05/02/19

Una giovane stella ci mostra i suoi gioielli **

Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "Figli delle stelle (e degli asteroidi, e delle comete...)"

 

Sarebbe bello vedere la presenza di molecole organiche e la loro evoluzione in un disco protoplanetario che non sia il nostro. Soprattutto se la stella che lo accudisce è decisamente molto giovane, ancora in fase di formazione completa. Basta chiederlo... e ALMA ve lo fornisce in un piatto d'argento!

La storia della vita o quantomeno di tutti i composti che portano al DNA si sta leggendo sempre meglio nelle grandi nebulose oscure che popolano le galassie, ma anche nelle fasi finali e nelle fasi iniziali delle stelle. Ormai è chiaro che la galassia stessa, con le sue continue vite  e "morti" (sempre apparenti...), è la vera fabbrica della vita e sa come gestirla nelle varie zone in cui le condizioni termiche ed energetiche siano le più adatte alla formazione di catene sempre più lunghe e complesse di composti organici.

Grandi fabbriche che cedono i loro gioielli microscopici alla polvere e al ghiaccio che circondano gli astri pronti a mettere su famiglia. Essi restano in attesa di essere trasportati attraverso i serbatoti cometari e asteroidali verso le grandi case planetarie che cercheranno di accoglierli per elaborare le fasi finali della vita biologica.

Un'avventura fantastica, incredibile, che non abbisogna nemmeno di ottenere alla fine un essere veramente senziente (con tutti i rischi del caso), ma solo e soltanto dare alle molecole così amorevolmente costruite la capacità di vivere e riprodursi da sole. Il nostro sistema planetario è già evoluto e ha già provato, riuscendoci, a fare l'ultimo passaggio. Sicuramente sulla Terra, ma non è detto che qualcosa non sia presente anche su Encelado, Europa e Titano.

Oggi, per leggere le molecole che sono state portate sui pianeti bisogna andare a cercare tra le comete e gli asteroidi. E bisogna anche che i gioielli organici si mettano in evidenza. E qui entra in ballo la linea della neve (non quella del riscaldamento globale di questi giorni, estremamente calda per non dire bollente...), ossia quella distanza limite all'interno della quale si ha la sublimazione diretta del ghiaccio che regala allo spazio le sue catene atomiche altrimenti incastrate nei grumi di polvere e ghiaccio, come in scrigni protettivi.

Per studiare queste molecole bisogna andare sul posto, magari scavare e/o aiutare la sublimazione. Oppure seguire una cometa mentre si avvicina al Sole (cercando di essere all'altezza di ciò che si sta cercando). Inoltre, il nostro sistema ha già una bella età e sarebbe molto interessante sapere come si siano svolte le cose agli inizi di una famiglia stellare. Impossibile andare sul posto e impossibile riuscire a sublimare ciò che sta all'esterno della linea della neve, la zona forse più interessante.

Però, ALMA ne sa una più del diavolo e sa anche che molte stelle sono veramente ribelli, da giovani, capaci di dar luogo a esplosioni mostruose che, comunque, poco influenzano  la formazione, l'unione, la conservazione delle molecole regalatele dallo spazio intergalattico o da vecchie nonne e zie ormai trasformatesi in piccole e misteriose stelle degeneri. Anzi, questi "outbursts" (esplosioni in linguaggio astrofisico più corretto) hanno un gran vantaggio, dato che riscaldano il disco protoplanetario e spostano verso l'esterno la line della neve, anche di dieci volte.

Mamma mia, che meraviglia! Tutte quelle molecole rintanate nei blocchi di ghiaccio e polvere vengono liberate dalla sublimazione e fanno bella mostra di sé intorno a tutto al disco protoplanetario. Una specie di sfilata che può anche durare decine e decine d'anni.

Schematic illustration of the composition of protoplanetary disks in normal state and outburst phase. V883 Ori is experiencing an FU Orionis outburst and the increase in disk temperature pushes the snow line outward, causing various molecules contained in ice to be released into gas. Credit: National Astronomical Observatory of Japan
Illustrazione schematica della composizione di un disco protoplanetario in condizioni normali (sopra) e a seguito di un violento outburst (sotto). L'aumento della temperatura ha nettamente spostato verso l'esterno la linea della neve dell'acqua, permettendo il rilascio di moltissime molecole organiche intrappolate nel ghiaccio. Fonte: National Astronomical Observatory of Japan

L'ideale per ALMA... capace di leggere ogni molecola, farne una classificazione, quasi una raccolta di figurine. Ed ecco il metanolo, l'acetone, l'acetaldeide, il formato di metile, l'acetonitrile e chi più ne ha più ne metta... In particolare, è la prima volta che l'acetone è stato trovato senza ambiguità in una regione di formazione planetaria.

False-color image of V883 Ori taken with ALMA. The distribution of dust is shown in orange and the distribution of methanol, an organic molecule, is shown in blue . Credit: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO), Lee et al.
Immagine a falsi colori di V883 Ori, ripresa da ALMA. La distribuzione della polvere è mostrata in arancione e la distribuzione del metanolo è mostrata in blu. fonte: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO), Lee et al.

Non ci resta che ringraziare la stella V883 Ori, che dista 1300 anni luce da noi e, ovviamente, l'insostituibile ALMA (secondo me si sono messi d'accordo...) per il quale le prestazioni stupefacenti non si contano più...

Lunga vita alle molecole della giovane stella!

Articolo originale QUI

 

QUI un'altra scoperta eccezionale del solito ALMA: getto di vapor d'acqua e molecole organiche molto complesse in una zona di intensa nascita stellare

 

4 commenti

  1. Mario Fiori

    Scoperte fantastiche caro Enzo, fantastico ALMA.

  2. l'Universo è gioia pura, caro Mario... quando la gente volterà finalmente gli occhi al cielo?

  3. Gianluca

    confermo l'universo è la pace dello spirito

     

     

  4. grande Gianluca!

    Benvenuto in questa barca piena di spostati, ma che sanno ancora voltare gli occhi al cielo!

    Un bacione alla mamma (noi ci capiamo...)

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