13/10/21

E' giusto dimenticare il passato? Sembra proprio di sì... *

La faccenda che vado a trattare mi interessa in prima persona, ma rispecchia un'abitudine che sta diventando sempre più attuale e comune: dimenticare il passato.

Lo vediamo nella politica di tutti i giorni: è sempre meglio dimenticare la storia anche di un passato recente. Non è cosa nuova, ma la Scienza si sperava ne fosse toccata molto meno. E, invece... Per secoli, aver dimenticato le lezioni degli antichi greci e degli arabi ha significato un ristagno terribile nella conoscenza della Natura. Poi con Galileo & soci, le cose sono cambiate drasticamente e si è attinto a mani larghe nelle opere fondamentali che erano cadute nel più profondo oblio.

Non mi interessa di chi fosse la colpa (la conosciamo bene...), ma la Scienza era finalmente uscita dalla ragnatela in cui era stata intrappolata. Oggi, le cose sembrano tornare a modelli ben conosciuti e la poca memoria regna nuovamente sovrana. Vi è quasi un timore nell'accettare che molti degli studi che possono essere fatti con le tecnologie d'avanguardia avevano già ottenuto risposte, più che plausibili, pur con le grandi limitazioni di alcuni decenni fa. Abbiamo spesso parlato di forme degli asteroidi, di ammassi di pietre tenute assieme dall'autogravitazione, di densità bassa, di forme d'equilibrio a due o tre assi, di formazione di sistemi binari, di relazioni tra periodo e allungamento della forma per opera di collisioni catastrofiche e di riaccumulazione, e chi più ne ha più ne metta.

Ipotesi lentamente confermate a partire dall'inizio degli anni '80 del secolo scorso. Ovviamente, i risultati erano soggetti a grande approssimazione, ma tutti coloro che operavano in quel campo, che si vedevano precluse le strumentazioni più potenti, speravano di potere un giorno vederle confermate. Quel giorno potrebbe essere arrivato, così come è dimostrano dalle eccezionali immagini ottenute von il VLT e con SPHERE. Un giorno meraviglioso, che avrebbe potuto permettere di confrontare le "vecchie" previsioni con la realtà effettiva. Purtroppo, però, questo confronto sicuramente importantissimo per capire appieno lo sviluppo della scienza relativa agli asteroidi, si è tradotto in un lavoro che dimentica completamente il passato.

La smania di mostrare che tutto ciò che si è ottenuto oggi è del tutto sgombro da ricordi passati e che niente ha a che fare con i risultati di ieri è stata più forte di una sana e istruttiva lettura generale. Nessuno, dico nessuno, dei "vecchi" che, come me, hanno dato il via alle ricerche sugli asteroidi, considerati finalmente entità fisiche e non solo puntini di luce utilizzati dalla meccanica celeste, è stato minimamente citato (e non è la prima volta che succede...).

Eppure, la somiglianza dei risultati appare enorme.

No, meglio cercare di ergersi a "scopritori" che non cercare di fare vera Scienza. Un'occasione buttata al vento che avrei voglia di fare io da solo se l'età avanzata e l'indifferenza odierna non mi convincesse a passarci sopra e a lasciare che le cose vadano come si preferisce. Sicuramente, un modo di fare così nuovo e così antico ci fa sorgere un dubbio: o non si ha più la cultura e la capacità di leggere i lavori di alcuni decenni fa o vi è propria una volontà di acquistare notorietà cercando non di innalzarsi, ma di creare un buco tutt'attorno (i due modi per fare una piccola montagna).

Io propendo per la seconda, anche perché conosco molto bene alcuni autori della "rivoluzionaria" scoperta (tra cui degli allievi...). Inoltre - e nessuno si offenda- il lavoro ha molti autori francesi e, cosa già risaputa, loro sono sempre stati  i primi a cercare di sminuire il lavoro degli altri, fino a far finta di dimenticarselo. Se poi i referee sono scelti nel loro ambito, il serpente fa presto a mordersi la coda.

Prendete questo sfogo per quello che è, rideteci anche sopra o pensate pure che sia una specie di gelosia. Io sono straordinariamente contento delle nuove immagini e mi spiace sinceramente che non siano anche servite a valutare le esattezze e le inesattezze dei miei tempi. E mi fa enormemente piacere il fatto che, forse grazie anche ai nostri studi, gli asteroidi abbiano avuto, oggi, l'onore di venire osservati con le strumentazioni di massimo livello.

Non voglio dire altro e vi rimando alle magnifiche immagini e alle "innovative" conclusioni, a volte un po' troppo fantasiose. Basta andare nel sito dell'ESO o all'articolo originale.

42 tra gli asteroidi più grandi sono stati osservati al VLT con l'ausilio di Sphere. 39 di essi sono più grandi di 100 km e 20 più grandi di 200 km. Fonte: ESO/M. Kornmesser/Vernazza et al./MISTRAL algorithm (ONERA/CNRS)

3 commenti

  1. Alberto Salvagno

    "i risultati favoriscono la teoria secondo cui gli asteroidi meno densi si sono formati nelle regioni remote oltre l'orbita di Nettuno e sono successivamente migrati nella posizione attuale" dice Josef Hanuš dell'Università Carlo di Praga. Quale potrebbe essere il motivo di questa migrazione per cui si sono andati ad unire ad altri più densi proprio nella fascia tra Marte e Giove? È quelli più densi sono anche loro degli immigrati o da sempre stanziali con privilegio dello ius soli?

  2. Io ho profondi dubbi sulla migrazione asteroidale e di conseguenza non sono la persona migliore per risponderti... Tuttavia, sappiamo benissimo che le comete della Kuiper Belt possono evolvere dinamicamente fino a penetrare nel Sistema Solare interno.

  3. Mario Fiori

    Tutto ciò che è passato, ciò che è storico va' dimenticato caro Enzo , anche perchè non lo si studia più . Deve essere per forza inutile, si deve scoprire tutto ora. Mahh e Rimahh

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