17/01/15

L’intelligenza creativa dei quasar *

Questo articolo è stato inserito nella serie "L'Infinito Teatro dei Buchi Neri", che raccoglie in modo organico gli articoli più significativi sull'argomento.

 

Poche e semplici parole sulla scoperta del possibile meccanismo che ha guidato la formazione delle galassie più antiche. Una recente ricerca unisce sapientemente il lavoro di osservazione diretta con quello di modellistica al computer. Ne nasce una visione nuova dei buchi neri primitivi, quella di creature che mantengono logica e razionalità in situazioni caotiche e tempestose.

Facciamo un rapido quadro della situazione, dove, ancora una volta, i buchi neri supermassicci giocano un ruolo predominante. Essi appaiono, sempre più, come dei veri e propri regolatori della vita della loro città, dalla nascita, all’evoluzione, fino alla pensione. Le parti finali le abbiamo trattate a lungo (blocco delle nascite stellari, fasi di tranquillità, improvvise riaccensioni), ma quelle primordiali rimangono ancora abbastanza misteriose, a causa delle difficoltà osservative.

Sicuramente, conosciamo i quasar, buchi neri accresciutisi molto in fretta nelle fasi primigenie, probabilmente a causa della facilità di ingoiare materiale dalle zone circostanti. Un processo che indica chiaramente un meccanismo che va dall’esterno verso l’interno, un lavoro di accrescimento tempestoso e impetuoso. Un impulso di matrice chiaramente egoistica… Tuttavia, proprio in questa fase devono anche formarsi le prime galassie, in grado di creare le stelle, le più importanti creature del Cosmo.

quasar

In qualche modo, abbiamo di fronte due processi opposti: da un lato un accrescimento continuo e dall’altro il bisogno di una certa tranquillità termica che permetta la nascita stellare. Ricordiamo, infatti che le stelle hanno bisogno di gas freddo, mentre il fluire continuo di materia verso il quasar centrale comporta temperature di decine di milioni di gradi.

Innanzitutto, siamo sicuri che esistano le condizioni per la nascita stellare in questa fase dominata dai quasar? Le osservazioni millimetriche dicono di sì. Grandi ammassi di gas freddo sono stati scovati vicino a nuclei galattici attivi estremamente giovani (un decimo dell’età dell’Universo). Tutto a posto allora? Nemmeno per sogno.

Come già accennato, bisogna far convivere gas che raggiunge milioni di gradi di temperatura e gas freddo. Sono nati separatamente? Impossibile, ovviamente, dato che i quasar dominano l’intera situazione. Non ci resta che pensare che essi siano in grado di fare il “doppio gioco”: si rinforzino sempre più, riscaldando gas, e nello stesso tempo riescano a creare le situazioni ideali per le nascite stellari. Un’opera fantastica… se solo ne fossero capaci. E sembra che le cose vadano proprio così… Scusate se ribadisco il concetto, ma ci vedo una tale armonia di esecuzione che definire affascinate è troppo poco.

Semplifico in modo enorme, ma lasciatemi cogliere lo spirito più che la parte pratica. Il gas primordiale, che in qualche modo aveva già formato le prime stelle gigantesche  che si stavano trasformando in supernove, precipita violentemente verso il buco nero centrale. Lui deve mangiare, accumulare forza e riscaldare il gas più che può. Il suo motore deve essere portato al massimo. Per ingordigia? Assolutamente no!

Ne ha bisogno per espellere il gas dai suoi getti “polari”. Gas, ovviamente caldo, ma ricco di quanto le supernove hanno rilasciato. All’intorno esistono le condizioni ideali, date proprio dal fatto di essere in un Universo bambino (non si può entrare nei dettagli, ma pensate a un’aria salubre, limpida, non inquinata). Il gas caldo viaggia a velocità di un paio di migliaia di km/sec e raggiunge distanze di 100 000 anni luce (guarda caso proprio quelle di una tipica galassia di grandi dimensioni).

