28/06/22

La funzione d'onda di Schroedinger. 2: derivazione matematica ***

Questo articolo è inserito in Meccanica Quantistica

 

QUI la prima parte

Descriviamo in modo semplice (si fa per dire) la determinazione dell'equazione d'onda di Schroedinger.

Prima di iniziare la nostra avventura "matematica", fatemi ricordare che un moto ondulatorio o armonico è la soluzione di una certa equazione differenziale. Questa soluzione può fare uso di grandezze trigonometriche, ma può essere tradotta in esponenziale attraverso le equazioni di Eulero, entrando nel piano complesso. Diamo questa parte per scontata... svelando, però, l'arcano di una scelta di questo tipo. E' molto semplice: la derivate dell'esponenziale ex rimane sempre ex. Un gran bel vantaggio, credetemi!

Qualsiasi numero complesso può essere scritto come

z = a + ib =r(cosθ + i senθ) = r e

La funzione d'onda, ossia la descrizione del moto ondulatorio, ha una forma del tipo:

ψ (x,t) = e 2π i (x/λ - f t)

Essa è, ovviamente, una funzione sia del tempo che dello spazio (come abbiamo già visto descrivendo le onde), con λ e f che indicano la lunghezza d'onda e la frequenza, rispettivamente. L'esponente del numero "e" viene chiamata fase dell'onda.

Ciò che dobbiamo fare è costruirci un'equazione differenziale nelle variabili x e t, la cui soluzione sia proprio la funzione d'onda nel caso delle particelle con natura duale, come fotoni ed elettroni.

Ripetiamo alcuni concetti e formule giù utilizzate nella trattazione della lunghezza d'onda di De Broglie, dato che "repetita iuvant".

Grazie  alla catastrofe ultravioletta, Planck aveva stabilito che l'energia associata alla radiazione di un corpo nero viene rilasciata "a pacchetti"  e che questo pacchetto non è altro che quella strana particella-non particella che verrà chiamato fotone (sto velocizzando il tutto, ma per saperne di più basta andare QUI). Ne è derivata una formula semplicissima:

E = h f

dove E è l'energia, f la frequenza della radiazione emessa e h la celebre costante di Planck.

De Broglie generalizza il concetto e dice che tutta la materia può essere considerata come onda di frequenza

f = E/h

in perfetta analogia con il fotone

Tuttavia sappiamo anche che frequenza e lunghezza d'onda del fotone sono legate dalla relazione

f = c/λ           con c velocità della luce, da cui:

E/h = f = c/λ

λ/h = c/E

λ = h c/E

ma E/c è proprio la quantità di moto del fotone che per la materia vale q = mv

per cui ne segue che per la lunghezza d'onda della materia vale la relazione

λ = h/q

Ovviamente, questa lunghezza d'onda è del tutto trascurabile per oggetti "normali", ma non lo è per le particelle molto piccole come, ad esempio, l'elettrone.

Torniamo alla nostra funzione d'onda...

e 2π i (x/λ - f t)

Per quanto abbiamo detto finora, al posto di f possiamo scrivere E/h, seguendo Planck e al posto di λ possiamo inserire h/q seguendo De Broglie. Otteniamo:

e 2π i (xq/h - f t) = e 2π i (xq/h - Et/h)

Al posto di h/2π possiamo ancora scrivere la "h tagliata". Per problemi di carattere, noi continuiamo a scrivere h, ma sappiamo che intendiamo scrivere h/2π.

ψ (x,t) = e (i/h)(xq - E t)

Dobbiamo allora cercare di scrivere un'equazione differenziale che abbia come soluzione proprio la nostra funzione.

Come già detto la funzione d'onda è funzione sia di x che di t, per cui cominciamo a derivarla rispetto al tempo. Ovviamente, useremo derivate parziali e non spaventatevi per il simbolo che vuole solo dire considero t come variabile, mentre considero x come una costante (e viceversa quando si deriverà rispetto a x).

∂/∂t (ψ(x,t)) = ∂/∂t(e (i/h)(xq - E t) ) = - (E) (i/h)(e (i/h)(xq - E t) ) = - (E i/h) ψ(x,t) 

Ci rendiamo subito conto del vantaggio della scrittura in forma esponenziale: la funzione resta sempre la stessa e i cambiamenti riguardano solo le costanti moltiplicative (d/dx(eax) = a e ax).

