10/07/21

Sempre più difficile escludere la vita su Encelado *

I batteri di Encelado sembrano continuare a mandarci messaggi, ma noi preferiamo cercare la vita dove probabilmente non c'è mai stata (o anche peggio)...

Sappiamo tutti molto bene che la sonda Cassini ha scoperto e studiato (nei limiti del possibile) i getti di gas che escono dalle fratture nel ghiaccio del satellite Encelado. Il meccanismo che permette questa fuoriuscita dall'oceano sottostante ricorda molto bene le fonti idrotermali presenti sulla Terra.

Le analisi effettuate a più riprese hanno stabilito con ottima precisione la concentrazione di certe molecole all'interno dei getti the  confermano questo tipo di meccanismo. In particolare, si sono trovati il diidrogeno (H2), l'anidride carbonica e il metano. Proprio quest'ultimo ha fatto spalancare gli occhi, non tanto per la sua presenza, ma per la sua anomala quantità.

Sulla Terra, un'alta produzione di metano deriva dai microbi che, in qualche modo, "mangiano" il diidrogeno e trasformano la CO2 in metano, ma su Encelado potrebbe avvenire la stessa cosa? Purtroppo, la risposta avrebbe bisogno di missioni che possano andare in profondità nei "crepacci" di Encelado e ciò non sarà possibile per diversi decenni (gli interessi si rivolgono altrove).

Gli autori dell'articolo, non possono che concludere con una risposta ambigua: "O esistono microbi simili ai nostri oppure esiste un qualche meccanismo non ancora conosciuto che non coinvolga la presenza di vita biologica". Non potendo analizzare la prima ipotesi, essi si sono dedicati alla sua alternativa che avviene secondo questo "rozzo" schema: l'acqua di mare molto fredda scende nei fondali oceanici, circola tra le rocce e passa vicino a sorgenti di calore, come camere di magma, prima di ritornare verso l'alto. Di per sé questo processo può produrre una piccola quantità di metano, ma assolutamente non comparabile con l'abbondanza riscontrata su Encelado. Come già accennato, quest'ultima ricorda perfettamente la quantità prodotta nelle sorgenti idrotermali dai microorganismi che, attraverso l'energia fornitagli della produzione di H2, trasformano l'anidride carbonica in metano attraverso il processo chiamato "metanogenesi".

Fonte: T.Taki et al., Chemical Geology, 2016.

Gli esperimenti di laboratorio e le simulazioni al computer hanno provato combinazioni in un vasto raggio di condizioni iniziali, ma tutte hanno confermato che la produzione abiotica di metano non potrebbe mai riprodurre l'abbondanza del metano presente nei getti di Encelado. Con molta correttezza scientifica gli autori concludono che l'unica conclusione è che esista un nuovo meccanismo abiotico per la produzione di metano a noi del tutto sconosciuto. La sua ricerca sarà, perciò, oltremodo interessante.

Sempre che non si finisca per accettare ( o -meglio- scoprire) la presenza di microorganismi...

Ma noi cerchiamo la vita altrove, dove probabilmente prima o poi salterà fuori dato che ce l'abbiamo portata noi, attraverso qualcuna delle infinite missioni in cui non ci si curava molto del possibile inquinamento terrestre.

Articolo originale a pagamento QUI, ma si può trovare qualche informazione tecnica aggiuntiva anche QUI.

2 commenti

  1. Mario Fiori

    Perché l'umanità vuole per forza avere il sopravvento e cercare cose ad ogni costo qualcosa in posti che fanno solo molta immagine e pagano interessi (economici) particolari, rinunciando a vere ricerche? Talvolta mi chiedo chi sono i veri virus in questo Universo.

  2. Guido

    L'argomento è quanto mai attuale, la "firma" biologica sulla metanogenesi o la sua derivazione da meccanismi abiotici al momento sconosciuti è il punto saliente della questione. Ci sono anche importanti ricadute sui modelli chimici dell'atmosfera terrestre primordiale e da qui alle modalità di sviluppo delle prime tappe della comparsa della vita terrestre. Un'indagine mirata tramite una missione su Encelado o Europa potrebbe fornire un contributo di eccezionale valore scientifico, i classici due piccioni con una fava (anzi tre e forse più).

     

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