Cosa succede nelle notti serene d’inverno? La temperatura diminuisce in modo drastico, niente frena la dispersione del calore e nessuna nube blocca la radiazione termica che lascia il nostro pianeta. Ebbene, succede qualcosa anche nel gas espulso dal buco nero. Oltretutto, la presenza di elementi pesanti facilita questo “raffreddamento globale”. Anzi, sembra che ne sia una componente indispensabile.

Un gioco di coppia fantastico. Il buco nero, con l’aiuto delle prime stelle esplose, lancia il gas lontano dove si raffredda e inizia la creazione della grande città cosmica, che sarà comunque dominata dalla sua mente centrale, capace, in seguito, di regolarne l’evoluzione e dirigerla verso la pensione.

Forse vi sembra che non abbia detto niente di veramente nuovo. E, invece, il vero problema era proprio far convivere gas freddo e motore centrale che agiva come una stufa efficientissima. La stufa non è, però, uno strumento “stupido” e ripetitivo, ma sa che deve riscaldare per lanciare lontano e godersi poi il raffreddamento. Stupendo, ragazzi, veramente stupendo!

Non tutto è ancora chiaro in questi processi. Al momento le osservazioni certificano la presenza dei quasar e degli ammassi di gas freddo a distanze “galattiche”. I modelli al computer dimostrano che le due cose possono essere legate assieme. Insomma, si è compreso il come, ma ci sono ancora parecchi “perché”. Poco male, le risposte arriveranno presto. Per adesso godiamoci un motore fantastico, il cui egoismo può apparire tale solo a chi non comprende o non vuole comprendere. Questo è l’Universo! E noi ne facciamo parte… quando ne saremo veramente orgogliosi?

Scusate il modo troppo semplicistico del racconto. Ma…, in questo momento, in cui si mischiano nel mio cervello sentimenti primitivi, dove la disperazione si unisce alla freddezza, alla speranza e alla razionalità, mi sento molto vicino a questi buchi neri che riuscivano a essere logici in fasi così turbolente e apparentemente prive di logica. Li vedo come maestri di vita! Sembra quasi di toccarli, di ammirarli e di poterli incitare.

Sono lì, davanti a noi e non hanno bisogno di media che li glorifichino. Cosa sono tredici miliardi di anni?! Un niente, un attimo, un sospiro. Il pensiero e la fantasia superano di gran lunga e senza problemi anche la velocità della luce.

Articolo originario QUI

2 commenti

  1. Mario Fiori

    Chissà perché, caro Enzo, mi sono sempre sentito dentro un'attrazione per i buchi neri, come per un qualcosa che è alla base proprio della costruzione di questo Universo, qualcosa, però, che essendo appunto così nero che più nero non ce né, resterà un mistero inesplorato.
    A proposito ho detto attrazione...beh, si fa per dire...è troppo pericolosa :mrgreen: :mrgreen:

  2. caro Mario,
    capisco benissimo il senso profondo della tua "attrazione". Tu vedi, giustamente, in loro, le macchina più efficienti, complesse, durature e "intelligenti" dell'Universo. Sono esistite fin da subito o quasi e poi hanno scandito tutte le fasi evolutive, sia caotiche che di quiete. Dei veri "padroni" buoni, altruistici, ma severi al momento giusto. Capi democratici illuminati (benché neri), nati, in fondo, dal materiale più semplice e primigenio... proprio come fossero contadini che hanno toccato con le loro mani la terra.

    Noi li consideriamo "neri", solo perché siamo sensibili praticamente solo alla luce. Ma le deformazioni dello spaziotempo e i loro getti, sono parole di un linguaggio che solo per noi è un mormorio indistinto... ma non per il Cosmo. Basta vedere come intere galassie lo capiscano perfettamente e agiscano di conseguenza.

    No, non ho paura di sembrare un favoliere puerile. In fondo, ci credo... :wink:

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