A questo punto eseguiamo la derivata della funzione rispetto a x

∂/∂x (ψ (x,t)) = ∂/∂x(e (i/h)(xq - E t) ) = (q i/h) e i/h(xq - E t) = (q i/h) ψ(x,t)

Ci stiamo già accorgendo che le due derivate sono molto simili tra loro... ma si può fare di meglio.

Beh... q è la quantità di moto, che per qualsiasi particella dotata di massa vale:

q = m v

v = q/m

L'energia E non è altri che l'energia cinetica della particella, ossia:

E = 1/2 mv2

E = 1/2 m (q2/m2)

E = q2/2m

Possiamo andare a sostituire questo valore all'interno della derivata fatta rispetto a t

∂/∂t (ψ (x,t)) = - (E i/h) ψ(x,t) = - (q2 i/2mh) ψ(x,t)

Ci accorgiamo che la derivata rispetto a t presenta la q al quadrato, mentre quella rispetto a x solo la q

∂/∂x (ψ (x,t)) = (q i/h) ψ(x,t)

Grazie all'esponenziale, questo non è un problema... basta eseguire la derivata rispetto a x della derivata fatta rispetto a x, ossia fare la derivata seconda della funzione, tanto la funzione rimane sempre la stessa e cambiano solo le costanti moltiplicative...

2/∂x2(e i/h(xq - E t) ) = ∂/∂x((q i/h) e i/h(xq - E t)) = (qi/h) (qi/h )e i/h(xq - Et)

ricordando che i2 = -1

otteniamo:

2/∂x2 ψ(x,t)= - (q2/h2 ) ψ(x,t)

Riassumiamo quanto trovato attraverso le derivate:

2/∂x2 (ψ(x,t)) = - (q2/h2) ψ(x,t)

∂/∂t (ψ(x,t)) =  - (q2 i/2mh) ψ(x,t)

La somiglianza è sempre più marcata ed ormai la differenza sta solo nelle costanti moltiplicative. In altre parole, posso benissimo moltiplicare la prima per un qualcosa e la seconda per un qualcos'altro ed ottenere infine una perfetta uguaglianza.

Moltiplico, perciò, la prima per (-h2/2m) e la seconda per (i h):

- (q2/h2) (- h2/2m) ψ(x,t) = (- h2/2m) 2/∂x2 (ψ(x,t)) = q2/2m ψ(x,t)

- (q2 i/2mh) ( i h) ψ(x,t) = ( i h) ∂/∂t (ψ(x,t)) = q2/2m ψ(x,t)

e ottengo una perfetta uguaglianza. Non ci resta che scrivere questa uguaglianza:

- (h2/2m) 2/∂x2 (ψ(x,t)) = (i h) ∂/∂t (ψ(x,t)) 

e ricavare la celeberrima equazione differenziale che ha per soluzione la funzione d'onda ψ(x,t) di Schroedinger.

Ricordiamo che Schroedinger ha ricavato questa equazione fondamentale senza sapere, però, che cosa fosse in realtà l'onda rappresentata.  In altre parole, permette di calcolarla, ma non dice cos'è... Solo Born nel 1926 dirà esplicitamente che deve essere interpretata in termini probabilistici.

In particolare il quadrato della funzione indica proprio la probabilità di individuare una certa particella in una certa posizione.

 

Continua...

16 commenti

  1. alberto salvagno

    Molto apprezzato questo tuo regalo che mi giunge proprio qui a Copenaghen, nel quartiere di Noerrebro, sede del Niels Bohr Institute. Ora lasciami però il tempo di meditarci sopra anche se non mi sembrano particolarmente difficili i tuoi passaggi matematici.

     

  2. leandro

    Ottima derivazione: sapendo la soluzione si richiede l'equazione originante.
    Cercando su wiki ho trovato che esattamente 100 anni fa (7 giugno 1922) Schroedinger scrisse un articolo
    che interessava l'effetto doppler e le frequenze dell atomo di Bohr
    associando le righe spettrali all'effetto doppler dell'onda materiale .
    Almeno credo di aver vagamente capito.

  3. Sì Leandro... qualcosa del genere. Appena riesco a essere più tranquillo proverò a vedere se si riesce a scrivere qualcosa.

  4. M. Grazia Gori

    Caro Vincenzo,

    ritorno a scriverti dopo un po' di tempo ma non ti ho dimenticato, infatti ho riletto alcuni tuoi articoli come la metrica di Schwarzschild e Ci vuole tempo per cadere e desidero ripetere che se su qualche altro testo non capisco ritorno al tuo blog e tutto mi si chiarisce.

