Alcatraz per rinchiudermi, forse darebbe nuovamente legalità al rogo in piazza.... senza dimenticare che le BisceBova sono buone e care, ma se si sentono prese di mira... poveri noi!

Insomma, l'Universo è come la canzone di Fabrizio:

mastica e sputa
prima che venga neve (ossia il freddo Universo composto solo da BisceBova in cerca dell'unione finale)

Ovviamente, la BisciaBova è solo un'entità che i nostri sensi individuano attraverso raffigurazioni mostruose. Ma come la penseranno su altri mondi? Discutiamone... pensando anche a Fabrizio e alle sue parole.2

Ma, soprattutto, facciamo un bagno di umiltà e non dimentichiamoci mai che, in fondo in fondo, siamo solo figli di uno... sputo!

 

Un caro saluto a tutti i lettori e... alla prossima! (Mica penserete di liberarvi subito di me/noi)?!

Vostro affezionato Guidancenzo da Ripalda

 

1 - Doodley B., Turkey T. 2020 “A new algoritm to digital fast solving of differential equations of superior order”. Neuronal Mathematics. Vol. 32, 1-120.

2- Mi perdoni il Grande Fabrizio, ma mi piace pensare che, se oggi potesse leggere questo articolo, modificherebbe uno dei suoi più celebri versi in "...dai diamanti non nasce niente, dallo sputo nascono i fior!"

 

4 commenti

  1. Alberto Salvagno

    Forse, senza scomodare Alcatraz, basterà che facciano riaprire il Regio Manicomio di Torino :-)

  2. Guido

    Secondo alcune voci è stato chiuso per inspiegabili manifestazioni di entità striscianti e sibilanti. Difficile ci si arrischi ad una riapertura nel breve termine..... :wink:

  3. Claudio

    Noi valligiani che le Rocce Nere e la Valle Gargassa frequentiamo giornalmente, questo dotto articolo ci sfiora appena e ci fa sorridere. La Bisciabova noi la conosciamo da sempre e voler dimostrare scientificamente la sua importanza dimostra solo superbia intellettuale. La Bisciabova c'era, c'è, e ci sarà.

  4. Daniela

    Il Nobel per l'esimio professore Guidancenzo da Ripalda si avvicina... quando lo vincerà, speriamo si ricordi di chi gli ha dato fiducia diffondendo la sua rivoluzionaria teoria invece di metterla all'indice 8)

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