26/05/21

In attesa della superluna...

Mentre in internet impazzano le notizie sulla superluna che potremo ammirare stasera (26 maggio 2021) e sulla suggestiva eclisse che purtroppo non sarà visibile dall'Italia (se non tramite foto e video che riempiranno la rete in tempo reale e nei prossimi giorni), noi vi suggeriamo di prepararvi ad osservarla leggendo (o rileggendo) questo fantadialogo (estratto da questo articolo) nel quale Galileo ci racconta l'emozione del momento in cui puntò il cannocchiale verso la Luna e...

 

Scherzy: Ciao Galileo! Perdonami se ti do del tu, ma sei talmente famoso anche su Papalla, che mi sembra di conoscerti da sempre! Che emozione… non avrei mai immaginato di potermi fare raccontare proprio da te la sensazione che hai provato quando hai appoggiato l’occhio al tuo cannocchiale e lo hai puntato verso il cielo!

galileo-cannocchiale
Unici due cannocchiali originali di Galileo tuttora esistenti, conservati presso il Museo Galileo di Firenze

Galileo: Se devo essere del tutto sincero, le prime volte che l’ho fatto nell’estate del 1609, ero più interessato a testare il funzionamento del mio perspicillo che ad osservare il cielo: avevo intenzione di regalarlo al Doge di Venezia per garantirmi una buona rendita economica. Ne avevo proprio bisogno, credetemi, e per fortuna ci riuscii!

Ciccio: Scusa, Galileo, ma non stavamo parlando del cannocchiale? Cosa c’entra il pepsi-cosa??

Galileo: Perspicillo! Ho voluto chiamare così, ispirandomi al significato del verbo latino perspicere, quel fantastico strumento che consentiva di penetrare la realtà con lo sguardo per comprenderne i più intimi segreti. Dunque, come vi stavo dicendo, una volta raggiunto l’obiettivo della tranquillità economica, potei finalmente dedicarmi a ciò che realmente mi affascinava, l’osservazione dei corpi celesti!

Astericcio: Uao! Non sto più negli aculei, raccontaci tutto nei minimi particolari, ti prego! Qual è il primo corpo che hai osservato?

Galileo: Ma è ovvio… non potevo che iniziare con la nostra magnifica Luna! Quella stessa Luna che ai nostri occhi appare liscia e perfetta e tale era stata considerata fin dall’antichità, mi apparve un mondo molto simile alla Terra, piena di sporgenze, cavità, anfratti, montagne e valli circolari!

Tigotta: Che bello! E ci spieghi come hai fatto capire una cosa del genere?

Curiosità: Aspetta a rispondere, Galileo, per favore, vorrei proporre un gioco. Forza ragazzi, attivate cervello e curiosità e provate ad immaginare come Galileo sia riuscito a vedere montagne, sporgenze, cavità e crateri, che lui chiama valli circolari, della Luna!

Ciccio: Forse vedeva i lunari che, camminando, salivano e scendevano e a volte inciampavano e cadevano?!?

Mimì: Non dire fesserie, sveglia!!! Facciamo così, Ciccio, prendi questa lanterna e capirai anche senza tante parole!

Ciccio: Lanterna?! Cosa vuoi dimostrare? E cosa hai intenzione di fare con quei sassi... lanciarmeli contro???

Bianchina: (Oddio! Lo sapevo che qui sono tutti pazzi, povera me, micia miao!)

Mimì: Silenzio, sciocchino! Solleva quella lanterna e osserva con attenzione la differenza tra questi due sassi!

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Galileo: Brava piccoletta, brava davvero! E’ proprio così che sono riuscito a disegnare una mappa della superficie lunare. E sapete una cosa? L’ho fatto a colori, perché solo un osservatore distratto potrebbe disegnare la Luna in bianco e nero!

galileo_luna

Curiosità: Di’ la verità, Galileo, già prima di puntare il cannocchiale, pardon… il perspicillo, avevi un’idea di cosa avresti visto e stavi solo cercando conferme alle tue intuizioni grazie all’osservazione diretta!

Galileo: Sì, è vero, un’idea ce l’avevo anche prima, eccome se ce l’avevo… ma quando, nel dicembre del 1609, vidi coi miei occhi quelle ombre che si allungavano e si accorciavano, devo ammettere che la realtà superò la fantasia, perbacco! Che emozione!!

Keplero: A proposito di fantasia… non è che, per caso, con il tuo strumento, riuscisti a vedere anche qualche abitante della Luna?

