02/12/19

A proposito di momento angolare... *

Abbiamo di recente discusso di uno strano fenomeno causato dall'instabilità del momento d'inerzia intermedio e abbiamo fatto anche l'esempio del satellite "rimbalzante" di Saturno, Iperione. In qualche modo l'asteroide Ryugu visitato da Hayabusa2 non è da meno.

Uno dei lavori più "noiosi" a seguito di immagini riprese da vicino di un corpo craterizzato è proprio quello di... contare i crateri. E' sempre stato fatto e a volte l'operazione è stata molto lunga (vedi satelliti di Giove e Saturno), ma estremamente importante per avere una prima idea sulla geologia superficiale e su eventuali differenze da luogo a luogo.

Nel caso di Ryugu si è fatto in fretta (é molto piccolo) e si arrivati a contarne 77 maggiori di 20 metri di diametro. Anche se relativamente pochi, la loro distribuzione ha permesso di stabilire una netta differenza non solo tra le zone polari e quelle equatoriali, ma anche in funzione della longitudine.  Ai poli ci sono ben pochi crateri, mentre nella zona equatoriale essi si infittiscono, ma non in modo uniforme, lasciando un certo vuoto nella zona est. Differenze che ben difficilmente si riescono a spiegare con la casualità degli impatti.

La spiegazione più accreditata sarebbe quella di differente età delle zone suddette, causata da variazioni notevoli nel periodo di rotazione (e probabilmente anche di asse). Ne avevamo già accennato parlando della "cintura" in rilievo che appare all'equatore di Ryugu, ma  che si nota in parte anche sul suo fratello quasi gemello Bennu e, soprattutto, su Pan e Atlas (satelliti di Saturno). Un rigonfiamento dovuto facilmente alla rotazione molto veloce e alla "caduta" di materiale verso la zona centrale.

La rotazione odierna avviene con un periodo di circa 7 ore, ma la creazione di un anello equatoriale potrebbe dimostrare che l'asteroide (forse più di una volta) ha avuto periodi dell'ordine delle 3 ore soltanto. Un bel quiz geologico che potrà essere risolto (si spera) attraverso il materiale che la sonda sta riportando a Terra e che ci raggiungerà nel tardo 2020. Ryugu e la sua evoluzione spiegheranno molte cose sull'intera vita collisionale della fascia asteroidale e sulla nascita e immissione dei NEA nel sistema solare interno .

I crateri di Ryugu.
I crateri di Ryugu. Fonte: Naoyuki Hirata et al. Icarus, in corso di pubblicazione.

 

QUI potrete seguire gli aggiornamenti via via disponibili sulla missione Hayabusa 2

Questo articolo è stato inserito nella pagina d'archivio dedicata alle missioni spaziali

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