03/03/18

Dopo gli orsi anche i pinguini… povero riscaldamento globale!

Questo articolo è stato inserito nella sezione dell'archivio dedicata al clima e al riscaldamento globale, nella quale troverete una selezione di articoli sull'argomento e le motivazioni della nostra impostazione critica a riguardo.

 

Cosa c’è di meglio del far vedere un orso agonizzante o un pinguino morente su una desolata distesa di ghiaccio (ops… terriccio con tracce di neve) per dare credito alla terribile azione distruttiva del riscaldamento globale (sì, proprio quello che sta bloccando treni, strade, scuole, teste di rapa, ecc. in questi giorni… avete notato che il farfallino si è eclissato?) Ci sentiamo tutti un po’ colpevoli e apriamo volentieri le tasche per rifornire la criminalità organizzata che sta perfino preferendo le energie alternative alla droga e alla spazzatura..

E’ ormai ampiamente dimostrato che gli orsi polari stanno benissimo e che nella loro lunga storia terrestre hanno visto periodi ben peggiori sia di caldo che di freddo, senza patire più di tanto (gli animali sanno adattarsi e non aspettano cosa dice la TV per sapere se fa caldo o fa freddo e per sapere cosa devono fare per il bene dell’umanità e dei pochi che la governano a suon di dollari). Abbiamo spesso e volentieri riportato i dati ufficiali e alle immagini più o meno artefatte della loro vita sempre più critica credono soltanto i più imbottiti di falso web.

Rimanevano, però, i poveri pinguini dell’Antartide, in particolare quelli di Adelia. Il GW non ha aveva avuto pietà di loro e implacabilmente li ha decimati. E giù documentari strappa lacrime e cuccioli moribondi sotto i raggi impietosi di un Sole sempre più ardente. Non avere pietà dei pinguini è un’ignobile atto di vigliaccheria e meriterebbe da solo un incontro globale dei potenti del mondo e dei loro portaborse non una volta all’anno, ma almeno una volta al mese. Tanto paghiamo noi i loro alberghi a 12 stelle.

Purtroppo, però, ci sono ancora dei poveri individui che pensano alla ricerca sul campo (non da golf) e non riescono a seguire con attenzione gli atti di fede mediatici. Anche se la massa dei biologi, partecipanti ai congressi miliardari, gli urlavano di discutere a tavolino su dati di fatto incontrovertibili, dato che si era ormai deciso che erano ben 40 anni che il più comune pinguino antartico stava scomparendo senza speranza (magari aiutato anche dal buco dell’ozono che va e viene a seconda di quello che si vuole dimostrare), quegli illusi o -magari- un po’ squilibrati continuavano a girare e a cercare.

“No, non andate da quelle parti… sappiamo benissimo che le condizioni non sono quelle giuste: isole rocciose, clima non certo ideale, insomma statevene tranquilli ad aspettare i fondi per cercare di salvare l’ultimo pinguino della Terra”. E, invece no… quei poveri dementi se ne sono andati in mezzo alle isole del Pericolo (Danger Islands, un nome, una certezza) a cercare chissà che cosa. “Ma no, non date retta a quelle immagini da satellite che sembrano mostrare enormi distese di guano… saranno disturbi nelle riprese… forse le tecnologie migliori sono ormai dirette verso gli alberghi di lusso in costruzione sulla Luna e Marte, per i futuri congressi del Clima degli anni 3000”. Niente da fare… quando si ha la testa dura o li abbatti o li lasci fare…

“Cosa stanno dicendo? Saranno proprio impazziti per un colpo di calore in quel clima torrido che hanno trovato… Eppure confermano… Quanti? Un milione e mezzo di pinguini di Adelia che si crogiolano sulle spiagge delle isole, una distesa enorme di nidi e creature che sembrano quasi sorridere e fare cenno di non dire niente a nessuno, per favore…”…. Roba da non credere e forse sarebbe proprio meglio non credere. Oltretutto, ci sono ancora altri luoghi giudicati “impossibili” che potrebbero pullulare di pinguini. Che stiano facendo anche loro un congresso sul clima?

Accidenti, ma allora non sono in declino… se ne sono solo andati, stufi di essere fotografati e disturbati da quelle folle di ecologisti che speravano solo di vederli inciampare e iniziare una lenta agonia.  Si dice che, nel vederli scappare, molti ambientalisti, pagati lautamente con i fondi della migliore comunità mondiale (sono sempre i nostri, tranquilli…), abbiano cercato di trattenerli, offrendogli chili e chili di aringhe avariate dell’artico (tanto prima o poi declineranno anche loro…).