Galileo: Ma per favore, Giovanni, sii serio!

Keplero: E dai, è ovvio che sto scherzando, non mi sono mica bevuto il cervello!! Volevo solo vantarmi dell’intuizione che ebbi per smontare le argomentazioni di chi sosteneva l’immobilità della Terra fidandosi solo di quello che percepivano i sensi dei terrestri!

Ciccio: Certo che siete proprio strani voi astronomi… cosa c’entrano gli abitanti della Luna con i movimenti della Terra?? Mah…

Keplero: Noi astronomi saremo un po’ strani, ma anche voi ricci non scherzate mica, eh? Dammi il tempo di spiegare e capirai!

Curiosità: Se mi permetti, Giovanni, vorrei leggere quello che scrivesti in un tuo libro, così il concetto apparirà subito chiaro: “Tutti strepitano che il moto delle stelle intorno alla Terra è evidente agli occhi di chiunque, come pure lo stato di quiete della Terra stessa. Io ribatto che agli occhi dei lunari risultano invece evidenti la rotazione della nostra Terra e anche l’immobilità della Luna. Se mi si obiettasse che i sensi lunatici dei miei lunari si ingannano, con pari diritto potrei obiettare che sono i sensi terreni di noi terrestri ad ingannarsi, quando sono privi della ragione”

Bianchina: Ma certo! E’ ovvio… proviamo a chiudere gli occhi e immaginare di essere sulla Luna ad osservare la Terra, cosa vedremmo?

Ciccio: Eh sì, vedremmo la Terra che ruota su se stessa e le stelle fisse che ruotano intorno a noi! Devo ammettere che, in fondo, non siete così strani come sembrate a prima vista…

Tigotta: E penseremmo di trovarci in un sistema lunocentrico!!

animazione

Curiosità: Esatto! Lo aveva intuito anche il filosofo Giordano Bruno, che affermava “Non più la Luna è cielo a noi che noi a la Luna”. Comunque, questo è un concetto che anche altre menti brillanti avevano intuito in passato. Chi di voi conosce questo verso scritto da Dante ne “La Divina Commedia”: “Ella sen va notando lenta lenta, ma non me ne accorgo, se non che al viso e di sotto mi venta”? Egli sta immaginando di volare sulle spalle della bestia Gerione e, non avendo alcun punto di riferimento rispetto al quale “misurare” il proprio movimento, penserebbe di essere fermo, se non fosse per il vento che lo investe.

Il fantadialogo continua QUI

 

Altri articoli che hanno come protagonista la Luna:

Che fai tu, Luna, in ciel?

La Luna a barchetta

Grazie Luna!

Da Pirandello a Marcella... basta la Luna!

La Luna e il compasso

 

4 commenti

  1. Guido

    Grazie Daniela per aver richiamato Galileo con questo dialogo "alla moda seicentesca".  Gli scritti galileiani sono splendidi anche dal punto di vista letterario e val davvero la pena leggerne qualcuno, anche senza essere interessati all'aspetto scientifico vero e proprio.

  2. Daniela

    Giusto, Guido! Il linguaggio utilizzato e il costrutto delle frasi e dei periodi non fanno delle opere galileiane una delle letture più semplici e scorrevoli, ma vale senz'altro la pena affrontarle per approfondire sia la conoscenza della lingua italiana che della personalità di Galileo.

    Chi vuole provarci non ha bisogno di acquistare costosi libri: ormai si trovano gratuitamente in rete.

    http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/GalileiDialogoMassimiSistemi.pdf

     

  3. Alberto Salvagno

    Credo di non aver mai saputo quale era la potenza di ingrandimento di questi primi perspicilli. Fatti di due menischi e basta? Di quale lunghezza focale? Trovo tutto da qualche parte in questo blog?

  4. Daniela

    No, Albertone, ciò che è stato scritto in questo blog a proposito di telescopi è qui http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/ottica/ ma non vi troverai nessuna notizia sulle caratteristiche tecniche.

    Da quello che ricordo, Galileo migliorò progressivamente i suoi perspicilli, riuscendo ad aumentare la capacità di ingrandire gli oggetti lontani. I due esemplari conservati al museo Galileo di Firenze, per esempio, hanno una capacità di ingrandimento di 14 e 21 volte.

    https://catalogo.museogalileo.it/oggetto/CannocchialeGalileo.html

    https://catalogo.museogalileo.it/oggetto/CannocchialeGalileo_n01.html

     

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