No, calmi tutti! Non sto parlando di massa oscura, ma di massa “scura”, ossia difficilmente visibile, ma del tutto “normale”. Per adesso il risultato è stato ottenuto per la nostra vicina di casa, Andromeda, ma… chissà
Si sono scoperte stelle iperveloci che fuggono dalla loro galassia a seguito di un spinta imperiosa dovuta al buco nero centrale. Si è scoperto addirittura un ammasso globulare che ha fatto la stessa fine. Adesso, si sono scoperte ben 11 galassie che sono state scacciate per sempre dalla galassia che seguivano come un cagnolino. In altre parole: tra due litiganti il terzo… viene cacciato!
E’ un periodo in cui si sta parlando abbastanza spesso di galassie che si spengono in tempi molto brevi. Facciamo un brevissimo riassunto, aggiungendo l’ultima novità.
Il bravissimo Paolo è entrato nel cuore del problema, passando direttamente all’azione e facendo calcoli. Il problema è che i calcoli esatti non sono facili da descrivere e da spiegare. Invito ancora tutti a cercare di capire i concetti e di non cercare di riprodurre tutti i risultati. Scrivo qualche constatazione in più che penso possa servire (concettualmente) per avvicinarsi veramente alle distanze tra oggetti dell’Universo.
Normalmente i computer servono a elaborare i dati che provengono da osservazioni particolarmente complesse o -al limite- a creare modelli che riescano a spiegarle. Ben più difficile è usarli per capire cosa si potrebbe osservare su un certo oggetto celeste. ALMA è uno degli strumenti più importanti al mondo e merita questo trattamento di favore. Nessun problema (o quasi) a costruire una galassia tutta per lui.
Ci aspettavamo già questo tipo di risultato, dato che spesso si sono scritti articoli che cercavano di legare la massa e la forma delle galassie con la loro età e capacità di formare stelle. Uno studio canadese ha, però, usato una tale mole di dati che il risultato sembra ormai una realtà da accettare senza alcun dubbio. Una caratteristica preziosa per descrivere l’evoluzione galattica globale.
Abbiamo appena parlato del programma Sloan che ci ha portato a sentire il suono del violino primordiale, permettendoci di riconoscere la vibrazione e la qualità dello strumento. Tuttavia, i dati di questa favolosa ricerca servono anche a scopi ben più terra-terra. Ad esempio, possono aiutarci a descrivere molto bene cosa circonda una galassia. Solo gas e polvere che chiude la città cosmica come un bozzolo oppure anche un continuo e rapido movimento di nuvole? Contro le idee correnti, la verità sembra la seconda.
Soltanto una decina di anni fa è stato scoperto un nuovo tipo di galassie (o qualcosa del genere): le galassie nane ultracompatte, chiamate brevemente UCD (Ultra-Compact Dwarf galaxies). Esse presentano un’alta densità stellare e dimensioni molto ridotte. Recentemente se n’è aggiunta una veramente straordinaria in termini di densità. Ne approfitto per fare il punto della situazione e richiamare la loro possibile origine.
Prendete un buco nero gigante, uno più piccolo che gli ruota attorno in modo del tutto invisibile, una stella suicida e il gioco è fatto!
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza sul redshift e sulle capacità di Webb. Il tutto nasce da un suggerimento del nostro amico Frank che ha giustamente notato un po' di confusione sulla rete. Speriamo che questo articolo-ciliegina serva a dare una spiegazione qualitativamente sufficiente.
Dopo Giove e Nettuno il telescopio James Webb non poteva certo ignorare Urano. Ancora una volta il pianeta, ripreso nel vicino infrarosso e tradotto in falsi colori offre una differente visione rispetto alle tradizionali immagini riprese nello spettro del visibile, rivelando una inedita ricchezza di dettagli, tra cui il sistema di anelli e la calotta polare nord.
Quanto la casualità ha influito sul percorso della conoscenza umana? Quante volte ci si è imbattuti in fenomeni imprevisti mentre si tentava di indagare tutt’altro?
Forse più di quanto indicherebbe una prima speditiva valutazione e forse si potrebbe ipotizzare che simili occorrenze saranno più frequenti in futuro, considerato che è soprattutto la ricerca sperimentale a produrre accidentali scoperte e che gli strumenti d’indagine e di elaborazione del dato si stanno facendo e si faranno ancora più raffinati e potenti.
Questo sfogo di pensiero vuole chiaramente essere provocatorio e, magari, far nascere qualche discussione tra i lettori. Prendetelo pure come un racconto di fantascienza (ma altri scienziati hanno già pensato a visioni simili) e divertiamoci a fantasticare. Non per niente alla fine ho inserito un breve vecchio racconto che in qualche modo è attinente a ciò che vado a scrivere veramente di getto (ed è giusto che sia così…).
Leggendo qua e là, mi sono accorto che le descrizioni della fusione e della fissione nucleare portano a un apparente paradosso: due processi che sembrano l'uno il contrario dell'altro danno luogo allo stesso risultato. Si tralascia spesso un'analisi più accurata che permetta di spiegare questa conclusione, capace di creare non poca confusione. Se qualcosa rimane oscuro intervenite subito!
Nella visione del principio di Mach la manifestazione della inerzia di un corpo non va ascritta allo spazio assoluto, come sosteneva Newton, ma alla distribuzione della totalità dei corpi materiali presenti nell'universo e alla loro mutua interazione.
Un eccezionale esperimento, svoltosi al CERN, ha mostrato che l'antimateria subisce la gravità come la materia.