    Nell'equazione di Schroedinger non mi è chiaro il concetto di arrivare a formulare  una equazione partendo dalle sue soluzioni  derivandole.  Mi potresti spiegare. Grazie.

    Michele

  5. abbiamo seguito il processo inverso... Se partiamo dalla equazione differenziale si arriva alla soluzione, integrando.

  6. M. Grazia Gori

    Scusami, mi sento stupido, la risposta era davanti a me.

    Michele

  7. Alberto Salvagno

    Sì ha molto sorpreso anche me la genialata di ricavare l'equazione di Schroedinger partendo a ritroso dalla funzione d'onda.
    I passaggi sono più o meno tutti alla portata di un dilettante (in effetti mi diletto) come me.
    Sorpresa anche alla fine quando presenti così il risultato:
    - (h2/2m) ∂2/∂x2 (ψ(x,t)) = (i h) ∂/∂t (ψ(x,t))
    In genere l'avevo vista scritta in vari modi, ma principalmente così:
    H(ψ(x,t)) = (ih) ∂/∂t (ψ(x,t))
    Posso quindi dedurre che l'espressione - (h2/2m) ∂2/∂x2 è nient'altro che il famoso operatore hamiltoniano H (spesso con accento circonflesso sopra) di cui sembra tu non voglia invece parlare?
    Tutto bene quindi? Sì e grazie, se però non fosse rimasta nella mia mente la nebbia della tua premessa:
    "Un moto ondulatorio o armonico è la soluzione di una certa equazione differenziale. Questa soluzione può fare uso di grandezze trigonometriche, ma può essere tradotta in esponenziale attraverso le equazioni di Eulero, entrando nel piano complesso".
    Ovviamente non sono in grado di dare "questa parte per scontata" e mi studierò anche 'sto Eulero, ma non è che anche tu, con la tua infinita bontà e pazienza, potresti approfondire un po' questo argomento?
    Ti torno a ricordare tra l'altro che nel tuo meraviglioso corso di matematica non hai mai parlato dei logaritmi naturali (mi pare si chiamino anche neperiani, insomma in base e).
    Almeno quel tanto che basta per capire come mai la funzione d'onda abbia una forma del tipo: ψ (x,t) = e 2π i (x/λ - f t), con l'esponente 2π i (x/λ - f t) che, ci dici, viene chiamato "fase dell'onda".
    Cosa vuoi, l'appetito vien mangiando...

  8. Come sempre tu mi istighi... Quello che posso fare abbastanza velocemente è ricavare l'equazione di Eulero e subito dopo la celebre identità, la formula matematica più bella che esista (come dice Feynman). Poi però, un po' di pazienza... Ti va bene Albertone?

  9. Marco

    Se vuoi usare il simbolo di "h tagliata" al posto della h, con UTF8 dovrebbe essere possibile: ħ, ovvero U+0127, o anche, in html, "ħ" (senza virgolette).

    https://en.wikipedia.org/wiki/H_with_stroke

  10. Marco

    In html & #295; (senza spazi)

  11. Marco

    O anche &h strok; (sempre senza spazi)

  12. Alberto Salvagno

    Grazie, resto in trepida attesa :-)

  13. Caro Albertone,

    in attesa di un articolo sull'argomento (mi ci vuole un po' di tempo) voglio ricordarti alcuni punti fondamentali che legano l'onda con l'equazione e l'identità di Eulero...

    L'onda di tipo sinusoidale descrive il moto di una certa grandezza che oscilla tra due posizioni. Questo moto è analogo al moto di un punto lungo una retta che va avanti e indietro tra due valori limite.

    Questo moto può essere anche assimilato alla proiezione di un punto P sull’asse delle ascisse che si nuove lungo una circonferenza di raggio unitario.

    La proiezione del punto sull’asse x va avanti e indietro come un moto armonico.

    Alla stessa maniera il nostro punto proietta la sua immagine anche sull’asse y che ha lo stesso moto armonico sull’asse x

    Questo asse (y) viene chiamato asse immaginario. Quindi il nostro punto può essere così rappresentato su un piano complesso chiamato piano di Gauss:

    P = a + ib = cos(ωt) + i sin(ωt)

    da cui l'equazione di Eulero e la sua identità...

    Quanto prima sarò più chiaro, ma intanto comincia a entrare in quest'ottica.

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