Ricercatori poco inclini alle regole del GW hanno scoperto 751527 coppie di pinguini di Adelia (più di quelli che abitano il resto dell’Antartide) nelle Danger Islands (Isole del Pericolo). Essi includono la terza e la quarta più grande colonia di pinguini di Adelia del mondo. Fonte: Michael Polito, © Louisiana State University
Ricercatori poco inclini alle regole del GW hanno scoperto 751527 coppie di pinguini di Adelia (più di quelli che abitano il resto dell’Antartide) nelle Danger Islands (Isole del Pericolo). Essi includono la terza e la quarta più grande colonia di pinguini di Adelia del mondo. Fonte: Michael Polito, © Louisiana State University

E che dire adesso? Stare zitti e cercare che tutto torni alla normalità e inizino di nuovo i documentari naturalistici, preparati negli appositi studi. La memoria umana è molto corta e noi italiani lo sappiamo bene. Prima, basterà dire a quei pochi che cercano di smuovere quella massa inerte e inutile che riempie il cranio, che le isole del Pericolo hanno miracolosamente mantenute condizioni rigide come quelle di tanti anni fa. Una fuga inutile, tanto prima o poi il ghiaccio caldo arriverà anche lì. Poi un po’ di silenzio e si tornerà sugli orsi polari che sembrano star bene ma che non vogliono più essere vaccinati contro le zanzare tropicali appena emigrate dall’Africa. Un nuovo implacabile declino li aspetta e… che quei maledetti pinguini non decidano di tornare a farsi vedere.

Intanto, sembra che anche quei poveri ricercatori che non hanno seguito gli… accordi, si stiano pentendo e abbiano capito che la fuga verso le isole del Pericolo è stata causata solo e soltanto dai cambiamenti climatici.

Ma sì… ho un po’ esagerato con il sarcasmo, ma la notizia è vera, ve lo posso assicurare!

Articolo originale QUI

12 commenti

  1. Gianni Bolzonella

    Tutto sommato per la scienza che contesta un certo affarismo, con risultati non in linea con il main stream,non va molto male,forse ci sono troppi contestatori o gli affari sono ormai ben avviati e fermarli non si può.Ma i tempi non sono cambiati rispetto all’inquisizione che perseguitò Bruno e Galileo, ancora oggi l’eretico mette a rischio la sua vita, solo che oggi l’inquisizione si chiama "guardiani della democrazia". Come gli astronomi ai tempi di Galileo, il ricercatore che voglia evitare guai, deve essere opportunamente strabico, avere una cecità selettiva. Così ad esempio per lo psicologo antirazzista Stephen Rose, quegli stessi test d’intelligenza che sono largamente impiegati negli Stati Uniti nelle scuole, dalle industrie per la selezione del personale, nelle forze armate e via dicendo, se utilizzati per un confronto statistico su base razziale della popolazione, di colpo diventano solo “Stupidi giochini coi numeri”. Meglio, per la carriera e l’incolumità fisica. Un altro di questi ricercatori “ribelli”, Marek Kohn, ha svelato l’esistenza di un “ordine antirazziale dell’UNESCO”. In altre parole, non solo la ricerca scientifica non è libera, ma deve sottostare a ordini precisi che vengono dal potere politico, e fra questi quello di negare a ogni costo le differenze razziali.

  2. Fiorentino Bevilacqua

    Ho dato uno sguardo fugace, anche nel "campo" dei convinti assertori del GW e ... con tutto il rispetto ... bisognerebbe vedere perché la "convergenza antartica" si stia spostando verso sud, cioè se questo spostamento è riconducibile al GW (visto che, nel passato, sono state date per scontate, per verità acclarate e dimostrate, cose su cui poi si è ritornati correggendo ampiamente il tiro se non giungendo a conclusioni quasi opposte, è lecito avere dei dubbi su affermazioni -conclusioni anche se fatte da studiosi); bisognerebbe vedere se l'elevata "somiglianza genetica" fra le varie popolazioni di pinguino di Adelia, sia spiegabile con incroci avvenuti nei soli ultimi 30/40, 100 anni (quelli nei quali si sarebbe manifestato il riscaldamento prima attribuito alla CO2) etc.

     

  3. Mario Fiori

    Si, ovviamente Fiorentino gli studi vanno fatti con criterio e valutando tutto, comunque mi sembra che qui le valutazioni vanno per forza e comunque nella direzione del GW e nella direzione dell'applicazione di tecnologie che rendano solo a certe multinazionali, a dir poco, se non addirittura alle mafie. Qualcosa di sospetto c'è , e poi si affossano sempre di più i Paesi poveri in nome del GW e i poveri nei Paesi cosiddetti ricchi.

