11/05/24

Riusciremo mai a vederle e a ringraziarle ? **

Un articolo che vorrebbe fare il punto della situazione e che è, nel contempo, una delle mie "solite" riflessioni...

A chi ci riferiamo nel titolo di questo articolo? Beh... a loro, alle prime stelle, a quelle che sono riuscite a "svegliare" un Universo assopito, immerso nella nebbia, e a iniziare quel processo fondamentale capace di formare tutti gli elementi chimici e quindi a permettere la formazione dei pianeti e della stessa vita biologica.

Sono chiamate stelle di Popolazione III, ma al di là di un nome piuttosto banale e arido, sono state i veri motori del Cosmo, capaci di utilizzare quei pochi elementi messi a loro disposizione dopo il Big Bang, praticamente solo idrogeno ed elio, e diventare le pedine fondamentali per miliardi e miliardi di anni. Sarebbe bellissimo poter ancora osservarle e ammirarle con un profondo segno di riconoscenza. Purtroppo, però, sono state estremamente discrete e umili, facendo di tutto per restare anonime. La nucleosintesi stellare primordiale... forse il meccanismo più importante tra tutte le fasi evolutive dell'Universo, resta una teoria più che valida che sembra, però, non permettere una sua osservazione diretta.

Vediamo di descriverla per quanto possiamo sapere. L'universo è ancora caldo e la materia fa estrema fatica a collassare in oggetti autogravitanti. Per riuscirci è necessaria una grande massa, tale da autosostenersi e a innescare le reazioni nucleari nella loro parte più interna, in grado di fronteggiare l'enorme gravità che è stata necessaria per la loro formazione. Devono, perciò, essere delle vere giganti, con masse diverse centinaia di volte quella del nostro "piccolo" Sole, il cui compito è decisamente più semplice e tranquillo.

Massa enorme, però, vuole anche dire vita cortissima. Una vita spesa a costruire elementi sempre più pesanti, sicuramente fino al ferro. Poi, venga pure la loro esplosione in modo da regalare il frutto di questa breve esistenza allo spazio che le circonda e, nel contempo, far nascere nuovamente la luce affinché diradi la nebbia e i loro figli possano proseguire nel loro magnifico esempio senza più  nascondersi.

Vita cortissima vuol, però, dire che per poterle osservare bisogna ricevere la luce che esse hanno prodotto in solo pochi milioni di anni. Forse solo 4 o 5, molto lontani nel tempo, probabilmente non più di 100 milioni di anni dal Big Bang. E questo è già un ostacolo enorme... Gli strumenti che vorrebbero localizzarle e poterle studiare devono riuscire a vedere una luce estremamente indebolita dallo spostamento verso il rosso e dalle condizioni ancora "nebbiose" in cui stavano esprimendo il loro massimo sforzo. Probabilmente nemmeno Webb potrà mai catturare questa luce, anche se i suoi occhi sono stati costruiti per leggere l'infrarosso. Una luce che diventerà sempre più flebile, dato che nel futuro il tempo trascorso per giungere fino a noi non potrà che aumentare. Non sarà facile cogliere un vero "attimo" dell'Universo, un brevissimo sospiro, fondamentale ma troppo breve.

Cosa potremmo sperare? Beh, sicuramente migliorare ancora di più gli strumenti a disposizione (sempre che sia possibile) oppure sperare che siano nate anche stelle primordiali di piccola stazza. Impresa non facile, dato che in quelle prime fasi tempestose era davvero difficile restare piccole con tutta la materia che vi era a disposizione. Potremmo sperare che qualche nana sia riuscita a sfuggire e a vivere una vita isolata e tranquilla. Una nana rossa, capace di vivere per miliardi e miliardi di anni, ben di più dell'età dell'attuale Universo. Sarebbe magnifico, dato che potremmo anche ospitarla ancora in casa nostra, nella stessa Via Lattea. Una speranza, questa, però, che sembra sempre più lontana. Ogni tanto si accende qualche speranza, che poi viene presto accantonata.

Si potrebbe sperare di osservare un'intera galassia primordiale ricca di stelle primigenie, in modo  da sfruttare il motto "l'unione fa la forza". Tante stelle potrebbero creare una luce sufficientemente intensa per potere essere ancora visibile.

Recentemente si è aggiunta una nuova possibilità, di cui riporto il link. Magari non si riuscirebbe a osservare la stella vera e propria, ma se essa venisse smembrata da un buco nero nelle sue vicinanze, potrebbe infiammarsi e produrre un lampo di intensità sufficiente. Può darsi, può darsi... ma io resto dell'idea che, come spesso capita ai grandi "eroi", le stelle di Popolazione III preferiscano passare inosservate e regalare soltanto i prodotti delle loro geniali e meravigliose azioni.

Non saranno, però, mai come la materia oscura che troppi cercano di scovare anche senza prove osservative. Le nostre stelle primigenie DEVONO sicuramente essere esistite, ma preferiscono non essere al centro dei riflettori. A loro basta e avanza ciò che hanno saputo creare...

Grazie stelle di Popolazione III, che - permetterete- preferisco chiamare "Mamme" del Cosmo.

Articolo originale QUI

 

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