Gli aggettivi per definire le meravigliose scoperte di ALMA sono quasi esauriti, ma lo strumento continua imperterrito a deliziarci. Adesso ci ha spiegato perché le stelle massicce ruotano piano.
Uno dei sogni (proibiti) ricorrenti di molti scienziati è quello di trovare una pecca nella Relatività Generale. Finora con poca fortuna… Tuttavia, molte conclusioni della teoria rimangono ancora solo ipotesi. Tra queste, anche se sembra strano, vi è l’orizzonte degli eventi. E, se invece di collassare, la materia rimanesse in uno stato intermedio?
L’unione di due buchi neri supermassicci ha probabilmente creato le prime onde gravitazionali osservate dall’uomo. In qualche modo, a parte l’estremo interesse della scoperta, questo evento dimostra che, a seguito di collisioni galattiche, i motori centrali tendono ad avvicinarsi, a formare coppia e, infine, a unirsi in uno solo. Non è certo facile rilevarli e bisogna aspettare che si mettano a mangiare…
Questo lungo articolo copre tutti gli aspetti (o quasi) dell'aberrazione luminosa. Un fenomeno di interesse estremo sia consideratolo attraverso la fisica classica che attraverso la relatività, di cui è una semplice approssimazione. Come si vede gli asterischi sono variabili, da due a quattro, a seconda della trattazione che si utilizza, Sta al lettore decidere se seguire il tutto o saltare gli argomenti più ostici. Per questi ultimi è necessaria una preparazione di base della relatività ristretta e della sua rappresentazione nel diagramma di Minkowski. Per gli altri basta solo un minimo di attenzione e di volontà di capire. In ogni modo, entrambe le strade portano a una conclusione che reputo soddisfacente.
Concludiamo l'aberrazione della luce con un effetto molto particolare, di elevatissima energia, che contraddistingue i getti relativistici degli attori più potenti del Cosmo: la radiazione di sincrotrone, un altro bellissimo gioco messo in piedi da elettroni e fotoni, in grandissima forma, aiutati da un campo magnetico.
No, non preoccupatevi, non sto presentando un eccitante spettacolo di strip-tease. Chi si spoglia fino alla “nudità” completa non è altro che una stella collassata senza alcun freno. In altre parole, un buco nero… ma c’è buco nero e buco nero! Non andrò certo nei dettagli di una materia tra le più complesse, che abbiamo […]
Un buco nero galattico è sempre considerato una specie di mostro che ingoia tutto quello che gli capita a tiro. Teniamo presente, però, che anche lui deve mangiare per mantenere in ordine la sua galassia. Come capita anche nella Natura che ci circonda vi è sempre un predatore che cattura una preda. Questa non è cattiveria… è solo sopravvivenza.
Utilizzando le tecniche e gli strumenti odierni, è ancora possibile andare sempre più indietro nel tempo, se ci si impegna con lavori spesso noiosi e ripetitivi di archivio. Sicuramente snobbati da molti che preferiscono qualcosa che non si vede e che si può utilizzar sempre e comunque, più di un milione di quasar osservati dal telescopio gamma Fermi sono stati analizzati, estraendone un migliaio e cercando di ottenerne dati supplementari da altre osservazioni. Anni di lavoro, ma risultati eclatanti. Scoperto un blazar (Nucleo Galattico Attivo che spara il suo getto verso di noi) che ha mandato il suo segnale “solo” dopo 1.4 miliardi di anni dal Big Bang. E un problema, che ben conosciamo, si fa sempre più grande…
Un corteo silenzioso, composto da poche fiaccole accese e da una miriade di oggetti invisibili. Invisibili sì, ma con una loro storia che potrebbe essere decisiva per conoscere i primi istanti di vita di stelle non nate e di pianeti vagabondi. Un corteo giovane e, in fondo, allegro, che però mi ha fatto venire in mente una splendida (e triste) canzone di Fabrizio De Andrè…
Anche ai buchi neri galattici piace lo “slow food”. No, non tanto la celebre associazione, ma il vero e proprio “mangiar lento”. D’altra parte lo dicono tutti i medici: masticare lentamente e ingoiare senza fretta. Si cresce meglio…
Non ditemi che sono monotono, ma devo tornare su ALMA. Questa volta si è occupato della fasi di protostella e ha scoperto come si originano i getti che provengono dal neonato che si sta contraendo e che ruota velocemente insieme al suo disco proto planetario, la casa dei futuri pianeti. Una scoperta osservativa meravigliosa che, in fondo, semplifica uno dei tanti processi apparentemente ancora misteriosi.
Una supernova mai vista, incredibile, ultra luminosa. Si deve fare subito un programma e un modello che la spieghi... No, no, aspettiamo un attimo e facciamo parlare le osservazioni.
Li chiamano i "mostri" dell’Universo, hanno una potenza impressionante, divorano materia e informazione, ma possono anche rimanere soli, affamati e tristi nell’infinito teatro dell’Universo. Anche i più forti possono soffrire di un’eterna solitudine.
Continuiamo, grazie all’indomabile Kepler, a seguire la vita di una coppia stellare. In questo caso niente di catastrofico, ma solo una unione strettissima e gioiosa.
Sappiamo che molto spesso le stelle non nascono da sole, ma in coppie o in numero anche maggiore. Normalmente, è la nube primordiale che si spezza in diversi “pezzi” prima di innescare il processo formativo vero e proprio, ma oggi ALMA ci ha mostrato che la divisione può veramente capitare anche in un momento successivo.
Le nebulose planetarie sono dei magnifici giochi d’artificio che una stella come il Sole ci regala prima di trasformarsi in nana bianca. Spesso e volentieri, le forme diventano quasi assurde e per spiegarle è necessario che l’artefice venga aiutata da una compagna, magari in vena di sparare a ritmo cadenzato.