    Del sole , delle variazioni che ci sono sempre state , del metano e cose simili guai a parlarne, solo CO2 ma solo per dire che è un danno enorme ma metano, idrocarburi aromatici noo assolutamente.

    Ora non tiriamo fuori complottismi o cose simili che sono molto odiose, parliamo di evidenze dei fatti come dice giustamente Enzo.

  4. Fiorentino Bevilacqua

    Ricordo una trasmissione televisiva (eravamo alla fine degli anni ’90 o nei primissimi anni del nuovo millennio) che metteva a confronto due climatologi, entrambi docenti universitari: uno giovane, che aveva militato nei movimenti ambientalisti ed insegnava in una università romana, ed un altro, più attempato che non ricordo in quale università insegnasse.

    Il tema era il GW.

    Quello giovane sosteneva che la CO2 fosse la responsabile del riscaldamento osservato (allora ci si chiedeva ancora …”dove?”, perché i punti di raccolta dei dati erano limitati e vi erano intere aree non coperte da rilevazioni); quello anziano, dimostrava (dimostrava) che l’aumento di CO2 registrato non poteva produrre, da solo, il riscaldamento  “registrato”. Il Prof anziano dimostrava (ricordo che presi degli appunti che ora ho regolarmente perso ma che potrei recuperare se riportassi in vita in pc che avevo allora) che non era possibile che con quell’aumento di CO2 si registrasse l’aumento di temperatura sulla cui entità c’erano ancora dei dubbi.

    Il giovane Prof si inalberò, chiamando in causa la teoria del caos e l’effetto farfalla…Il Prof anziano aveva un’aria che a me sembrava, ma forse mi sbagliavo, quasi disgustata (tanto che, ad un certo punto, mi sembrò quasi che si fosse "ritirato" dalla discussione).

    Mi pare che allora si parlasse anche di un aumento della costante solare ma questo altro “battito d’ali”, quest’altra “farfalla” non veniva presa in considerazione come possibile causa determinante l’aumento di temperatura.

    Capii, dunque, che c’erano farfalle e farfalle, ma anche climatologi e climatologi; da allora cominciai a diffidare, forse a torto, del riscaldamento globale, di un aumento, ora dico, temporalmente limitato, ciclico, della temperatura, ma sicuramente a ragione di certi suoi sostenitori, anche se scienziati.

    Caro Mario, sono d’accordo sulle multinazionali; sono d’accordo sul non diventare complottisti. Però non dobbiamo dimenticare che le multinazionali si muovono su scenari globali, mondiali, ed è a quella scala che cercano di pilotare le opinioni pubbliche affinché le politiche (locali prima, globali poi) siano modificate tanto quanto basta per creare uno scenario complessivo, appunto globale, del tipo che ai loro interessi più torna confacente. Questo non credo sia complottismo; probabilmente è realismo.

  5. Mario Fiori

    Infatti hai perfettamente ragione, le multinazionali lavorano logicamente sul globale ed è proprio da lì che manovrano e pilotano, sono loro di sicuro i poteri forti che comandano il mondo.

    Parlavo del complottismo perchè in un altro articolo di questo circolo (meraviglioso circolo) qualcuno insinuava al complottismo. Quì i complotti li fanno le multinazionali e li fanno pure alla luce del sole, ormai sono spudorati.

    Poi che ci siano climatologi e climatologi sono daccordissimo e che purtroppo ci siano anche molti "farfallini" è appurato. Gente che pensa di fare studi seri che magari non escludano niente ma in modo chiaro, serio e provato, ce ne è poca ma c'è sicuramente , solo che viene bistrasttata , esclusa , derisa da quelli rampanti che si inalberano come il giovane climatologo che citavi tu.

  6. Fiorentino Bevilacqua

    Ho trovato questo https://www.youtube.com/watch?v=1YxmOpRAT4g è un interessante documentario. "Il sole - dicono tra le altre cose - guida il cambiamento climatico; l'anidride carbonica è irrilvante" e molto altro da parte di scienziati che non fanno parte della schiera dei cosiddetti 2.500 scienziati migliori del mondo (molti dei quali sono giornalisti o, comunque, non scienziati) dell'IPCC che sostengono l'insostenibile rapporto tra CO2 e riscaldamento globale...

