19/02/21

Rivalutiamo i cavernicoli *

Prima di affrontare una recente ricerca che ci riporta al ribaltamento dei poli magnetici terrestri, facciamo un ragionamento più logico di quanto potrebbe sembrare a prima vista.

Chi fosse riuscito a visitare le grotte di Altamira in Spagna e quelle di Lascaux in Francia non potrebbe non ricordare  momenti di meraviglia e stupori profondi. Davanti ai suoi occhi si sarebbero materializzate fantastiche figure di bisonti e di altri animali, rappresentate con una abilità di segno e un'armonia, tali da toccare uno dei vertici più alti dell'arte umana. Solo nel 1994 venne a luce quella di Chauvet, che forse le supera tutte per maestria e sinteticità della linea. E pensare che essa è la più antica... almeno 35 000 anni.

Un bisonte di Altamira. Quanta perfezione realistica e quanta tensione dinamica in uno dei tanti bisonti che ancora "vivono" all'interno della grotta.

 

Un rinoceronte di Chauvet. La linea descrive con pochi e sapienti tocchi la figura dell'animale che esprime forza, coraggio e armonia. Un capolavoro che ci ricorda il sapiente gioco delle "linee" di Giotto.

 

Leoni nella grotta di Chauvet. Impressionate la prima testa a destra. Come riuscire a pensare che è stata dipinta almeno 35 000 anni fa? Altro che pittura contemporanea!

Eppure gli autori erano uomini dell'età della pietra. Come avrebbero mai potuto, nei primi tentativi di esprimere le loro sensazioni relative al mondo che li circondava, raggiungere immediatamente una tale perfezione artistica?

Forse esiste una spiegazione logica che poteva anche essere ipotizzata prima delle recenti scoperte sull'inversione del campo magnetico terrestre, di cui abbiamo parlato pochi giorni fa da un punto di vista soprattutto geologico.

Pensiamo un attimo ai templi degli antichi etruschi. Ben poco è rimasto di loro, se non copie trovate nelle pitture tombali o nelle prime costruzioni romane. Possiamo pensare che non fossero in grado di erigere monumenti bellissimi al pari dei greci? No, la spiegazione è piuttosto semplice: usavano il legno per innalzare i loro templi, così come in molte altre culture asiatiche. Purtroppo il legno subisce le variazioni climatiche in modo ben più severo della pietra, sia essa naturale che modificata dagli uomini. Conclusione? E' rimasto ben poco di visibile e ci si potrebbe stupire che alla meraviglia dei loro affreschi e sculture non corrisponda un'altrettanto meraviglia architettonica.

Bene, torniamo ai nostri artisti cavernicoli... A mano a mano che il loro cervello si evolveva, grazie anche al contributo dei più avanzati uomini provenienti dall'Africa, vera culla della specie umana oggi dominante (notate che non parlo certo di razza, dato che non esistono razze umane, ma solo una specie umana), il bisogno di esprimere graficamente le sensazioni ed emozioni iniziò a lasciare segni nell'ambiente che li circondava. Un ambiente vissuto prevalentemente all'aria aperta, magari sui rami degli alberi per proteggersi dai  predatori.

Non è, quindi, difficile pensare che i primi, rozzi, tentativi di fare arte più o meno simbolica siano nati sul legno e che siano oggi del tutto scomparsi. Immaginiamo, adesso, che le condizioni climatiche abbiano costretto gli uomini della pietra (e del legno, dico io) a cercare rifugi più caldi per contrastare un freddo insopportabile. Mentre la loro abilità di rappresentazione della realtà cresceva, essi cambiarono luogo in cui riunirsi e riportare le loro emozioni. Dagli alberi si passò, lentamente, ma inesorabilmente, alle caverne. Nasceva l'uomo delle caverne che ormai aveva acquisito una maestria artistica frutto di millenni di miglioramento qualitativo.

Sospendiamo l'analisi artistica e passiamo alle motivazioni di un cambiamento così rivoluzionario nella storia dell'uomo. Come già detto, i depositi lacustri in Tasmania, hanno permesso di datare abbastanza bene l'inversione del campo magnetico, circa 41 000 anni fa. Hanno anche permesso di capire come questo cambiamento abbia influito non poco sull'ecosistema, in modo anche drammatico e non solo legato alle aurore polari.

In Nuova Zelanda esistono delle vere e proprie Pietre di Rosetta per seguire passo passo l'evoluzione climatica e non solo di quei tempi così antichi: gli alberi Kauri. I ritrovamenti fossili, estratti dal fango, hanno addirittura permesso di trovare alberi di legno integro risalenti a più di 45 000 anni fa. Basta, allora, leggere i loro anelli di crescita per leggere la cronistoria di quei tempi così lontani.

Ancora oggi esistono foreste di questo albero, il cui legno è forse il più prezioso al mondo per molte sue qualità. Le dimensioni si sono ridotte, ma un tempo erano paragonabili alle sequoie, con altezze anche superiori ai 50 metri e circonferenze oltre i 20 metri.

Questo antico albero kauri, trovato a Ngāwhā (Nuiova Zelanda) era vivo durante l'evento di Adams (42 000 anni fa). Fonte: Nelson Parker.

Cosa ci dicono queste Pietre di Rosetta? Che il povero "uomo degli alberi" si trovò di fronte a un cambiamento climatico (un VERO cambiamento terribile), dovuto al quasi annullamento del campo magnetico terrestre, che causò la scomparsa della megafauna della Tasmania e dell'intera Australia. Il tutto fu anche accompagnato dalle grandi glaciazioni dell'America del Nord, da spaventosi cicloni tropicali  e mille altri "divertenti" effetti catastrofici. Non è difficile pensare anche alla scomparsa dell'uomo di Neanderthal e a tanti altri eventi  corrispondenti proprio a quel periodo, intorno ai 42 000 anni fa. Tra l'altro proprio alla comparsa, apparentemente immediata, della grande ed evoluta pittura delle caverne.

