22/10/21

Le stelle conservano le "foto" degli impatti tra pianeti *

I sistemi planetari hanno sicuramente un'infanzia molto nervosa e agitata e gli impatti tra corpi planetari in formazione dovrebbero essere abbastanza comuni. Come poterli osservare, direttamente o indirettamente? Nessun problema, la stella ne conserva una... foto.

La Terra ne è un esempio lampante. Nel periodo di costruzione planetaria è molto facile che avvengano impatti tra oggetti di dimensioni planetarie. La nascita della Luna e la struttura definitiva del nostro pianeta sono quasi sicuramente dovute a un impatto tra la proto-Terra e un corpo delle dimensioni di Marte.

In generale, si pensa che questo non sia un caso, ma la norma. Oggi abbiamo centinaia di altri sistemi planetari da poter studiare e sarebbe bello osservare in essi un'analoga distruzione planetaria. Tuttavia, non è un impresa facile... La collisione e la riaccumulazione durano un tempo relativamente breve e, oltretutto, non danno segni visibili con le tecnologie di oggi. Come fare allora?

Beh, anche se per motivi diversi, si stava analizzando il disco di polvere che ancora avvolge una stella distante 95 anni luce. Un  disco che appariva strano, in quanto con una composizione abbastanza anomala. Chi, se non ALMA,  poteva venire in soccorso? Esso ha guardato attentamente il disco e la composizione della polvere, trovando un'abbondanza anomala di ossido di carbonio (l'elemento più indicativo e utile in quanto molto luminoso) e una dimensione dei grani più fine di quella tipica dei residui dei dischi che ancora avvolgono una stella nata da poco.

La nostra stella lo è decisamente, avendo un'età di solo 23 milioni di anni... una bambina! Sicuramente i suoi pianeti più o meno formati sono ancora molto agitati (magari vivono una vita da mediano...) e potrebbero dar luogo agli impatti cercati. L'idea, quindi, è nata quasi automaticamente. Se due pianeti (all'incirca uno come la Terra e uno un po' più piccolo) si fossero scontrati in tempi recenti, cosa avrebbero potuto produrre? Sicuramente una grande quantità di polvere, derivante soprattutto dalle loro atmosfere che sarebbero state strappate durante l'impatto e sarebbero state immesse in un disco circumstellare.

Fonte: Mark A. Garlick

Qualcuno potrebbe dire: "Ma, non si può pensare che il disco così osservato, sia un residuo di quello originario?". La risposta sarebbe no, dato che alla distanza in cui si trova i fotoni avrebbero già distrutto l'ossido di carbonio, un processo questo abbastanza rapido. L'evento che l'ha prodotto deve essere molto recente. Via allora con le simulazioni ed ecco che l'unico processo che sembra poter spiegare le anomalie del disco e la sua vicinanza alla stella è proprio quello di un impatto catastrofico, avvenuto circa 200 000 anni fa, con un velocità d'impatto dell'ordine di 10 km/sec.

Ovviamente, una rondine non fa primavera, ma adesso si è trovata una strada "indiretta" per cercare questi fenomeni così violenti, e considerati comuni, negli altri sistemi planetari. La stella conserva abbastanza a lungo i residui dell'impatto e lo memorizza, rendendolo in qualche modo evidente. In altre parole, tiene in serbo una "foto ricordo" dell'evento... sono pur sempre occasioni da non dimenticare!

Articolo originale QUI

 

Se le stelle neomamme amano scattare foto ricordo, le stelle nonne non sono da meno...

2 commenti

  1. Mario Fiori

    Sempre meraviglioso il nostro ALMA.  Segni del nostro urto che ha permesso di formare la Luna?

  2. caro Mariolino,

    è passato troppo tempo...

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