  7. Gianni Bolzonella

    Il pensiero unico a cui siamo sottomessi è di fatto di stampo monocratico, accetta cioè solo l’esistenza di se stesso e vede il dissidente, come un nemico da abbattere. Vi è un fenomeno che potremmo definire effetto gregge delle opinioni. In Psicologia delle Folle l’antropologo Gustave Le Bon descrive come si propagano a macchia d’olio le convinzioni tra le folle “un individuo può essere messo in condizioni tali che, avendo perso la propria personalità cosciente, obbedisca a tutti i suggerimenti di chi appunto tale coscienza gli ha sottratta”, non è difficile immaginare in che modo queste opinioni vengano imposte dall’alto soprattutto tramite la propaganda televisiva, e molto meno tramite il web.Come si cambia il modo di pensare delle folle? Usando la ripetizione che attraverso il contagio, radica nelle coscienze delle folle dei modi di pensare. Riprendiamo l’opera di Le Bon “Ben si comprende l’efficacia che la ripetizione ha sulle folle vedendo quale potere essa esercita sulle menti più illuminate. Infatti la cosa ripetuta finisce con l’incrostarsi nelle ragioni profonde dell’inconscio, in cui si elaborano i moventi delle nostre azioni. Dopo qualche tempo, dimenticando chi è l’autore dell’asserzione ripetuta, finiamo col crederci.” Bisogna scegliere se essere solo un numero o uomini liberi di cui vi è grande penuria.La morale moderna consiste nell’accettare i luoghi comuni della propria epoca; ma per un uomo colto ciò significa commettere un atto della più volgare immoralità”.

  8. Fiorentino Bevilacqua

    Caro Gianni, non conoscevo Gustav Le Bon e il suo libro; ho provato a cercare in rete (l'ho trovato e scaricato); ma ho trovato anche un elenco di frasi tratte da quest'opera... Ad un  primo sguardo è qualcosa di estremamente illuminante...Grazie per averlo segnalato.

    Riporto una frase del libro che richiama quello che tu dici: “Per il solo fatto di far parte di una folla, l'uomo discende di parecchi gradi la scala della civiltà. Isolato, sarebbe forse un individuo colto, nella folla è un istintivo, per conseguenza un barbaro.”

    Ricorda Giordano Bruno, La cena de le ceneri, Dialogo primo dove Teofilo dice che i saggi sono pochi e ciò che è comune e generale è di scarso pregio, per cui "è più sicuro cercar il vero e conveniente fuor de la moltitudine".

    Ma il Nolano è ottimista: come ne usciremo da tutto questo? Semplice ... "Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.” E forse con ciò allude ai meccanismi, ai processi neurofisiologici responsabili di certi nostri comportamenti, di certe nostre risposte agli stimoli e alle sollecitazioni di ambienti e situazioni tipiche. Grande anticipatore, per quello che ne so io, anche in questo...

  9. cari amici,

    vi ringrazio per la interessantissima discussione... Io, di solito, preferisco non partecipare quando si parla di GW: mi sono già preso un mare di insulti su vari siti e sono anche stato tacciato di essere pagato dalle multinazionali del petrolio...

    Volevo solo ricordare quanto sia facile manovrare un uomo quando fa parte di un insieme ed è sintonizzato sulla stessa lunghezza d'onda. I cervelli non si sommano, ma si addormentano trasformandosi in un solo e anche molto apatico. Un esempio con il famoso cormorano della prima guerra in Iraq. L'uomo singolo, con il cervello in azione, libero di usarlo avrebbe anche potuto pensare: "Che ci fa un cormorano in questa stagione in Iraq?" Bastavano un po' di nozioni studiate a scuola sulle migrazioni e poco altro. La massa davanti alla TV ha invece ingoiato e discusso a lungo con falsi scienziati sui danni lacrimosi del petrolio. A quei tempi -forse- avevano recuperato il video in repertorio... oggi -probabilmente- lo preparerebbero in studio...

    e domani....? No, temo che l'uomo sia "entropico"... non torna più indietro....

  10. Gianni Bolzonella

    Il problema di chi cerca come si sono svolti veramente i fatti è sempre il solito,quasi sempre sono cose accadute fuori del nostro spazio e ci dobbiamo fidare di quello che ci sembra più vero.Poi ci mettiamo del nostro,prendiamo quello che ci piace e quasi sempre premettendo un giudizio etico al fatto e non il contrario.Ci sono degli interessi costituiti che sono raffinatissimi nel manipolare gli eventi,sono come quei scacchisti che hanno già in mente almeno quattro mosse in anticipo.Per fortuna il mondo è enorme anche per Loro,e spesso gli va buca.Grazie alla meccanica quantistica.Ciao Fiorentino

  11. Gianni Bolzonella

    Buongiorno... si bruciano miliardi di dollari in ricerche, sfruttando le più moderne tecnologie, per poi sentirci dire che: "As climate change continues across the world, we may also observe concomitant changes in human personality". Non so a voi, ma qualcosa (giusto qualcosa...) a noi non torna...

    Climatemonitor.ir

    Frasi di Franco Battaglia uno scettico del cambiamento climatico...

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