Un oggetto celeste ci dimostra che, a volte, se si vuole andare veramente molto lontano è utile avvicinarsi a colui da cui si vuole scappare...

Un oggetto celeste ci dimostra che, a volte, se si vuole andare veramente molto lontano è utile avvicinarsi a colui da cui si vuole scappare...
Chi pensava che New Horizons fosse entrato in pensione ha sbagliato di grosso. Con l'aiuto del gigantesco telescopio Subaru si sta cercando un nuovo oggetto da "sfiorare".
Mesi e mesi di analisi dei dati, di simulazioni e di ipotesi, smentite o confermate, hanno portato a una conclusione ragionevolmente sicura riguardo alla formazione dei planetesimi primordiali, soprattutto nella zona abbastanza "calma" del Kuiper Belt. New Horizons ha dato un altro contributo fondamentale per comprendere la formazione del Sistema Solare.
Un gruppo di astronomi giapponesi ha usato dei telescopi all'altezza di quelli amatoriali (28 cm di diametro) e un'attrezzatura standard, per "vedere" per la prima volta un oggetto della fascia di Kuiper di solo 1.3 km. Davide che sconfigge Golia?
Con la giusta e dovuta calma stanno arrivano le immagini a più alta risoluzione di Ultima Thule. L'ultima arrivata è del primo gennaio, quando la sonda era a 6700 km dall'oggetto celeste, sette minuti prima di raggiungere la minima distanza.
In questo articolo abbiamo assemblato quelli relativi agli anelli del Sistema Solare, cominciando da quelli del re dei pianeti (Giove). Non sono certo i più affascinanti, ma diamo a Giove quel che è di Giove. Ci spingeremo fino agli anelli futuribili, come quelli di Marte che sono ormai in via di... costruzione. In modo forse inatteso, abbiamo escluso quelli di Saturno, ma gli articoli ad essi dedicati sono numerosi.
Sapete bene che la divisione fatta tra pianeti e pianeti nani non mi soddisfa più di tanto, anche se è basata su una caratteristica fisica più che valida. Tuttavia, li hanno fortemente voluti per non gettare Plutone nel mucchio selvaggio dei corpi minori e, allora, tanto vale parlarne un po’, in occasione della scoperta di un satellite attorno a un futuro pianeta nano, ancora senza un nome ufficiale.
Sembra proprio che la Terra sia stata, da molto tempo, l’unico pianeta del Sistema Solare a possedere oceani di acqua liquida superficiale. Tuttavia, gli oceani sotterranei acquistano sempre più importanza e potrebbero essere ottimi rifugi per la vita biologica. Ciò però solleva un problema generale: gli interni dei corpi planetari si mantengono caldi molto più a lungo del previsto. E se il Sistema Solare “brulicasse” di vita?
Siamo ormai abituati a scoprire satelliti negli oggetti della Kuiper Belt. Non possiamo, perciò, meravigliarci che anche il pianeta nano Makemake ne possegga uno. Anzi, sembrava strano non averlo ancora scoperto. Ci ha pensato Hubble, come al solito…
Stiamo parlando di urti e mi sembra più che giusto parlare di un "quasi" urto che riguarda la sonda New Horizons. Essa si sta dirigendo a grande velocità verso il prossimo bersaglio (il KBO 2014 MU69), sperando che lo sfiori soltanto...
Gli studenti dell’Università del Colorado hanno preparato e montato un loro strumento su New Horizons, che ha dato e darà informazioni estremamente interessanti sulla distribuzione di materia nel Sistema Solare.
Ho letto abbastanza velocemente l’articolo in questione e posso dire che sembra proprio utilizzare una meccanica celeste inoppugnabile anche se piuttosto complessa. Insomma, di sicuro, non ci troviamo davanti a persone in cerca di “scoop” a tutti i costi. Purtroppo, temo che la notizia giunga in fretta agli appassionati di Nemesis e dei pianeti assassini e le conseguenze saranno disastrose. Teniamoci forti, anche perché i media useranno sicuramente le notizie filtrate dai catastrofisti per vocazione.
Vulcani di ghiaccio, terreno che cambia da zona a zona, satelliti che si sono probabilmente formati mettendo insieme oggetti più piccoli… se non è un mondo attivo e “caldo”, questo, non lo è nessuno! Stiamo parlando di Plutone e della missione New Horizons che dopo essere stata bersaglio di critiche e di scarse aspettative, dopo il declassamento di Plutone, sta dimostrandosi un punto chiave nella conoscenza del Sistema Solare, aprendo nuovi stimolanti interrogativi. Inoltre dimostra che il freddo non spaventa di certo i “pianeti” (qualsiasi siano le loro dimensioni).
New Horizons deve risvegliare sopiti entusiasmi e il team della missione le sta provando tutte. Noi sappiamo benissimo che non ce ne sarebbe bisogno, ma, come scritto da poco, l’uomo si emoziona solo per i VIP e Plutone ha perso quel ruolo. Tuttavia, la NASA ha anche provato a risvegliare un bell’addormentato, che -forse- avrebbe dovuto avere un riguardo superiore, facendo probabilmente un piccolo autogol. Noi, però, la avevamo già svegliato tempo fa, in tempi non sospetti, e ne sono proprio contento!
New Horizons viaggia verso Plutone. Invece di scagliarsi contro il suo ridimensionamento, perché non pensare solo ai misteri che svelerà e alle fantastiche emozioni che regalerà ai veri appassionati?