Come se non bastasse, in quel periodo il Sole pensò bene di attraversare un Grande Minimo e, quindi, di permettere il passaggio di una quantità enorme di raggi cosmici, che, oltretutto, si trovarono di fronte a un campo magnetico terrestre quasi inesistente. Per dare il tocco decisivo, dopo 800 anni circa, il campo magnetico decise di invertirsi di nuovo. C'è poco da dire, gli uomini preistorici subirono periodi ben più gravi dei nostri. Tuttavia, l'arte sublime era già nata e si evolveva. Non è assurdo pensare a vere scuole di pittura e a esperienze sempre più elaborate, tramandate di generazione in generazione.

E noi ci lamentiamo di una piccola, quasi insignificante, variazione di pochi decimi di grado? Mentre lo facciamo, pensiamo che il campo magnetico terrestre sta già dando segni di instabilità (il polo nord magnetico corre all'impazzata), che potrebbero essere segni premonitori di una nuova inversione. Estinzioni di massa? Ghiaccio al posto dei deserti e viceversa? Tempeste violentissime e catastrofiche? Già basterebbero, sperando che almeno il Sole stia dalla nostra parte. Sicuramente, come già detto più di una volta, una vera estinzione della tecnologia elettronica, con le conseguenze del caso sia fisiche che psicologiche. Quanto costerà l'ultimo smartphone funzionante? Forse talmente tanto da far scoppiare vere e proprie guerre. Oltretutto, non avremmo nemmeno una tradizione artistica da far rifiorire in ambienti diversi, visto il livello tragicomico della maggior parte dell'arte contemporanea, legata soprattutto al valore  economico posticcio e non certo alla reale qualità.

Sarebbe il caso di pensarci e invece di mirare alla conquista umana della Luna e di  Marte, sarebbe molto meglio lavorare per  modificare la nostra tecnologia più avanzata, riducendone magari la parte "idiota" e "mi fa sentire importante avere il mondo a portata di mano anche se dimostro quanto sono stupido" e concentrandosi sulla sopravvivenza delle parti più utili e intelligenti.

Un simpatico nome dato dagli autori della ricerca a questo periodo così violento: "Evento di Adams", ricordando l'autore di fantascienza Douglas Adams, che scrisse la celebre serie di romanzi dal titolo: Guida galattica per autostoppisti", in cui il numero 42 è la risposta alle domande fondamentali sulla vita e sull'intero Universo. Proprio come i 42 mila anni dell'inversione magnetica.

Di seguito un divertente e istruttivo video che parla degli alberi neozelandesi, della loro importanza e del... numero 42.

Articolo originale QUI

P.S.: per non rischiare troppo, gli autori concludono il loro articolo con frasi che, spero, siano stati costretti ad aggiungere: " La nostra atmosfera è già satura di carbone a livelli mai visti dall'umanità prima di adesso" e "Un inversione del campo magnetico o un cambiamento drastico dell'attività solare porterebbe a cambiamenti climatici accelerati e imprevedibili". E, infine (ma non vedo cos c'entri con la frase precedente):" Noi abbiamo urgentemente bisogno di abbassare la produzione di carbone prima che un evento del genere capiti di nuovo!"

Povera Scienza, costretta dai poteri forti nelle mani dei soliti (pochi) noti a diventare scienza.

5 commenti

  1. michele celenza

    Scusa Vincenzo perché l'inversione del campo magnetico terrestre può determinare dei cambiamenti climatici notevoli ed inoltre inibire il funzionamento delle apparecchiature elettroniche. Lo scudo magnetico anche se invertito non devia la direzione del vento solare?

  2. perché durante l'inversione il campo si azzera, praticamente, e si è in preda dei raggi cosmici che influenzano sensibilmente l'atmosfera e le sue reazioni.

  3. Guido

    Buongiorno, infatti la nota (ormai possiamo chiamarla così, visto che ne abbiamo già parlato un paio di volte) attuale anomalia magnetica dell'Atlantico meridionale, responsabile del forte indebolimento del campo magnetico principale in quest'area, rappresenta un rischio per l'elettronica dei satelliti artificiali.

    Marte, che ha avuto un campo magnetico principale "intermittente" all'inizio della sua vita di pianeta e poi lo ha perso, conservando solo quello crostale (più debole ma soprattutto molto più discontinuo spazialmente); è da più di un miliardo di anni che viene bombardato impietosamente e non è da escludersi che la sua atmosfera primordiale ne abbia fatto le spese. Anche per questo motivo è difficile pensare che possa essersi sviluppata la vita oltre un certo limite. La vita affronta e supera i peggiori cataclismi (e si direbbe anche con rinnovato vigore) purchè la durata delle condizioni altamente sfavorevoli sia contenuta entro certi limiti.

    Il nostro campo magnetico è un ombrello mediamente sempre aperto, ci protegge alla grande e con somma discrezione, ma quante volte lo si ringrazia per questa gratuita benevolenza?

  4. eh sì, caro Guido... speriamo che non si chiuda mai!

  5. Mario Fiori

    Però , caro Enzo,  ma quanto siamo peggiorati da quel periodo della pietra. Non riusciamo a capire quanto sia importante conoscere e seguire gli sviluppi del nostro azzurro pianeta e non riusciamo a capire che bisogna attivarsi e studiare tutti insieme come superare certe ineluttabili fasi che attraversano la vita della Terra e dell'intero Sistema Solare con il suo motore primario, il Sole. Ogni altro commento è superfluo.

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